29/08/2005, 00.00
PAKISTAN
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Pakistan, elezioni locali "manipolate" dal governo e "rese inutili"

di Qaiser Felix

Dopo la seconda fase delle elezioni amministrative locali, Ong e partiti di opposizione denunciano "brogli, caos e manipolazioni" da parte del governo. Elettorato ancora diviso per confessione religiosa.

Faisalabad (AsiaNews) – Organizzazioni per i diritti civili e umani, insieme a molti partiti di opposizione, hanno criticato con durezza il governo "per aver influenzato e reso inutili" le elezioni amministrative locali in Pakistan. L'esecutivo è colpevole "di aver favorito i candidati dei partiti di maggioranza nazionale" e di aver manipolato i votanti "per mantenere il predominio anche a livello locale".

"Le elezioni non solo sono state manipolate in massa – denuncia Asma Jahangir, presidente della Commissione diritti umani del Pakistan – sia prima che durante il voto, ma hanno danneggiato gravemente il concetto di democrazia pluralista e multi-partitica" . La Commissione ha pubblicato venerdì 26 un documento per commentare il risultato delle elezioni in cui critica "la scelta governativa di tenere le elezioni locali non sulla base dei partiti, una metodologia non compatibile con le norme democratiche che incoraggia e promuove la corruzione".

Jahangir sottolinea le molte denunce ricevute dalla Commissione contro le pressioni fatte agli elettori per votare la coalizione di maggioranza, soprattutto nella provincia di Sindh. Il presidente accusa inoltre la Commissione elettorale di "aver svolto il proprio compito in maniera disonesta" e definisce questo fallimento "l'ennesima dimostrazione di quanto vi sia bisogno di un organismo indipendente per svolgere questi compiti".

"Allo stato attuale delle cose – conclude il documento della Commissione – nessuno può essere sicuro della libertà o della correttezza delle elezioni generali previste per il 2007. Tutti i partiti, inclusi quelli al governo, devono capire che le elezioni così svolte sono un esercizio senza senso". Shahbaz Bhatti, presidente dell'All Pakistan Minorities Alliance [Apma, organismo che riunisce le minoranze del Paese ndr] dice ad AsiaNews che "il sistema di un elettorato congiunto, respinto ancora una volta, sarebbe una fonte di armonia sociale e di vicinanza fra persone con fedi diverse".

La Commissione elettorale nazionale (Cen) aveva infatti sciolto il 30 giugno tutti i governi locali,  eletti sulla base di liste separate per confessione religiosa. L'Apma aveva chiesto un sistema di elettorato congiunto senza differenziarle in base alla religione;il sistema non è stato però applicato in queste elezioni.

Bhatti critica anche la scelta governativa di riservare ai musulmani maschi 4 seggi ed alle musulmane 2 seggi per ogni Consiglio distrettuale, che conta 13 seggi. "Con una maggioranza nazionale del 97 % di confessione musulmana – dice - riservare anche dei seggi significa escludere a priori ogni altro candidato".

La Pattan Development Organisation (Pdo), una Organizzazione non governativa che ha monitorato le fasi delle elezioni, punta il dito contro "il caos, lo scompiglio e la totale disorganizzazione evidenti durante le 2 fasi elettorali" che hanno "ucciso almeno 50 persone". Secondo la Pdo su 4.094 elettorali interpellati, 1.019 hanno ammesso di essere stati pressati con indicazioni su chi votare fino nei seggi elettorali. L'organizzazione definisce "molto probabile" il ripetersi di eventi del genere durante la terza fase delle elezioni governative locali, prevista per il 29 settembre.

Il Pakistan conta circa 148 milioni di abitanti, con il 97 % di fede musulmana. La minoranza cristiana si aggira intorno al 2,5 % con più di 1 milione di cattolici.

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