07/11/2008, 00.00
ASIA – STATI UNITI
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Paesi - asse del male "aprono" a Obama. Al Qaeda lo invita a convertirsi all'Islam

Ahmadinejad fa gli auguri al neo-presidente Usa e chiede cambiamenti “fondamentali e doverosi” in materia di politica estera. La Corea del Nord si dice pronta “al dialogo” e invita Obama a “fare tesoro degli errori” commessi dai precedenti governi. Nessun commento ufficiale dal Myanmar.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Dai Paesi dell'asse del male giungono parziali aperture al neo-presidente americano Barack Obama, al quale si chiede di sconfessare la linea adottata in politica estera dal predecessore George Bush. Un gruppo fondamentalista legato ad al Qaeda invita invece Obama e i Paesi cristiani alleati a "convertirsi all'Islam".

Giovedì 6 novembre l’agenzia ufficiale Irna ha pubblicato un testo in cui il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad si congratula con Barack Obama per il successo alle urne e invita il neo Capo di Stato Usa a cambiamenti “fondamentali e doverosi” in materia di politica estera, all’insegna della “non-ingerenza” nelle questioni interne degli altri Stati.  

In un documento pubblicato sulla versione inglese dell’agenzia ufficiale Irna, il presidente iraniano si “congratula” con Barack Obama per aver saputo “attirare la maggioranza dei voti dei partecipanti alle elezioni” e auspica che egli si adoperi per “ristabilire la reputazione perduta” dall’America e a “rispettare i diritti umani e rafforzare le fondamenta della famiglia”.

È il primo messaggio di auguri che un leader iraniano invia ad un neo-eletto presidente americano dal 1979, anno della rivoluzione khomeinista con l’ascesa al potere degli ayatollah. Da quasi 30 anni i due Stati non hanno rapporti diplomatici a livello ufficiale e George W. Bush ha più volte inserito l’Iran nella lista dei Paesi che fanno parte del cosiddetto “asse del male”.

“Convertitevi all’Islam” è il messaggio che i leader di al Qaeda hanno lanciato “ai nuovi capi della Casa Bianca e ai loro alleati dei Paesi cristiani”. Il testo è firmato da Abu Omar al Baghdad, una associazione di gruppi terroristici guidati dal ramo iracheno di Al Qaeda.

Una parziale apertura al nuovo presidente americano giunge pure dalla Corea del Nord, che sarebbe pronta “a firmare accordi” con la nuova amministrazione Usa. A riferirlo è Ri Gun, rappresentante nord-coreano nei dialoghi a sei sul programma nucleare di Pyongyang. “Noi saremo pronti a dialogare se [gli Stati Uniti] cercano il dialogo”. Un quotidiano legato al regime di Pyongyang, stampato in Giappone, sottolinea inoltre “la nuova fase” in cui è entrata la penisola coreana” e invita la nuova amministrazione Obama a “fare tesoro degli errori dei governi che l’hanno preceduta”.

Dal Myanmar, retto da oltre 20 anni da un regime militare che reprime nel sangue il dissenso, nessun commento ufficiale sinora sull’esito delle elezioni americane. I leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld) salutano invece “con cautela” la vittoria di Obama e ribadiscono che “solo il tempo” dirà se il nuovo presidente saprà “aprire una breccia” nell’isolamento imposto dalla dittatura al potere nella ex-Birmania.

 

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