29/09/2009, 00.00
INDIA
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Orissa: l’estremismo indù dietro la bomba al campo profughi dei cristiani

di Nirmala Carvalho
Morto l’uomo che stava preparando l’ordigno. Quattro i feriti tutti appartenenti alle 32 famiglie cristiane che vivono nel campo di Nandamaha. La polizia incolpa i militanti maoisti. Per il direttore del Global Council of Indian Christians è l’ennesima violenza indù contro i cristiani.
Bhubaneshwar (AsiaNews) – La bomba scoppiata nei pressi del campo profughi di Nandamaha è l’ennesimo attacco estremista contro i cristiani di Betticola. Sajan K George, direttore del Global Council of Indian Christians (GCIC), non ha dubbi su responsabili e movente dell’esplosione che il 27 settembre ha ucciso un uomo e ferito quattro persone, queste ultime appartenenti alle 32 famiglie cristiane che vivono nel campo.
 
Dalle prime indagini è infatti emerso che la vittima della bomba è lo stesso attentatore, che stava preparando l’ordigno mentre questo è esploso. Esso era giunto nel campo da cinque giorni e non proveniva dal villaggio di Betticola come gli altri ospiti del centro. La polizia di Udayagiri, competente per la zona, ha rinvenuto nei pressi del campo anche quattro pistole ed un'altra bomba rudimentale.
 
Subito dopo l’attentato gli agenti hanno fermato i quattro cristiani che avevano sporto denuncia. Il 28 settembre hanno poi incarcerato tre sospetti accusati di essere coinvolti nell’esplosione. Praveen Kumar, commissario di polizia del Kandhamal responsabile delle indagini, afferma che l’attentato potrebbe essere opera di militanti maoisti. Sajan K George rifiuta questa ipotesi e indica negli estremisti indù i responsabili della bomba di Nandamaha.
 
Il direttore GCIC afferma che l’esplosione del 27 settembre è l’ennesimo segnale contro i cristiani del villaggio di Betticola, una comunità che non trova pace da quando ha dovuto abbandonare la propria parrocchia dopo i pogrom dell’agosto 2008 (vedi AsiaNews, 11/09/2009, “Cristiani di Betticola, ancora profughi a più di un anno dai pogrom in Orissa”).
 
“Le 32 famiglie di Betticola - spiega Sajan K George - sono state private di tutto e per ora sono risistemate a circa 20 km dal villaggio di Nandagiri presso Dugudi dove vivono in tende”. Il direttore del GCIC afferma: “Vivevano nel loro villaggio dal 1995, ma ora lì non c’è più una sola casa di un cristiano e gli estremisti non permettono nemmeno di ricostruire la parrocchia che è stata rasa al suolo. La bomba è un chiaro segnale per loro: non potete tornare a Betticola”.
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