18/03/2016, 11.22
THAILANDIA
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P. Pelosin: Thailandia, povertà e sfruttamento, ma anche generosità e vocazioni. Cristo è risorto

di Adriano Pelosin

Nella sua lettera in occasione di Pasqua, il missionario del Pime in Thailandia da quasi 40 anni, descrive la miseria vissuta ogni giorno da migliaia di persone. A fianco di usura, corruzione e abbandono, però, si notano segnali di speranza. Giovani che si dedicano gratis agli ultimi, rifugiati politici che entrano in seminario: “A Pasqua 15 catecumeni verranno battezzati”.

Bangkok (AsiaNews) – Riportiamo di seguito la lettera che p. Adriano Pelosin ha voluto indirizzare, in occasione della Pasqua, a tutti i suoi amici e benefattori per raccontare l’attività e le storie di grazia e di conversione che sono nate grazie ad essa.  Il missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere, originario di Loreggia (Padova), è in Thailandia da 35 anni, ed è anche superiore dell’Istituto Missionario Thailandese. La presenza dei cattolici in Thailandia ha una percentuale davvero esigua, appena dello 0,1% su una popolazione totale di 66,7 milioni di abitanti, ma è ricca di vitalità e spirito di iniziativa soprattutto nel sociale e nel settore dell'istruzione.

Carissimi amici,

Il 5 marzo torno da un giro in giardino e vedo che gli alberi di mango stanno fiorendo adesso, con due mesi di ritardo, segno del cambiamento climatico. Ho notato anche che il gran canale che porta l’acqua per irrigare le risaie e le coltivazione di vegetali è quasi secco, segno di una imminente siccità (ricordiamo che cinque anni fa abbiamo avuto un’alluvione di dimensioni bibliche).

La situazione politica non è cambiata, siamo ancora sotto la dittatura militare. E anche se il prezzo della benzina è sceso, il costo della vita continua a crescere. Questo è il momento degli usurai che fanno fortuna sulla miseria della gente. Distribuiscono danaro al 5%, 10%, 20% di interesse al giorno… La povera gente perde quel poco che ha perché non può pagare né gli interessi, né il fondo.

Nei mesi di gennaio e febbraio ho pagato i debiti di parecchie persone, soprattutto nonne con nipotini. Le ragioni dei debiti: un incidente, una morte improvvisa, una malattia prolungata, il capo famiglia è in prigione, gioco d’azzardo, fallimento dell’attività economica. Allora chi rimane non può più pagare le rate della moto, della casa, degli strumenti di lavoro o, per esempio, della motocicletta con carrozzella che serve per raccogliere rifiuti da riciclaggio.

Il 13 marzo sono stato a trovare Deng, un uomo di 37 anni con cinque figli. La moglie è scappata di casa dopo aver litigato con lui. La figlia maggiore ha 16 anni e ha appena partorito un bellissimo bambino. Abbiamo contattato il Centro San Martino dei Padri del Pime a Pak Kret [quartiere a nord di Bangkok ndr] perché accolga i quattro bambini più piccoli. Andranno lì quando le scuole chiuderanno per le vacanze il 25 marzo.

Il 14 marzo il signor Sammat mi ha detto che la signora Rerai ha superato l’operazione: un tumore all’intestino ed emorroidi. Rerai vive sola con un figlio, in una capanna senza acqua e senza luce; ha appena fatto il funerale di due figli morti di tubercolosi; anche suo marito è morto. Rerai soffriva molto, ma non voleva andare in ospedale perché da quando è nata, i suoi genitori non l’hanno registrata come cittadina thai e quindi non ha il diritto alla cure mediche gratis. I signor Sammat e suo figlio Pat, per più di dieci giorni hanno girato mezza Thailandia per trovare i parenti di Rerai che potessero testimoniare presso le autorità che Rerai è loro sorella, e che può avere la carta di identità e la famosa “tessera d’oro” con la quale si può essere curati gratis.

Il 15 marzo sono stato con la signora Noi alla corte giudiziaria di Pathumthani. La signora Noi erata stata messa in prigione perché accusata di non aver restituito i soldi presi in prestito da un’usuraia. Io ho pagato la cauzione per poterla tirare fuori dalla prigione. Noi è una vedova povera, e ieri il giudice l’ha proclamata innocente. Questo è già il terzo caso di giustizia in cui sono stato coinvolto personalmente, pagando la cauzione. Un signore buddhista mi ha detto: “Le Cose Sante del Cielo ti assistono”.

