11/02/2021, 11.47
BANGLADESH
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Otto islamisti condannati a morte per l'omicidio di un editore

di Sumon Corraya

Nel 2015 avevano ucciso a Dhaka Faisal Arefin Dipan, “reo” di aver scelto di pubblicare le opere dello scrittore e blogger Avijit Roy, anche lui caduto vittima del terrorismo fondamentalista

Dhaka (AsiaNews) – Il Tribunale speciale anti-terrorismo di Dhaka ha condannato a morte otto fondamentalisti islamici ritenuti colpevoli dell'omicidio dell'editore Faisal Arefin Dipan, avvenuto il 31 ottobre 2015. La sentenza, emessa ieri dal giudice Muhammad Majibur Rahman, comprende anche la condanna al pagamento di 50mila taka (circa 600 dollari) per ciascun imputato.

Dipan pubblicava i libri di Avijit Roy, scrittore e blogger sostenitore della libertà di pensiero, razionalista e ateo, anche lui ucciso dagli islamisti il 26 febbraio 2015. I condannati sono membri del gruppo estremista fuori legge Ansar-al-Islam, ed erano conosciuti come l'Ansarullah Bangla Team. Portarono a termine l'omicidio di Dipan nell'Aziz Super Market di Dhaka. Tra gli otto condannati a morte due sono latitanti: Sayed Ziaul Haque - il comandante di Ansar-al-Islam che è noto col nome di maggiore Zia - e Akram Hossein. Altri sei sono invece in carcere: Moinul Hasan Shamim, Abdus Sabur, Khairul Islam, Sheikh Abdullah, Abu Siddiq Sohel e Mozammel Hossain.

Il giudice Rahman nel verdetto ha sostenuto che uccidendo i liberi pensatori gli imputati miravano a dare vita a uno Stato islamico. Agli accusati, ha aggiunto, “non può essere concessa alcuna comprensione” e l'esecuzione capitale dovrà costituire “una pena esemplare”. Anche la vedova di Dipan ha espresso soddisfazione per questa condanna. La difesa ha annunciato l'intenzione di ricorrere in appello di fronte alla Corte suprema.

Il Bangladesh da alcuni anni sta portando avanti la lotta al terrorismo islamista che si alimenta con la propaganda on line. Si tratta di uno sforzo che avviene anche attraverso un programma di “deradicalizzazione” che offre a ex-miliziani la possibilità di cambiare vita. Questo impegno si è rafforzato a partire dalla strage del 1 luglio 2016 al Gulshan Café di Dhaka, costata la vita a 29 persone tra cui 9 italiani.

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