10/05/2011, 00.00
INDIA
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Orissa: rilasciati su cauzione due aggressori della suora stuprata nei pogrom del 2008

di Nirmala Carvalho
Di 30 persone indagate in origine, arrestate solo 22. Tra queste, 17 sono in libertà dietro cauzione. Per l’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, episodi simili “straziano ancora di più i cristiani dell’India che già soffrono” e lo scenario futuro appare “scoraggiante”.
New Delhi (AsiaNews) – L'Alta corte di Odisha ha concesso ieri la libertà provvisoria a due dei dieci uomini accusati dello stupro della suora cattolica avvenuto durante i pogrom del 2008. Pandit Kumar Bismajhi e Jatia Sahu, questi i loro nomi, erano stati fermati dal Crime Branch (Cb) nel giugno dello scorso anno, per il presunto coinvolgimento nel caso. Ma la Corte suprema ha stabilito per loro una cauzione di 20mila rupie ciascuno. Sr. Meena Barwa, 29 anni all’epoca dei fatti, era stata aggredita e violentata il 25 agosto del 2008 nel distretto di Kandhamal, durante le rivolte anticristiane scoppiate in seguito alla morte del leader indù Laxmanananda Saraswati.

In origine, l’indagine del Cb coinvolgeva 30 persone. La polizia ne ha arrestate solo 22. Di queste, ben 17 sono riuscite a ottenere la libertà su cauzione.

Per mons. John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, episodi come questo sono “battute d’arresto del già lento processo di giustizia, che straziano ancora di più la nostra gente che soffre. Lo scenario ora appare scoraggiante, il pessimismo striscia verso un futuro sempre più tetro. Le ferite sono ancora profonde, le cicatrici ancora presenti e la guarigione sarà completa solo quando sarà fatta giustizia”.

L’arcivescovo ha appreso la notizia del rilascio dei due uomini questa mattina. Era nel Divyajyoti Pastoral Centre a K Nuagaon (Kandhamal), dove sr. Meena presta servizio. “Tale sentenza – afferma mons. Barwa – è una grave macchia anche per la difesa della dignità delle donne nel nostro amato Paese, dove la libertà religiosa, la tolleranza e la convivenza pacifica con persone di altre religioni hanno sempre fatto parte del nostro ricco patrimonio culturale”.

Sr. Meena, dell’ordine religioso delle Servitrici, aveva raccontato della violenza subita solo due mesi dopo, nell’ottobre del 2008, e aveva chiesto al Central Bureau of Investigation (Cbi) di indagare sul suo caso, accusando la polizia di essere “amica” degli aggressori.

Sajan K George, presidente del Global Council of India Christians (Gcic), ha dichiarato: “Lo Stato dell’Orissa è responsabile anche per gli attacchi contro i cristiani che avvengono negli Stati vicini”. La dichiarazione arriva dopo il sit-in e lo sciopero della fame organizzati dal Gcic, a Bhubaneshwar, per chiedere un’indagine a livello nazionale sulle violenze commesse dai radicali indù (vedi AsiaNews.it, “Massacri del 2008 in Orissa: i cristiani digiunano per chiedere giustizia”).
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