04/10/2005, 00.00
PAKISTAN
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Pakistan, donne nelle madrassah condannate all'isolamento e all'isterismo

di Qaiser Felix
Dopo la visita ad una scuola islamica, attivisti musulmani denunciano la condizione delle studentesse: niente accesso a internet o Tv, le giovani ignorano la realtà esterna e hanno bisogno di assistenza psicologica; il loro destino è rimanere dipendenti dagli uomini e ai margini della società.

Faisalabad (AsiaNews) – Non hanno accesso a radio, televisione o computer, studiano materie obsolete e ignorano perfino l'esistenza di altri luoghi al di fuori del posto in cui vivono. Sono le studentesse delle madrassah (scuole islamiche) pakistane. AsiaNews ha intervistato alcuni esperti musulmani che denunciano le gravi condizioni psicologiche di queste ragazze, costrette ad un'esistenza isolata e "claustrofobica", condannate a rimanere ai margini della società in cui vivono.

Le scuole coraniche sono da mesi sotto i riflettori internazionali. Dopo la scoperta che almeno uno degli attentatori del 7 luglio a Londra aveva studiato in una scuola coranica pakistana, il presidente Pervez Musharraf ha ordinato l'espulsione di tutti gli stranieri dalle madrassah, "fucine del terrore". Le madrasse gestite da imam fondamentalisti e fuori dal controllo governativo, perché private,  hanno anche la responsabilità di continuare ad alimentare l'arretratezza delle loro studentesse, incapaci così di poter "svolgere un ruolo attivo nel Paese, dove costituiscono la metà della popolazione". A denunciarlo sono un'avvocatessa musulmana, Shagufta Ahsan e Sheik Mansoor Ahmad, anch'egli legale e attivista per i diritti umani.

Quest'ultimo è reduce dalla visita a una madrassah di Faisalabad, di cui per motivi di sicurezza non ha voluto rivelare il nome. "Alle studentesse – racconta – viene impartita un'educazione esclusivamente religiosa, il tutto si svolge in un'atmosfera soffocante e sono del tutto assenti non solo materie moderne, come l'informatica, ma molte non sanno neppure se esistono altre città al di fuori di quella in cui vivono. Non hanno – denuncia l'avvocato -possibilità di accedere a radio, Tv o computer e conoscono solo il posto dove sorge la madrassah e il loro villaggio d'origine che visitano saltuariamente". "Mancano lezioni di lingua inglese, di scienza, matematica e informatica". "Come conseguenza - aggiunge l'attivista - molte ragazze soffrono di isterismo e hanno bisogno di assistenza psicologica".

"In questo modo - avverte Ahsan - le donne educate nelle madrassah non potranno mai svolgere un ruolo attivo all'interno della società, sebbene rappresentino la metà dell'intera popolazione del Pakistan" (oltre 162 milioni di abitanti). 

Le scuole islamiche offrono istruzione e alloggio gratuiti, ma molte sfuggono al controllo statale e portano avanti curricula indipendenti, incentrati sullo studio della religione. Le condizioni delle donne è già molto difficile: le studentesse vengono per la maggior parte da famiglie povere di villaggi dove il tasso di alfabetizzazione è molto basso. Ahsan spiega inoltre che le donne sono ancora completamente dipendenti dagli uomini: "Perfino se devono andare con urgenza dal dottore non possono farlo se non accompagnate".

"L'islam non prevede divieti verso un'educazione di stampo moderno – spiega la donna avvocato – e studiare materie come l'inglese e le scienze può solo aprire le loro menti in modo da avere una visione più aperta del mondo in cui vivono". "Alle studentesse della madrassah sono proibite attività extrascolastiche le quali potrebbero, invece, rendere meno soffocante l'atmosfera in cui vivono".

Secondo Ahmad, il governo pakistano ha il compito fondamentale di controllare queste scuole e chi le gestisce. L'attivista sottolinea la necessità di educare i religiosi musulmani al dialogo interreligioso, alla tolleranza e alla modernità. Nell'islam, ad esempio "la Jihad (guerra santa) viene dichiarata quando la religione è in pericolo, ma deve essere proclamata dal governo e non dai religiosi, come succede spesso". "È un obiettivo difficile e che richiede tempo - conclude - ma porterebbe sicuramente a un cambiamento positivo e costruttivo".

Musharraf ha ordinato la registrazione di tutte le scuole coraniche entro la fine dell'anno; Ahamd avverte che i religiosi musulmani sono però contrari, perché non vogliono perdere il monopolio, che detengono sull'istruzione. Non si conosce il numero esatto di madrassah in Pakistan: stime approssimative parlano di cifre tra le 10 mila e le 13 mila; di recente i media locali ne hanno calcolate circa 16 mila. Le madrassah vengono finanziate da ricchi privati musulmani e da Paesi islamici come l'Arabia Saudita.
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