21/10/2018, 12.21
VATICANO
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Papa: Giornata Missionaria Mondiale, insieme ai giovani: questa è la strada

All’Angelus, papa Francesco racconta che al Sinodo emergono “testimonianze di giovani che in Gesù hanno trovato il senso e la gioia della vita” attraverso altri giovani. Un’Ave Maria per i missionari che “lontano dalla patria”, hanno speso la vita per l’annuncio. “La via del servizio è l’antidoto più efficace contro il morbo della ricerca dei primi posti, la medicina per gli arrampicatori, che contagia tanti contesti umani e non risparmia neanche i cristiani, anche la gerarchia ecclesiastica”. Un applauso per il sacerdote gesuita Tiburzio Arnaiz Muñoz, beatificato ieri in Spagna.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Insieme ai giovani: questa è la strada!”: così papa Francesco ha ricordato il tema della Giornata missionaria mondiale (Gmm) che si celebra oggi in tutto il mondo. Nel maggio scorso, il pontefice aveva diffuso il messaggio per la Gmm proprio su questo tema: “Insieme ai giovani portiamo il Vangelo a tutti”. Il tema è correlato a quello del Sinodo, in svolgimento in Vaticano in queste settimane, spingendo i giovani ad essere protagonisti dell’annuncio della fede ai propri coetanei, come ha spiegato ancora Francesco: “E’ la realtà che, grazie a Dio, stiamo sperimentando in questi giorni nel Sinodo a loro dedicato: ascoltandoli e coinvolgendoli scopriamo tante testimonianze di giovani che in Gesù hanno trovato il senso e la gioia della vita. E spesso lo hanno incontrato grazie ad altri giovani, già partecipi di questa sua compagnia di fratelli e sorelle che è la Chiesa. Preghiamo perché alle nuove generazioni non manchino l’annuncio della fede e la chiamata a collaborare alla missione della Chiesa”. A braccio, il papa ha poi aggiunto: “Io penso a tanti cristiani, uomini e donne, laici consacrati, sacerdoti e vescovi, che hanno speso la loro vita lontano dalla patria, annunciando il Vangelo…. A loro la nostra preghiera: Ave Maria…”.

In precedenza, prima della recita dell’Angelus, Francesco ha commentato il vangelo della messa di oggi (29ma per anno, B, Marco 10,35-45), che racconta l’episodio in cui i due fratelli Giacomo e Giovanni chiedono di avere i primi posti quando Gesù entrerà “nella gloria”. Gesù, ha sottolineato il papa, “cerca di correggere i suoi discepoli convertendoli dalla mentalità del mondo a quella di Dio”.

“Gesù – ha continuato - sa che Giacomo e Giovanni sono animati da grande entusiasmo per Lui e per la causa del Regno, ma sa anche che le loro aspettative e il loro zelo sono inquinati dallo spirito del mondo”. Ma Egli “poi si accorge che gli altri dieci Apostoli si arrabbiano con Giacomo e Giovanni, dimostrando così di avere la stessa mentalità mondana. E questo gli offre lo spunto per una lezione che vale per i cristiani di tutti i tempi, anche per noi”.

“Il messaggio del Maestro è chiaro: mentre i grandi della Terra si costruiscono ‘troni’ per il proprio potere, Dio sceglie un trono scomodo, la croce, dal quale regnare dando la vita: «Il Figlio dell’uomo – dice Gesù – non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (v. 45).  La via del servizio è l’antidoto più efficace contro il morbo della ricerca dei primi posti, la medicina per gli arrampicatori, che contagia tanti contesti umani e non risparmia neanche i cristiani, anche la gerarchia ecclesiastica. Perciò, come discepoli di Cristo, accogliamo questo Vangelo come richiamo alla conversione, per testimoniare con coraggio e generosità una Chiesa che si china ai piedi degli ultimi, per servirli con amore e semplicità. La Vergine Maria, che aderì pienamente e umilmente alla volontà di Dio, ci aiuti a seguire con gioia Gesù sulla via del servizio, la via maestra che porta al Cielo”.

Dopo la preghiera mariana, Francesco ha ricordato che ieri, a Malaga (Spagna), è stato proclamato beato il sacerdote gesuita Tiburzio Arnaiz Muñoz (1865-1926), fondatore delle Missionarie delle dottrine rurali. “Rendiamo grazie al Signore – ha detto il papa - per la testimonianza di questo zelante ministro della Riconciliazione e instancabile annunciatore del Vangelo, soprattutto tra gli umili e i dimenticati. Il suo esempio ci spinga ad essere operatori di misericordia e missionari coraggiosi in ogni ambiente; la sua intercessione sostenga il nostro cammino. Al beato Tiburzio, un applauso, tutti”.

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