29/03/2014, 00.00
VATICANO
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Papa ai ciechi e sordi: Gesù incontra persone segnate dalla malattia per renderle testimoni

Nel raduno con seimila persone del Movimento apostolico ciechi e della Piccola missione per i sordomuti, papa Francesco parla della "cultura dell'incontro" e di quella "dell'esclusione", ricordando il cieco nato. "Solo chi riconosce la propria fragilità, il proprio limite può costruire relazioni fraterne e solidali, nella Chiesa e nella società". Il saluto ai presenti mentre la folla agita le mani come applauso.

Città del Vaticano (AsiaNews) - "Gesù ha voluto incontrare soprattutto persone segnate dalla malattia e dalla disabilità, per guarirle e restituirle alla piena dignità. E' molto importante che proprio queste persone diventano testimoni di un nuovo atteggiamento, che possiamo chiamare cultura dell'incontro. Esempio tipico è la figura del cieco nato, che ci verrà ripresentata domani, nel Vangelo (Gv 9,1-41)".

Parla di "cultura dell'incontro" e di fede papa Francesco nel  raduno di stamane in aula Paolo VI con almeno seimila membri del Movimento apostolico ciechi, della Piccola missione per i sordomuti e dell'Unione italiana ciechi.

Il pontefice parla anche di una "cultura dell'esclusione", dell'emarginazione, sempre prendendo spunto dalla figura del cieco nato: "Quell'uomo  - dice - era cieco dalla nascita ed era emarginato in nome di una falsa concezione che lo riteneva colpito da una punizione divina. Gesù rifiuta radicalmente questo modo di pensare - veramente blasfemo! - e compie per il cieco 'l'opera di Dio', dandogli la vista. Ma la cosa notevole è che quest'uomo, a partire da ciò che gli è accaduto, diventa testimone di Gesù e della sua opera, che è l'opera di Dio, della vita, dell'amore, della misericordia. Mentre i capi dei farisei, dall'alto della loro sicurezza, giudicano sia lui che Gesù come 'peccatori', il cieco guarito, con semplicità disarmante, difende Gesù e alla fine professa la fede in Lui, e condivide anche la sua sorte: Gesù viene escluso, e anche lui viene escluso. Ma in realtà, quell'uomo è entrato a far parte della nuova comunità, basata sulla fede in Gesù e sull'amore fraterno".

All'inizio del raduno, un rappresentante del Movimento apostolico ciechi aveva sottolineato che spesso persone con questa disabilità possono soffrire esclusione, isolamento, emarginazione, creando scoraggiamento. Grazie alle nostre comunità, egli ha detto, "la persona con menomazioni può essere felice, membro attivo della Chiesa di Gesù Cristo".

Uno dei sacerdoti responsabili della Piccola missione per i sordomuti lamenta che troppo spesso nelle chiese non vi sono catechesi e momenti per i sordi, anche se riconosce che vi sono associazioni, movimenti, scuole che si prendono cura dei 70 milioni di sordi nel mondo. Anche lui sottolinea che tutte le persone presenti vogliono essere protagoniste della missione della Chiesa, che il papa ha delineato nella sua Evangelii Gaudium.

Francesco gli fa eco nel suo discorso: "Per essere testimoni del Vangelo, bisogna aver incontrato Lui, Gesù. Chi lo conosce veramente, diventa suo testimone... La persona malata o disabile, proprio a partire dalla sua fragilità, dal suo limite, può diventare testimone dell'incontro: l'incontro con Gesù, che apre alla vita e alla fede, e l'incontro con gli altri, con la comunità. In effetti, solo chi riconosce la propria fragilità, il proprio limite può costruire relazioni fraterne e solidali, nella Chiesa e nella società".

Il discorso del pontefice era tradotto in simultanea in segni da 64 volontari interpreti posti in ogni settore dell'aula Paolo VI, gremita di famiglie insieme coi loro piccoli e anche qualche cane-guida.

Verso la conclusione, il papa ha chiesto a tutti di pregare insieme la Madonna con un'Ave Maria perché "in lei è avvenuto il grande primo incontro fra Dio e l'uomo. Lei è stata l'iniziatrice di questa cultura dell'incontro".

Alla fine egli è passato a salutare uno ad uno la prima fila degli ospiti. Il resto della sala applaudiva: alcuni battendo le mani, altri agitandole in aria.

 

 

 

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