26/07/2014, 00.00
VATICANO - ITALIA
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Papa: a Caserta, per "possedere" il Regno di Dio "bisogna avere il coraggio di dire no al male"

È terribile che una terra così bella sia rovinata così", ha detto arrivando nella zona segnata dalla diossina provocata dal seppellimento di rifiuti tossici e radioattivi organizzato dalla camorra. "Chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l'ambiente e la natura".

Caserta (AsiaNews) - Per "possedere" il Regno di Dio "bisogna avere il coraggio di dire no al male, no alla violenza, no alle sopraffazioni" e diventare "amico di Dio" e quindi "amare i fratelli" e impegnarsi "a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l'ambiente e la natura". Lo dice papa Francesco a Caserta, dove si è recato per una breve visita oggi pomeriggio. E' una città del sud d'Italia al centro di una terra fertilissima, ma segnata dalla diossina provocata dal seppellimento di rifiuti tossici e radioattivi organizzato dalla camorra. "È terribile che una terra così bella sia rovinata così", ha commentato Francesco sull'elicottero che lo ha portato qui.

Il Papa non nomina la camorra - che 20 anni fa uccise don Giuseppe Diana, parroco a Casal di Principe, non lontano da qui . "Tutti - dice - sappiamo il nome di queste forme di corruzione e illegalità" ed  esorta a sperare: "so che voi soffrite - sono le ultime parole dell'omelia - abbiate speranza, la speranza non delude e a me piace ripetere: non lasciatevi rubare la speranza".

Alla messa celebrata nella piazza Carlo III, la più grande d'Italia per estensione, antistante la reggia di Caserta, tra gli oltre 200mila fedeli ci sono molti dei tanti immigrati che lavorano in queste zone: lo testimoniano le numerose bandiere che sventolano. Ce ne sono dell'Argentina, della Polonia e anche quelle gialle e blu  portate dagli ucraini, che al passaggio del Papa liberano delle colombe, E c'è anche un numeroso gruppo di senegalesi con l'imam Youssou Niang.

All'omelia il Papa commenta le parabole del tesoro nascosto nel campo e della perla di grande valore, che vedono come protagonisti un povero bracciante e un ricco mercante. "Per ambedue l'esito finale è lo stesso: la scoperta di qualcosa di prezioso, per l'uno un tesoro, per l'altro una perla di grande valore. Entrambi sono accomunati anche da un medesimo sentimento: la sorpresa e la gioia di aver trovato l'appagamento di ogni desiderio. Infine, tutti e due non esitano a vendere tutto per acquistare il tesoro che hanno trovato. Mediante queste due parabole Gesù insegna che cosa è il regno dei cieli, come lo si trova, cosa fare per possederlo".

"Che cosa è il regno dei cieli? Gesù non si preoccupa di spiegarlo". "Le due parabole sulle quali vogliamo riflettere ci fanno capire che il regno di Dio si fa presente nella persona stessa di Gesù. È lui il tesoro nascosto è Lui la perla di grande valore. Si comprende la gioia del contadino e del mercante: hanno trovato! È la gioia di ognuno di noi quando scopriamo la vicinanza e la presenza di Gesù nella nostra vita. Una presenza che trasforma l'esistenza e ci rende aperti alle esigenze dei fratelli, una presenza che invita ad accogliere ogni altra presenza, anche quella dello straniero e dell'immigrato. E' una presenza accogliente, è una presenza gioiosa, è una presenza feconda. Così è il regno dentro di noi".

"E voi - ha detto poi - potete domandarmi, ma padre come si trova il regno di Dio? Ognuno di noi ha un percorso particolare. Per qualcuno l'incontro con Gesù è atteso, desiderato, cercato a lungo, come ci viene mostrato nella parabola del mercante. Per altri accade all'improvviso, quasi per caso, come nella parabola del contadino. Questo ci ricorda che Dio si lascia incontrare comunque, perché è Lui che per primo desidera incontrare noi e per primo cerca di incontrarci: è venuto per essere il 'Dio con noi'. E Gesù è tra noi, oggi è qui, quando voi siete riuniti, il Signore è qui. È Lui che ci cerca e si fa trovare anche da chi non lo cerca. A volte Egli si lascia trovare nei luoghi insoliti e in tempi inattesi. Quando si trova Gesù se ne rimane affascinati, conquistati, ed è una gioia lasciare il nostro consueto modo di vivere, talvolta arido e apatico, per abbracciare il Vangelo, per lasciarci guidare dalla logica nuova dell'amore e del servizio umile e disinteressato".

E infine "Cosa fare per possedere il regno di Dio? Su questo punto Gesù è molto esplicito: non basta l'entusiasmo, la gioia della scoperta. Occorre anteporre la perla preziosa del regno ad ogni altro bene terreno; occorre mettere Dio al primo posto nella nostra vita, preferirlo a tutto. Dare il primato a Dio significa avere il coraggio di dire no al male, no alla violenza, no alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune. Quando una persona scopre Dio, il vero tesoro, abbandona uno stile di vita egoistico e cerca di condividere con gli altri la carità che viene da Dio. Chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l'ambiente e la natura. Io so che voi soffrite per questa cose, oggi quando sono arrivato uno di voi mi ha detto:  padre ci dia la speranza, ma io non posso darvi la speranza, posso dirvi dove è Gesù là è la speranza. Ciò è particolarmente importante in questa vostra bella terra che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità, tutti sappiamo il nome di queste forme di corruzione e illegalità, richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile di vita evangelico, che si manifesta nel dono di sé e nell'attenzione al povero e all'escluso. Al povero e all'escluso, la Bibbia è piena di questo. Il Signore  dice: 'Ma voi fate questo, fate questo... a me non importa! A me importa che l'orfano sia curato, che la vedova sia curata, che l'escluso sia ricevuto, a me importa che il Creato sia custodito. Questo è il regno di Dio!".

 

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