12/09/2010, 00.00
VATICANO
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Papa: Pregate per il mio viaggio apostolico nel Regno Unito

Applausi all’Angelus, quando Benedetto XVI annuncia il suo viaggio in Gran Bretagna. Spiegando il Vangelo di oggi, egli sottolinea che pur essendo peccatori siamo amati da Dio. Nel ritorno a casa del figliol prodigo “è il Verbo stesso che… grida di tornare”. Un saluto agli amici della Fondazione Giovanni Paolo II dall’Arabia saudita.
Castel Gandolfo (AsiaNews) – A conclusione della riflessione prima dell’Angelus, Benedetto XVI ha ricordato che il 16 settembre egli si recherà in Gran Bretagna per la beatificazione del card. John Henry Newman. “Chiedo a tutti – ha detto di accompagnarmi con la preghiera in questo viaggio apostolico”. La sua richiesta è stata accolta da un fortissimo applauso da parte dei pellegrini radunati nel cortile del palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
 
Alla vigilia del viaggio nel Regno Unito, nel Paese si è scatenata una campagna mediatica contro la visita, contro l’insegnamento della Chiesa cattolica sul celibato dei preti e a favore del sacerdozio alle donne, sullo scandalo dei preti pedofili.
 
Il papa ha ripetuto la sua richiesta di preghiere per questo viaggio anche nei saluti in lingua francese.
 
In precedenza Benedetto XVI ha sintetizzato il senso del Vangelo della domenica di oggi, il cap. 15° di san Luca – in cui Gesù narra le tre parabole della misericordia: quella della pecorella smarrita, della dracma perduta, del padre e del figliol prodigo. “Il pastore che ritrova la pecora perduta – ha spiegato - è il Signore stesso che prende su di sé, con la Croce, l’umanità peccatrice per redimerla”.
 
“Cari amici – ha aggiunto - come non aprire il nostro cuore alla certezza che, pur essendo peccatori, siamo amati da Dio? Egli non si stanca mai di venirci incontro, percorre sempre per primo la strada che ci separa da Lui”.
 
Il papa si è soffermato soprattutto sulla parabola del figliol prodigo, sottolineando il “pellegrinaggio interiore” che questi compie, ritornando “a casa, a se stesso e al padre”. Citando sant’Agostino, egli aggiunge: “È il Verbo stesso che ti grida di tornare; il luogo della quiete imperturbabile è dove l’amore non conosce abbandoni (Conf., IV, 11.16)”. E anche “Il pentimento è la misura della fede e grazie ad esso si ritorna alla Verità”.
 
Il papa ricorda anche il figlio maggiore della parabola, che è “indignato per l’accoglienza festosa riservata al fratello” e che ha bisogno anch’egli dell’intervento del padre che lo supplica. “Solo la fede – ha concluso - può trasformare l’egoismo in gioia e riannodare giusti rapporti con il prossimo e con Dio”.
 
Nei saluti in inglese egli ha citato in particolare gli Amici della Fondazione Giovanni Paolo II dall’Arabia saudita.
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