30/10/2013, 00.00
VATICANO
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Papa: la comunione dei santi, legame indissolubile tra noi e chi è in Purgatorio o in Paradiso

"Tutti, anche io, abbiamo sperimentato insicurezze, smarrimenti e perfino dubbi nel cammino della fede". Dopo l'udienza generale l'incontro con una delegazione di sovraintendenze irachene, con rappresentanti dei diversi gruppi religiosi, "che costituiscono la ricchezza del Paese",

Città del Vaticano (AsiaNews) - C'è "un legame profondo e indissolubile tra quanti sono ancore pellegrini su questo mondo", "le anime del Purgatorio e quanti sono già in Paradiso". Una "comune unione" che deve spingerci a cercare l'aiuto di Dio e quello dei fratelli nei momenti di "insicurezze, smarrimenti e persino dubbi nel cammino della fede", che "tutti abbiamo sperimentato", anche il Papa, "e tutto ciò non deve stupirci perché siamo esseri umani siamo fragili, abbiamo limiti, tutti ne abbiamo".

Il significato della "comunione dei santi", una realtà molto bella della nostra fede" è stato illustrato oggi da papa Francesco alle 80mila persone presenti in piazza san Pietro per l'udienza generale, tra le quali, come di consueto, è passato per quasi mezz'ora con la jeep bianca, dalla quale è anche sceso alcune volte, in particolare per salutare da vicino un gruppo entusiasta di decine di chierichetti di Parigi, a uno dei quali ha firmato un berretto. E mentre la vettura era ferma, poi, un bambino di 4 o 5 anni ha potuto montare sul pianale accanto a Francesco che gli ha parlato per qualche istante a bassa voce. Anche oggi, infine, un gruppo di fedeli argentini ha portato una borraccia con il "mate" e il Papa lo ha bevuto con la cannuccia.

Il Papa che, al termine dell'udienza generale ha annunciato il suo incontro con una delegazione di sovraintendenze irachene, con rappresentanti dei diversi gruppi religiosi, "che costituiscono la ricchezza del Paese", nel suo discorso ha ricordato che con "comunione dei santi" il Catechismo si riferisce a due realtà: la comunione alle cose sante e la comunione tra le persone sante. Questo secondo significato è "una verità tra le più consolanti della nostra fede, poiché ci ricorda che non siamo soli ma esiste una comunione di vita tra tutti coloro che appartengono a Cristo. Una comunione che nasce dalla fede; infatti, il termine santi si riferisce a coloro che credono nel Signore Gesù e sono incorporati a Lui nella Chiesa mediante il Battesimo".

"La Chiesa, nella sua verità più profonda, è comunione con Dio, familiarità con Dio, comunione di amore con Cristo e con il Padre nello Spirito Santo, che si prolunga in una comunione fraterna. Questa relazione tra Gesù e il Padre è la "matrice" del legame tra noi cristiani: se siamo intimamente inseriti in questa "matrice", in questa fornace ardente di amore che è la Trinità, allora possiamo diventare veramente un cuore solo e un'anima sola tra di noi, perché l'amore di Dio brucia i nostri egoismi, i nostri pregiudizi, le nostre divisioni interiori ed esterne. L'amore di Dio brucia anche i nostri peccati".

"Se c'è questo radicamento nella sorgente dell'Amore, che è Dio, allora si verifica anche il movimento reciproco: dai fratelli a Dio; l'esperienza della comunione fraterna mi conduce alla comunione con Dio. Essere uniti fra noi ci conduce ad essere uniti con Dio, a questo legame con Dio che è nostro Padre. La nostra fede ha bisogno del sostegno degli altri, specialmente nei momenti difficili. E se noi siamo uniti, la fede viene forte. Quanto è bello sostenerci gli uni gli altri nell'avventura meravigliosa della fede! Dico questo perché la tendenza a chiudersi nel privato ha influenzato anche l'ambito religioso, così che molte volte si fa fatica a chiedere l'aiuto spirituale di quanti condividono con noi l'esperienza cristiana. Chi di noi - tutti, tutti! - chi di noi non ha sperimentato insicurezze, smarrimenti e perfino dubbi nel cammino della fede? Tutti! Tutti abbiamo sperimentato questo: anche io. Tutti. E' parte del cammino della fede, è parte della nostra vita. Tutto ciò non deve stupirci, perché siamo esseri umani, segnati da fragilità e limiti. Tutti siamo fragili, tutti abbiamo limiti: non spaventatevi. Tutti ne abbiamo!".

"Tuttavia - ha proseguito il Papa - in questi momenti difficoltosi è necessario confidare nell'aiuto di Dio, mediante la preghiera filiale, e, al tempo stesso, è importante trovare il coraggio e l'umiltà di aprirsi agli altri per chiedere aiuto, per chiedere una mano: 'Dammi una mano, ho questo problema'. Quante volte l'abbiamo fatto? E poi, siamo riusciti ad uscire dal problema e incontrare Dio un'altra volta. In questa comunione - comunione che vuol dire 'comune unione', tutti uniti, comune unione - in questa comunione siamo una grande famiglia, tutti noi, dove tutti i componenti si aiutano e si sostengono fra loro".

La comunione tra i santi, poi, "va al di là della vita terrena, va oltre la morte e dura per sempre. Questa unione fra noi va al di là e continua nell'altra vita. E' una unione spirituale che nasce dal Battesimo, non viene spezzata dalla morte, ma, grazie a che Cristo è risorto, è destinata a trovare la sua pienezza nella vita eterna. C'è un legame profondo e indissolubile tra quanti sono ancora pellegrini in questo mondo, fra noi, e coloro che hanno varcato la soglia della morte per entrare nell'eternità. Tutti i battezzati quaggiù sulla terra, le anime del Purgatorio e tutti i beati che sono già in Paradiso formano una sola grande Famiglia. Questa comunione tra terra e cielo si realizza specialmente nella preghiera di intercessione".

"Questa bellezza, la memoria della fede: è una realtà nostra, di tutti, che ci fa fratelli, che ci accompagniamo nel cammino della vita, e ci troveremo un'altra volta lassù, in Cielo. Andiamo su questo cammino con fiducia, con gioia. Un cristiano dev'essere gioioso, con la gioia di avere tanti fratelli battezzati che camminano con noi, e anche con l'aiuto dei fratelli e delle sorelle che fanno questa strada per andare al Cielo, e anche con l'aiuto dei fratelli e delle sorelle che sono in Cielo e pregano Gesù per noi. Avanti per questa strada, e con gioia!".

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