04/11/2011, 00.00
INDIA – SRI LANKA
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Orissa: gli ultimi cinque pescatori Sri Lankesi liberi grazie all’intervento della Chiesa

di Santosh Digal
Erano in carcere da tre mesi. I cinque facevano parte di un equipaggio di 24 persone arrestate in settembre per aver sconfinato nelle acque territoriali indiane. Gli altri 19 membri sono liberi dallo scorso 3 ottobre.
Bhubaneswar (AsiaNews) – Grazie alla mediazione dell’arcidiocesi di Cuttack – Bhubaneswar, il governo dell’Orissa ha liberato ieri gli ultimi cinque pescatori srilankesi dei 24 arrestati in settembre, con l’accusa di invasione delle acque territoriali indiane. Il rilascio è avvenuto in anticipo rispetto a quanto affermato negli scorsi mesi dalle autorità. Il 3 ottobre scorso il tribunale aveva annunciato la scarcerazione dei prigionieri non prima del gennaio 2012.

La liberazione dei 24 pescatori è iniziata lo scorso primo ottobre, quando p. Dibakar Parichha, segretario di Giustizia, pace e sviluppo dell’arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, ha preso l’iniziativa e convinto il governo locale a liberare dieci di loro. Essi erano detenuti nella prigione di Jagatsinghpur. Fra il 3 e il 4 ottobre, altri nove – di cui cinque cristiani – sono stati rilasciati.

Il giudice ha consentito al sacerdote di occuparsi degli ex detenuti, ospitandoli negli appartamenti della diocesi fino a completamento delle altre formalità ufficiali. P. Parichha esprime ad AsiaNews la sua gioia e sottolinea che questa liberazione è una grande conquista. “I cinque cittadini dello Sri Lanka – afferma – potranno presto riunirsi alle loro famiglie e ricominciare la loro vita con speranza e ottimismo”.

Tali arresti prolungati rientrano nella decennale polemica tra New Delhi e Colombo per i continui sconfinamenti dei pescatori che irritano innanzitutto i governi degli Stati indiani costieri e delle isole della Baia del Bengala. In questi anni, il governo Indiano ha incarcerato più volte equipaggi per aver invaso le sue acque territoriali. Nel marzo 2009, durante una battuta di pesca, nove barche con a bordo un totale di 51 uomini sono state bloccate fra gli arcipelaghi delle Andamane e Nicobare (India). Per oltre sei mesi i pescatori sono rimasti in carcere, senza una motivazione precisa e senza la possibilità di comunicare con le proprie famiglie.
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