28/01/2005, 00.00
ISRAELE - EUROPA
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P. Jaeger: la Shoa, occasione per tutta l'Europa di pensare alle sue colpe e al suo futuro

Le responsabilità di chi non accolse gli ebrei e la necessità del richiamo sostanziale al cristianesimo nella costruzione della sua unità.

Roma (AsiaNews) - La Giornata della Memoria, che ha visto ieri rappresentanti di tutta Europa insieme ad Auschwitz per ripetere il loro "mai più" verso il razzismo e la follia totalitaria, dovrebbe essere accompagnata da "un senso di vergogna e di colpa", comune all'intero continente, e non solo ad esso,  per non avere aiutato, allora, gli ebrei a salvarsi, chiudendo le frontiere. Guardando a quanto accaduto, l'Europa dovrebbe anche prendere coscienza della necessità del richiamo sostanziale al cristianesimo nella costruzione della sua unità. E' la lettura della Giornata che dà ad AsiaNews il padre francescano David-Maria A. Jaeger, finora l'unico sacerdote cattolico nato e cresciuto ebreo nello Stato di Israele, da genitori scappati per poco alla distruzione da parte dei nazisti e con molti parenti finiti nei campi di sterminio.

"L'annuale Giornata della Memoria – a suo parere – serve a onorare il ricordo dei milioni di ebrei europei vittima del disegno nazista, suffragato dai collaboratori fascisti di più Paesi, di sterminare assolutamente tutte le persone appartenenti in qualunque modo al popolo ebraico. E' un ricordo che, in Europa non può non essere accompagnato da un senso di vergogna e di colpa, viso che quasi tutte le nazioni europee si sarebbero in qualche modo macchiate di questo sommo delitto. Ma anche fuori Europa non manca la colpa di chi chiuse le proprie frontiere agli ebrei che cercavano di rifugiarvisi. Evidentemente il ricordo serve anche a educare le nuove generazioni perché non si ripetano più comportamenti simili.

Israele, come vive la Memoria?

Israele ha altre Giornate, in particolare quella che commemora l'eroica insurrezione del ghetto di Varsavia. Ma lì la memoria della Shoa è sempre presente, anche in numerose famiglie, come la mia. Sono cresciuto in mezzo alle fotografie dei parenti che non conoscevo perché uccisi dai nazisti. Così, anche se sono nato un decennio dopo la fine della Guerra, la Memoria della Shoa faceva e fa parte integrale dei miei ricordi, di quello che sono.

Il ricordo della Shoa influisce anche sulla politica di Israele?

Certamente. In Israele gli ebrei vedono la necessaria garanzia perché simile distruzione del loro popolo non avvenga mai più. E nessuno può pretendere di conoscere e capire Israele senza prenderne atto. Così quando porto gruppi di pellegrini in Terra Santa, perché conoscano non soltanto i santuari ma anche i due popoli che vi abitano, cerco di non omettere mai la visita a Yad Vashem, il memoriale della Shoa. Il ricordo della colossale indifferenza delle nazioni civili davanti allo sterminio, mentre stava avvenendo, spiega bene il radicato atteggiamento di sospetto e sfiducia da parte dei governanti israeliani nei riguardi di concetti come "garanzie internazionali" o lo stesso diritto internazionale. Io non lo condivido - credo che non c'è effettivamente speranza di pace nel mondo senza affidarsi al diritto internazionale (munito di efficaci strumenti di applicazione, anche coercitiva, si intenda), ma capisco benissimo, e perciò rispetto, la sensibilità dei miei connazionali. Me lo ha insegnato  mio padre, un fine intellettuale, specializzato in storia europea (all'Università di Praga), che non poté mai dimenticare il lacerante senso di tradimento da parte della civiltà che amava e serviva, quando nessuna delle Nazioni all'epoca ancora libere, gli voleva accordare il visto d'ingresso perché vi si potesse trovare rifugio (alla fine, grazie a Dio, ci riuscì comunque, fingendo di andare per un viaggio di breve durata, di ricerca accademica...).

Eppure esistono correnti che negano la Shoa. In Italia, un uomo politico del Lazio ha scandalizzato molti cercando di assolvere il regime fascista dalla complicità nello sterminio....

Farebbe bene a rileggersi i discorsi del capo del suo stesso partito, l'attuale ministro degli esteri. Ma  in ogni caso, esiste, sì, il pericolo del revisionismo storico (o meglio, antistorico) che cerca di minimizzare. Anche a questo serve la Giornata della Memoria, a contrastare il revisionismo e chiamare l'attenzione sui fatti, sulla verità.

L'Europa di cui parla era cristiana....

Lo era stata, ma aveva già in gran parte abbandonato il cristianesimo. Il Nazismo era il culmine di questo processo di rifiuto del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, il Dio e Padre di Nostro Signore Gesù Cristo.

Come vivono gli ebrei di fede cristiana, come Lei, il ricordo della Shoa?

Come tutti gli altri nostri fratelli del popolo ebraico, in piena condivisione. Gli stessi oppressori nazisti accomunavano tutti, credenti e non credenti, ebrei ortodossi, liberali, atei e credenti in Cristo, come testimonia il martirio di Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo la dottoressa Edith Stein, che perciò veneriamo molto particolarmente. Lei personifica, per tutti noi, la nostra perfetta appartenenza al popolo ebraico, pur essendo attualmente all'interno di esso una minoranza religiosa.

Lei ha un suo progetto particolare per dare un apporto alla Memoria?

Sì, infatti, vorrei che ci fosse una lapide commemorativa nella sinagoga frequentata dalla famiglia di mia madre nella sua città in Moravia, unica famiglia sopravvissuta alla Shoa. La sinagoga è ora una chiesetta pravoslava e ho ragioni per confidare che l'Ordinario possa essere favorevole. Ci sono stato e son rimasto profondamente commosso. Sto cercando i fondi. E' il minimo che dovrei fare, che si dovrebbe fare.

E l'Europa che, come Lei ha osservato, mentre era in preda al neopaganesimo rampante, tradì gli ebrei....

L'Europa si è risollevata, e i suoi rifondatori del secondo dopoguerra, erano guidati dalla loro fede cristiana. Che il nuovo trattato costituzionale lo ammetta esplicitamente o no, i suoi contenuti valoriali sono profondamente radicati nell'umanesimo biblico e cristiano. Solo che, venuto a mancare il riferimento più esplicito a queste radici, forse non si provvede in modo adeguato a prevenire il pericolo di allontanarsene anche nella sostanza.... non subito, ma....Ecco perchè trovo tanto significativa la proclamazione da parte del Papa Giovanni Paolo II di Edith Stein come Compatrona dell'Europa, che ne avrebbe tanto bisogno...

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