Il 16 marzo sono andato con l’avvocato cattolico Kan nella baraccopoli di Lat Lum Kew (Provincia di Pathumthani) a trovare quattrocento famiglie minacciate di sloggiare dopo più di 100 anni che vivono lì, sulle terre di un signore che non conoscono. L’avvocato cercherà di far valere la legge che concede agli abitanti di aver possesso di quella terra dove sono vissuti senza pagare l’affitto per più di 10 anni.  Al pomeriggio ho incontrato un gruppo di genitori i cui figli sono in prigione per aver picchiato un’altro gruppo di giovani (sei ragazzi sono nel carcere minorile altri quattro sono nella prigione per adulti). L’avvocato Kan ha spiegato sia ai ragazzi sia ai loro genitori come andrà il processo e lui si è impegnato ad aiutare questa gente delle barraccopoli di Wat Sake (Pathumtahani) affinché sia fatta giustizia. Qui la polizia spesso ascolta chi dà soldi, ed esagera o riduce le accuse secondo la quantità di soldi ricevuti.

Nel frattempo a Lat Lum Kew stiamo costruendo dei bagni per la povera gente e ristrutturando parecchie case. Il direttore dei lavori è David, un iraniano, rifugiato politico, che da musulmano è diventato cattolico; si sta preparando a diventare sacerdote (se Dio vorrà). Ha già 50 anni e si sta dedicando anima e corpo per aiutare la povera gente. Qui la maggioranza della gente è anziana, e molti sono anche ammalati...

Da due settimane è arrivato anche Nok, un giovane di 22 anni che ha studiato alla scuola alberghiera e adesso vuole aiutare la povera gente. A Wat Kok invece c’è Art, un giovane di 25 anni che ha preso la laurea in Filosofia e adesso insegna gratis ai bambini della scuola più povera e malmessa della città di Pathumthani. La scuola ha poco piu di 100 alunni, dall’asilo alla sesta elementare, e non ha maestri a sufficienza. Per questo noi ci siamo impegnati ad aiutare. Oggi è arrivato anche Chat della tribu Lahu, che ha finito le superiori e potrà dare una mano in questa scuola. C’è anche “IA” un’altro giovane di 25 anni della tribù Mong, che ha finito le superiori e già lavora nella baraccopoli di Wat Sake assieme a fratello Pan, che a giugno andrà nel seminario dell’Istituto Missionario thai per continuare gli studi di teologia.

Quest’anno entreranno nel primo anno di Filosofia Tua e Toey. Tua è un giovane di 30 anni laureato in Storia dell’Arte e Beni Culturali: è professore all’università Rachapat. Ha scoperto la vera gioia di vivere servendo i più poveri nelle baraccopoli. Ha deciso di entrare nell’Istituto Missionario thai. Anche Toey, lureato in Ingegneria di Risorse Umane entrerà nello stesso Istituto questo giugno. Toey, una volta scoperta la sua vocazione, ha cominciato a lavorare nelle fabbriche per creare più giustizia, comprensione e collaborazione tra lavoratori, padroni e dirigenti... così sono cominciati anche i problemi.

Mentre vi sto scrivendo, oggi 17 marzo, quattro dei miei collaboratori sono a visitare i prigionieri nel carcere di Sam Kok [distretto a nord di Bangkok ndr], che provengono dalle baraccopoli dove lavoriamo. Io, appena finito di scrivere la lettera andrò a trovare in ospedale un bambino di quattro anni, senza genitori, che vive con la nonna e altri tre cugini.

La Thailandia non è solo problemi come quelli che vi sto descrivendo. Ma la Thailandia in cui io sono immerso è questa... i poveri stanno aumentando e con i poveri anche i problemi sociali. Ma anche le vocazioni missionarie aumentano e l’interesse per Dio, che ascolta il grido di questa gente e viene loro incontro attraverso di noi. Quest’anno avremo nove seminaristi nel Seminario Maggiore e una decina di ragazzi si stanno preparando ad entrare l‘anno prossimo o tra due anni. Quest’anno abbiamo anche 15 catecumeni che riceveranno il battesimo a Pasqua e altri 30 che si stanno preparando al battesimo per gli anni prossimi... ci sono più di 100 bambini che ogni sabato e domenica ascoltano le “Storia di Gesù”, sanno già pregare e si esercitano nelle opere di misericordia soprattutto verso gli anziani e malati.

C’è una grande abbondanza di pesce, ed è vicino alla riva. Aiutateci a tirare su le reti e portare il pesce a Gesù che sta abbrustolendo altro pesce, il suo corpo donato, la sua Chiesa pellegrina. “Sapevano bene che era il Signore”.  “Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro e così pure il pesce” (Giovanni 21:12-13). La vita della chiesa.

Cristo è veramente risorto ed è in mezzo a noi.

 

Buona Pasqua a tutti.

P. Adriano Pelosin 

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