25/10/2014, 00.00
VATICANO
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Papa: Mai come oggi la famiglia è sotto attacco, il rinnovamento della Chiesa parte dal cuore

Ricevendo il movimento apostolico di Schönstatt per il centenario della fondazione, Francesco imposta un dialogo a braccio. Sui problemi affrontati al Sinodo dice: "C'è una grande crisi della famiglia, serve una pastorale 'corpo a corpo' e un accompagnamento paziente". Su Maria, Madre della Chiesa: "Senza di Lei vivremmo tutti in orfanotrofio". La Chiesa che non esce "si limita a pettinare le pecore già nel suo gregge". Il rinnovamento "non è quello della Curia o del Vaticano, i giornali sbagliano. Il rinnovamento che cerco è quello del cuore".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Mai come oggi "la famiglia è sotto attacco. Gli storici della Chiesa avranno da ridire su questo, ma penso che la famiglia si stia imbastardendo: come se fosse semplicemente un modo di associarsi fra persone. Non è questo, la famiglia non è questo". Lo ha detto papa Francesco ricevendo in udienza in Aula Paolo VI i circa 7mila aderenti del movimento di Schönstatt, radunati in Vaticano in occasione del centenario di fondazione. Prima dell'arrivo del pontefice, canti e testimonianze da tutto il mondo sul carisma del gruppo.

Il dialogo si svolge in forma di domande e risposte in spagnolo. La prima, posta al Papa da una giovane famiglia con tre figli piccoli, riguarda i risultati del Sinodo sulla famiglia appena concluso: "Come possiamo aiutare - chiedono gli sposi - i fratelli che non si sentono accolti nella nostra Chiesa, e i fidanzati che cercano nel matrimonio un percorso di pienezza di vita?".

A questa domanda, il Papa risponde all'inizio con una nota di tristezza: "Il problema che avete posto è molto triste e doloroso. Penso che la famiglia cristiana, il matrimonio non siano mai stati sotto attacco come oggi. Direttamente o indirettamente. Può essere che mi sbagli, gli storici della Chiesa avranno da ridire, ma penso che la famiglia si stia imbastardendo: come se fosse semplicemente un modo di associarsi fra persone. Ma così si può definire famiglia qualsiasi cosa". La tristezza, sottolinea Francesco, "viene anche dalle tante famiglie ferite e dai tanti matrimoni finiti; quanto relativismo c'è nella concezione del matrimonio. Dal punto di vista sociologico, dei valori umani, del sacramento cristiano... c'è proprio una crisi della famiglia. Questo perché la attaccano da tutti i lati, e rimane ferita".

Ovviamente, riprende il Papa, "potremmo limitarci a fare un bel discorso e delle belle dichiarazioni di principio su questo problema. Certo, queste vanno fatte. Bisogna dire con forza: 'Quello che proponete non è matrimonio', va detto in maniera chiara. Ma serve anche e soprattutto una pastorale di aiuto che, in questo caso, deve essere 'corpo a corpo': accompagnare, perdere del tempo con chi ha dei problemi. Il grande maestro della perdita di tempo era Gesù, che ha perso tempo per accompagnare e far maturare le coscienze. Accompagnare significa fare un cammino insieme"

Per quanto riguarda la preparazione dei giovani, Francesco si chiede: "Come si fa a portare i fidanzati al matrimonio con due conferenze? Non si può fare! È un peccato di omissione da parte nostra, dei preti. La preparazione al matrimonio deve venire da molto lontano. Molti non sanno quello che fanno, si sposano senza sapere cosa significa. Le condizioni che si promettono sono importanti: tutti dicono tutti 'sì', ma ti sei reso conto che questa cultura del provvisorio - non solo nella famiglia, ma anche nella Chiesa - distrugge? Bisogna recuperare molte cose della famiglia, ma non bisogna scandalizzarsi davanti alle crisi".

Le persone che non si sposano, chiude la risposta, "che convivono e basta, che scelgono convivenze 'part-time'... Ecco, sono nuove forme, totalmente distruttive e limitanti della grandezza del matrimonio. È per questo che abbiamo tante separazioni, divorzi... La chiave sta nell'accompagnare, non facendo proselitismo che non porta a nulla. Solo accompagnare, con grande pazienza".

