28/11/2007, 00.00
VATICANO
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Papa: fare ogni sforzo per fermare la diffusione dell’Aids e “lo spregio” di chi ne è colpito

Nel discorso per l’udienza generale, Benedetto XVI afferma che il cristianesimo non è una religione europea che ha esportato cultura europea, la sua “radice” è a Gerusalemme, e quindi in Asia e fin dai primi secoli la sua espansione è andata sia verso occidente che verso oriente. E dopo che la settimana scorsa aveva illustrato la figura di un teologo orientale, Afraate, oggi ha parlato di un altro Padre della Chiesa della stessa provenienza, Efrem il siro.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Fare ogni sforzo per fermare la diffusione dell’Aids e per contrastare “lo spregio” che spesso colpisce coloro che sono colpiti da tale malattia. E’ l’appello che Benedetto XVI ha lanciato oggi, in vista della celebrazione, il primo dicembre, della Giornata mondiale contro l'Aids. “Sono spiritualmente vicino – ha detto il Papa alla fine dell’udienza generale - a quanti soffrono per questa terribile malattia come pure alle loro famiglie, in particolare a quelle colpite dalla perdita di un congiunto. Per tutti – ha aggiunti - assicuro la mia preghiera. Desidero, inoltre - ha detto ancora - esortare tutte le persone di buona volontà a moltiplicare gli sforzi per fermare la diffusione del virus dell'Hiv, a contrastare lo spregio che sovente colpisce quanti ne sono affetti, e a prendersi cura dei malati, specialmente quando sono ancora fanciulli”.
 
Prima dell’appello, nel discorso rivolto alle ottomila persone presenti nell’Aula delle udienze, in Vaticano, Benedetto XVI aveva sostenuto che il cristianesimo non è “una religione europea che poi ha esportato la cultura europea”, come da qualche parte si tende a definirlo: la realtà “è molto più complessa, visto che il cristianesimo ha avuto a Gerusalemme, e quindi in Asia, “la sua radice” e che  l’espansione dei primi secoli dei primi secoli è andata verso occidente ed il mondo greco e latino, ma ugualmente verso oriente, alla Persia ed all’India, dando vita ad un “cristianesimo di cultura diversa”, ma basato sulla comune fede.
 
Per mostrare questa “diversità culturale fin dall’inizio”, oggi il Papa ha illustrato la figura di Efrem il Siro, teologo del IV secolo. Il discorso su Efrem, ha ricordato lo stesso Papa, segue a quello di mercoledì scorso, dedicato ad Afraate, detto “il saggio”, “maestro” siriano, anch’egli del IV secolo.
 
Definito “il più importante rappresentante del cristianesimo di lingua siriana”, Efrem, fu espressione di quella “cultura diversa”. Così, nel maestro siriano “si incontrano teologia e poesia, riflessioni sulla fede che diventano liturgia e musica”. Efrem infatti ha una teologia “presentata in gran parte in forma poetica, che gli permette di usare paradossi e immagini” ed al tempo stesso la teologia diventa liturgia, musica, tanto che “fu onorato dalla tradizione col nome di Cetra dello Spirito Santo”. Di lui, concludendo, Benedetto XVI ha ricordato che fu autore di preghiere nelle quali “il carattere liturgico esalta in tutta la sua bellezza la verità divina”.
 
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