08/02/2013, 00.00
VATICANO
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Papa: il primato di Pietro è universale ed è aperto al martirio

Benedetto XVI visita il Seminario maggiore di Roma. I cristiani sono il gruppo più perseguitato perché non conforme, perché dissimile, perché contrario con le tendenze dell'egoismo, del materialismo". "No ai profeti di sventura" per i quali è tempo che la Chiesa muoia. "La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre".

Roma (AsiaNews) - Il "primato" di Pietro ha "contenuto di universalità", ma è anche di martirio, perché l'apostolo sa che nella capitale del mondo antico lo aspetta la morte per crocifissione. E nel tempo, "la croce può avere forme in modo molto diverso, ma nessuno può essere cristiano senza accettare il martirio". "Lectio divina" di Benedetto XVI, questa sera, nel corso della tradizionale visita al Seminario romano maggiore per la festa della Madonna della Fiducia (nella foto). Ad ascoltare il Papa, che ha cenato con i presenti, circa 200 seminaristi.

Benedetto XVI commenta la prima Lettera di Pietro, "l'uomo che ha parlato per primo in nome della Chiesa futura, quello al quale il Signore ha trasmesso le chiavi del Regno e ha affidato il suo gregge dopo la Risurrezione". "Uomo pieno di passione e di desiderio del Regno di Dio", "l'uomo che è caduto, che ha peccato e tuttavia è rimasto sotto gli occhi del Signore".

Della Lettera, "quasi la prima enciclica", nella quale Pietro parla "alla Chiesa di tutti i tempi", il Papa ha evidenziato come nel rivolgersi "ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell'Asia e nella Bitinia", l'apostolo li definisca "eletti".

E' il "paradosso di gloria e croce, eletti ma dispersi e stranieri". L'essere "eletti, cioè scelti era il vanto del popolo di Israele: Dio ci ha scelti perché ci ama, ora Pietro trasferisce questo a tutti i battezzati, sono il nuovo Israele".

"Siamo eletti, Dio ci ha conosciuti da sempre, prima della nostra nascita, del nostro concepimento, mi ha voluto cattolico, sacerdote". "Tra milioni di persone mi ha scelto, mi ha eletto, non per meriti". "Dobbiamo essere grati e gelosi di questo, Dio ha scelto me come cattolico, come portatore del suo Vangelo, come sacerdote".

"Eletti, dispersi e stranieri", oggi "i cristiani sono il gruppo più  perseguitato perché non conforme, perché dissimile, perché contrario con le tendenze dell'egoismo, del materialismo".

"Certo, come cristiani siamo fieri di aver contribuito alla formazione di tante culture c'è un sano patriottismo, ma siamo anche stranieri", e anche oggi sempre i cristiani sono minoranza ad esempio nel posto di lavoro, vivono una situazione di estraneità, di meraviglia che oggi si può ancora vivere così. Ma questo appartiene alla fede, stiamo con Cristo crocifisso, siamo stranieri, non viviamo nel modo in cui vivono tutti, ma secondo la sua parola, nella grande diversità. 'Tutti fanno così, perché non io?' Io no perché voglio vivere secondo Dio".

Il Papa ha poi posto l'attenzione su "tre parole: rigenerati, eredità, custoditi dalla fede".

"Rigenerati, vuol dire essere cristiani non solo per decisione della mia volontà", come quando "entro in un gruppo che mi piace, condivido gli obiettivi". "Sono rinato è innanzi tutto passivo", "mi lascio trasformare, rigenerare" concerne la profondità dell'essere e "comincia dall'azione di Dio".

"Eredità è una parola molto importante nell'Antico Testamento", Abramo è "erede" della Terra promessa. "Nel Nuovo Testamento diventa che noi siamo eredi non determinato di un Paese, ma del futuro di Dio, abbiamo il futuro, il futuro è nostro, è di Dio". "Sappiamo che l'albero della Chiesa non è un albero morente, ma cresce sempre di nuovo" e "non abbiamo motivo di lasciarci impressionare, come ha detto papa Giovanni, dai profeti di sventura, da quanti pesano che 'adesso è tempo che la Chiesa muoia'". La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre".  Va rifiutato il pessimismo, ma anche l'ottimismo di coloro che "quando i conventi e i seminari chiudevano, dicevano: tutto bene, invece no, ci sono anche cadute gravi e dobbiamo riconoscerle con sano realismo che così non va, che si fanno cose sbagliate". Se qua e là  la Chiesa muore a causa dei peccati degli uomini al tempo stesso rinasce, la nostra certezza è che la Chiesa è l'albero di Dio che porta in se l'eternità".

Custoditi dalla fede. "Pietro usa una parola greca che indica il vigile che custodisce l'integrità del mio essere, della mia fede". "La fede deve essere vigile sulla mia vita", nella certezza che "Dio non mi lascia".

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