La seconda domanda interroga il pontefice sul "ruolo missionario di Maria" nella nuova evangelizzazione e nel rinnovamento della Chiesa. La Vergine, risponde Francesco, "Prima di tutto è madre. Maria è 'La' Madre, che ha portato Cristo e ci aiuta a farlo nascere e crescere in noi. È Madre della Chiesa, è maternità. Non abbiamo diritto - e se lo facciamo sbagliamo - a pensare di poter essere orfani nella vita. Abbiamo una Madre! È una madre che non solo ci dà la vita, ma che ci educa nella fede. È diverso crescere nella fede, cercarla senza l'aiuto di Maria. È un'altra cosa, come crescere nella fede senza la Chiesa. Una Chiesa senza Maria è un orfanotrofio".

La terza coppia chiede al Papa come si possa vivere "una vita più piena con Cristo". A questo quesito, sceglie di rispondere "partendo  da una frase di Benedetto XVI: 'La Chiesa non cresce con il proselitismo, ma con l'attrazione. E l'attrazione la dà la testimonianza'. Ecco il primo consiglio: testimoniate, in modo da avvicinare gli altri e spingerli a vivere come noi. Non c'è cosa più importante". Essere testimoni "significa immergersi, dopo aver fatto una scelta di vita. Senza testimonianza non potete aiutare nessuno. È evidente che tutti siamo deboli, abbiamo i nostri problemi, e non sempre siamo buoni testimoni. Ma quella capacità di chiedere perdono quando la nostra testimonianza non è quella che deve essere è anche quella una testimonianza".

E poi c'è la sottolineatura della missione: "Mi ripeto molte volte: una Chiesa che non esce è una Chiesa sbagliata. È un gruppo di elite, che invece di andare fuori a cercare le pecore si dedica al piccolo gregge che già ha e lo pettina. Ma questi non sono pastori, sono parrucchieri spirituali! Una comunità chiusa si ammala".

La diversità e la ricchezza della Chiesa sono il tema dell'ultima domanda: "Il mondo ha bisogno di testimonianze di generosità. Come possiamo aiutarla di più nel rinnovamento della Chiesa?". Uno pensa a una grande rivoluzione, risponde Francesco, "alcuni pensano a un Papa rivoluzionario. Ma uno dei concetti più antichi del cattolicesimo è proprio il rinnovamento della Chiesa. I santi sono stati in grado di rinnovare la loro santità, e così rinnovare la Chiesa. Vi chiedo come favore, non abbiate paura della santità! Questo significa rinnovare!".

I cambiamenti "vanno fatti, perché la vita cambia. Ma non è un vero rinnovamento, quello della Curia e delle posizioni ecclesiastiche. Quello di cui parlano i giornali non è un rinnovamento, parlano di cose sbagliate. Innanzitutto dobbiamo rinnovare noi stessi, il nostro cuore! Questa è la vera novità. Il rinnovamento che cerco è quello del cuore. In questo mi aiuta la libertà dello Spirito, lasciarlo libero di portarci a fare cose enormi. La libertà dello Spirito non è rilassamento: significa fedeltà e preghiera". 

Il demonio, conclude il Papa, "esiste, lo dico a chi non ci crede, e mette sulla strada tanti ostacoli. L'incomunicabilità, la torre di Babele, sono esempi di questo. Mentre la Chiesa edifica lo Spirito Santo, il diavolo edifica qualcos'altro. È lì che dobbiamo lavorare per una cultura dell'incontro, che ci aiuti a venire in contatto fra di noi come famiglie e come altre realtà. Prendete il Libro della Genesi, Giuseppe e i suoi fratelli. Come questa storia parte dal dolore, termina nell'incontro. Leggete questa storia: Dio ci ha scelti, ci ha promesso e ha fatto un'alleanza con noi. L'alleanza è fatta di promesse. Questo crea solidarietà ecclesiale". 

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