23/01/2006, 00.00
PAKISTAN
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Pakistan: arrestato religioso islamico, assassino di un giovane cattolico

di Qaiser Felix

E' membro di una madrassah dove 2 anni fa hanno torturato fino alla morte Javed Anjum, nel tentativo di convertirlo all'Islam. Pericolo per il legale e il padre del ragazzo: estremisti islamici armati affollano le udienze del processo.

Lahore (AsiaNews) – A quasi due anni dall'omicidio del giovane cattolico Javed Anjum la polizia ha arrestato un altro dei suoi torturatori: l'insegnante di scuola islamica, Umar Hayat. AsiaNews ha parlato con l'avvocato della famiglia del 19enne ucciso. Khalil Tahir Sindhu racconta la pericolosa battaglia legale segnata dalle minacce dell'estremismo islamico e lancia un appello perchè si preghi per tutte le vittime di leggi discriminatorie nel paese.

Umar Hayat, religioso islamico, è stato arrestato a metà gennaio con l'accusa di aver torturato Javed Anjum, insieme ad altri 2 insegnanti islamici della madrassah di Jamia Hassan Bin Murtaza, a Toba Tek Singh, provincia del Punjab. Per 5 giorni, nell'aprile del 2004, i tre avevano cercato con la forza di convertire il cristiano all'Islam. Dopo le violenze hanno consegnato Javed alla polizia con false accuse; le sue ferite erano così gravi che le cure mediche non sono servite a nulla. Il ragazzo è morto il 2 maggio in un ospedale statale di Faisalabad.

Sul letto di morte Javed aveva fatto il nome di uno degli aguzzini, Ghulam Rasool, subito arrestato. Durante l'interrogatorio il detenuto ha indicato Tayyab e Umar Hayat come suoi complici. Tayyab – riferisce l'avvocato Sindhu – ha poi confessato la sua colpa e testimoniato contro Rasool e Hayat.

"Per il nostro caso – commenta l'avvocato Sindhu - è veramente un buon risultato che questo insegnante religioso, in libertà da 22 mesi, sia finalmente dietro le sbarre". "Ma - aggiunge - non siamo soddisfatti di quella che giudico un'indagine difettosa". Il legale spiega che la polizia ha trasferito Hayat in un carcere distrettuale a Jhangh senza le adeguate indagini e senza rinvenire gli strumenti di tortura".

Sindhu riferisce poi che il 15 gennaio scorso il padre di Javed, Pervez Masih, ha deciso di appellarsi all'Alta Corte di Lahore contro il rifiuto del giudice distrettuale ad annettere tra le prove ufficiali la registrazione video con la testimonianza del giovane in fin di vita. "È un nostro diritto – spiega –  previsto dalla legge pakistana".

Tutto il processo, inoltre, è stato segnato dalla presenza di numerosi estremisti islamici armati. L'avvocato Sindhu racconta che partecipano ad ogni udienza, alcuni entrano in aula altri aspettano all'uscita. "Vogliono intimorirci – dichiara – portarci al punto di ritirare la denuncia e abbandonare il caso". Sindhu ha chiesto e ottenuto una scorta per lui e Pervez Masih. Nella petizione presentata al giudice distrettuale l'avvocato lamenta che i religiosi e gli studenti di madrassah arrivati al processo, non sono mai stati controllati all'entrata.   

A conclusione della sua intervista, il legale lancia un appello: "Pregate per me, per tutti gli avvocati che si battono per questo genere di casi e per tutte le vittime di leggi discriminatorie in Pakistan".

A tutt'oggi la polizia detiene Hayat e Rasool nel carcere di Jhang Sudr, vicino a Toba Tek Singhm. Tayyab è stato scarcerato su cauzione nel dicembre 2004.

Fonti anonime in Punjub parlano di legami informali della madrassah Jamia Hassan Bin Murtaza con il gruppo fondamentalista Sipah-e-Sahaba, dichiarato illegale dal governo già nel 2002. 

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