06/06/2010, 00.00
VATICANO-CIPRO-MEDIO ORIENTE
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Papa: il Sinodo rinforzi la solidarietà tra e verso i cristiani del Medio Oriente

Benedetto XVI consegna l’Instrumentum Laboris dell’assemblea sinodale. Ricordo di mons. Padovese. La comunità internazionale operi per porre fine ai conflitti della regione, prima che “conducano a uno spargimento maggiore di sangue”. Ai cristiani, artigiani di riconciliazione, sia riconosciuta la libertà di religione.
Nicosia (AsiaNews) - Il Sinodo per il Medio Oriente “tenterà di approfondire” i legami tra le antiche Chiese di quella regione, di esprimere la solidarietà dei cristiani di tutto il mondo per quei fratelli che in quei Paesi “soffrono grandi prove dovute alla situazione attuale”, di dare sostegno alla testimonianza che essi offrono, di affermare il diritto alla libertà religiosa e di “volgere l’attenzione della comunità internazionale sulla condizione di quei cristiani in Medio Oriente, che soffrono a causa della loro fede, affinché si possano trovare soluzioni giuste e durature ai conflitti che causano così tante sofferenze”.
 
Siamo al termne della messa che Benedetto XVI celebra nel Palazzo dello sport Eleftheria di Nicosia (nella foto), unica messa pubblica della visita a Cipro, che si conclude oggi e il Papa consegnando l’Instrumentum laboris a ciascun membro del Consiglio speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi esprime in questi termini il suo auspicio per il Sinodo che, a ottobre, vedrà riuniti a Roma i rappresentanti di tutte le Chiese cattoliche della regione, per la quale il Papa rinnova il suo appello “per uno sforzo internazionale urgente e concertato al fine di risolvere le tensioni che continuano nel Medio Oriente, specie in Terra Santa, prima che tali conflitti conducano a uno spargimento maggiore di sangue”.
 
Al Sinodo, un vescovo mancherà: mons. Luigi Padovese, raccomandato al “Signore della pace” durante la preghiera dei fedeli. Ne sottolinea la mancanza il segretario generale del Sinodo, mons. Nikola Eterović e, prima di consegnare il dcumento sinodale ai presenti, il Papa ricorda che ”come presidente della Conferenza episcopale turca, ha contribuito alla preparazione dell’Instrumentum laboris”. “La notizia della sua inattesa e tragica morte, martedì, ha sorpreso e colpito tutti noi. Raccomando la sua anima alla misericordia di Dio onnipotente, memore di quanto si è impegnato, specialmente da vescovo, per la comprensione interreligiosa e culturale e per il dialogo tra le Chiese. La sua morte - ha concluso - è un ricordo che fa rifletteresulla vocazione che condividono tutti i cristiani, essere coraggiosi testimoni in ogni circostanza di ciò che è buono, nobile e giusto”. Lo ripete all’Angelus, quando prega perché i cristiani sappiano essere “testimoni” di Cristo.
 
Il Sinodo, dunque, dice Benedetto XVI, “tenterà di approfondire i legami di comunione fra i membri delle vostre Chiese locali, come pure la comunione di queste medesime Chiese tra di loro e con la Chiesa universale. Questa Assemblea desidera inoltre incoraggiarvi nella testimonianza della vostra fede in Cristo, che voi rendete nei Paesi dove questa fede è nata ed è cresciuta. E’ inoltre noto che alcuni fra voi soffrono grandi prove dovute alla situazione attuale della regione. L’Assemblea Speciale è un’occasione per i cristiani del resto del mondo di offrire un sostegno spirituale e una solidarietà per i loro fratelli e sorelle del Medio Oriente. E’ un’occasione per porre in risalto il valore importante della presenza e della testimonianza cristiane nei Paesi della Bibbia, non solo per la comunità cristiana a livello mondiale, ma ugualmente per i vostri vicini e concittadini. Voi contribuite in innumerevoli modi al bene comune, per esempio attraverso l’educazione, la cura dei malati e l’assistenza sociale, e voi operate per la costruzione della società. Voi desiderate vivere in pace ed in armonia con i vostri vicini ebrei e mussulmani. Spesso agite con artigiani della pace nel difficile processo di riconciliazione. Voi meritate la riconoscenza per il ruolo inestimabile che rivestite. E’ mia ferma speranza che i vostri diritti siano sempre più rispettati, compreso il diritto alla libertà di culto e la libertà religiosa, e che non soffriate giammai di discriminazioni di alcun tipo”.
 
Ad assistere alla consegna, che in certo modo introduce i lavori del Sinodo, ci sono le forse seimila persone che hanno assistito alla messa, rappresentanza numerosa del piccolo gregge di cattolici che vive sull’isola. Tra loro, numerosi emigrati da Filippine e Sri Lanka, ai quali il Papa ha rivolto un “particolare saluto”. Un altro, particolarmente caloroso, è per l’arcivescovo ortodosso Chrysostomos, che ha voluto essere presente anche oggi.
 
E’ la messa per il Corpus Domini, una “realtà” che è all’origine del mistero della comunione nella Chiesa. Per essa “ciascuno di noi che apparteniamo alla Chiesa ha bisogno di uscire dal mondo chiuso della propria individualità ed accettare la compagnia di coloro che condividono il pane con lui. Non devo più pensare a partire da ‘me stesso’ ma da ‘noi’. E’ per questo che tutti i giorni noi preghiamo ‘nostro’ Padre per il ‘nostro’ pane quotidiano. Abbattere le barriere tra noi e i nostri vicini è prima premessa per entrare nella vita divina alla quale siamo chiamati. Abbiamo bisogno di essere liberati da tutto quello che ci blocca e ci isola: timore e sfiducia gli uni verso gli altri, avidità ed egoismo, mancanza di volontà di accettare il rischio della vulnerabilità alla quale ci esponiamo quando ci apriamo all’amore”.
 
“Siamo chiamati – conclude - a superare le nostre differenze, a portare pace e riconciliazione dove ci sono conflitti, ad offrire al mondo un messaggio di speranza. Siamo chiamati ad estendere la nostra attenzione ai bisognosi, dividendo generosamente i nostri beni terreni con coloro che sono meno fortunati di noi. E siamo chiamati a proclamare incessantemente la morte e risurrezione del Signore, finché egli venga. Per lui, con lui ed in lui, nell’unità che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, rendiamo onore e gloria a Dio nostro Padre celeste insieme a tutti gli angeli e santi che cantano le sue lodi per sempre”.
 
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