27/05/2016, 13.36
EGITTO
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P. Rafic: Motivi pretestuosi e condanna unanime per l’attacco estremista ai copti di Minya

Il portavoce della Chiesa cattolica racconta di motivi “basati sul gossip” dietro l’attacco al villaggio di Karma. Una donna di 70 anni privata dei vestiti e costretta a sfilare nuda. Incendiate sette case, depredati i magazzini al grido di “Allah Akbar”. Nella zona attivi gruppi terroristi. Cristiani e musulmani esprimono condanna per una storia “ha generato tristezza e dolore”.

Il Cairo (AsiaNews) - Una storia “basata sul gossip”, un “pretesto” inventato “per attaccare” la comunità cristiana locale, in un’area in cui “vi è una marcata presenza” di gruppi jihadisti ed estremisti islamici. Così p. p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, commenta ad AsiaNews la notizia delle violenze dei giorni scorsi in un villaggio del governatorato di Minya. Una vicenda dai risvolti contraddittori, che ha avuto ampia eco in Egitto, e che ha generato una risposta comune fra cristiani e musulmani di “tristezza e dolore: nessuno è contento o felice per l’attacco”. 

La vicenda risale al 20 maggio scorso ed è avvenuta nel villaggio di Karma, nella provincia di Minya, nel centro del Paese. A scatenare la violenza della comunità musulmana locale, le voci di una presunta relazione extraconiugale fra un cristiano e una musulmana. Per vendicare l’affronto una folla avrebbe incendiato le case di sette famiglie e costretto la madre dell’adultero - fuggito in un luogo sicuro - a sfilare nuda per le vie del villaggio. La vittima è una donna di 70 anni, aggredita a parole e gesti, privata dei vestiti e fatta sfilare per le vie del villaggio. 

Secondo alcune testimonianze gli assalitori avrebbero gridato “Allah Akhbar” (Dio è grande) e “gli infedeli devono andarsene”, poi hanno dato fuoco a sette abitazioni appartenenti a famiglie cristiane. Infine, dopo aver esploso alcuni colpi di arma da fuoco hanno svuotato i magazzini con tutte le provviste. La polizia ha compiuto in queste ore una serie di arresti, fermando almeno sei sospetti che avrebbero preso parte alle violenze e sono alla ricerca di altre 12 persone.

Interpellato sulla vicenda, il patriarca copto ortodosso Tawadros II ha lanciato un appello alla calma, invitando la comunità a “dar prova di autocontrollo e di saggezza”, con l’obiettivo di “preservare la pace sociale”. Anche il presidente egiziano Abdel-Fattah El Sissi ha condannato con forza l’attacco, invocando pene esemplari per i responsabili; egli ha inoltre concesso un mese di tempo ai militari per ricostruire le proprietà distrutte, senza oneri per le famiglie e le spese a carico dello Stato. 

Ad AsiaNews il portavoce della Chiesa cattolica in Egitto parla di una vicenda che ha colpito tutto il popolo egiziano, cristiani e musulmani, che “uniti” condannano l’attacco. “Una storia infarcita di gossip - racconta p. Rafic - con una storia di presunte relazioni e tradimenti usata dai fondamentalisti per attaccare”. Il problema, aggiunge, è che l’area di Minya “manca di sicurezza” e nella zona “sono attivi” diversi gruppi “terroristi e fondamentalisti” che trovano riparo “nei deserti e fra le montagne”. 

“La storia in sé della relazione fra un cristiano e una musulmana - aggiunge - non è vera, ma un pretesto utilizzato dagli estremisti per colpire. Hanno bruciato case e denudato la donna [che agli investigatori ha corretto in parte il racconto della storia, minimizzando], facendola sfilare per il villaggio a bordo di un’auto”. Il presidente, racconta p. Rafic, “ha chiesto l’intervento della Corte militare”, ma il punto è “garantire maggiore sicurezza nell’area”.

A questo si aggiunge “l’inerzia o connivenza della polizia locale”, che il giorno precedente l’attacco aveva ricevuto la denuncia di minacce da parte della comunità cristiana locale. E il giorno dell’assalto, aggiunge il sacerdote, “ha fatto trascorrere diverso tempo, più di due ore, prima di intervenire aggravando con il loro operato una situazione già delicata”. Di positivo, conclude il portavoce della Chiesa cattolica, il fatto che “tutti gli egiziani hanno condannato con forza una vicenda che ha generato tristezza e dolore”.

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