08/03/2019, 13.15
VATICANO
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Papa: 8 marzo, ‘la donna è colei che fa bello il mondo’ e ‘la pace è donna’

Ricevendo una delegazione dell’American Jewish Committee, Francesco ha espresso “grande preoccupazione” per “il clima di cattiveria e di rabbia”, nel quale si ha “la recrudescenza barbara, in vari Paesi, di attacchi antisemiti”. “Per un cristiano qualsiasi forma di antisemitismo rappresenta una negazione delle proprie origini, una contraddizione assoluta”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Per un cristiano qualsiasi forma di antisemitismo rappresenta una negazione delle proprie origini, una contraddizione assoluta”. E’ tornato ad affermarlo papa Francesco nel discorso rivolto alla delegazione di 40 persone dell’American Jewish Commitee, ricevuti stamani. Un discorso nel quale il Papa ha voluto sottolineare che “dobbiamo guardare al mondo con gli occhi delle madri, con lo sguardo della pace”.

Ricordando che l’odierna festa della donna, Francesco ha infatti sottolineato il legame fra la pace e la donna. “Oggi, 8 marzo – le sue parole - vorrei anche dire qualcosa sul contributo insostituibile della donna nel costruire un mondo che sia casa per tutti. La donna è colei che fa bello il mondo, che lo custodisce e mantiene in vita. Vi porta la grazia che fa nuove le cose, l’abbraccio che include, il coraggio di donarsi. La pace è donna. Nasce e rinasce dalla tenerezza delle madri. Perciò il sogno della pace si realizza guardando alla donna. Non è un caso – ha aggiunto - che nel racconto della Genesi la donna sia tratta dalla costola dell’uomo mentre questi dorme (cfr Gen 2,21). La donna, cioè, ha origine vicino al cuore e nel sonno, durante i sogni. Perciò porta nel mondo il sogno dell’amore. Se abbiamo a cuore l’avvenire, se sogniamo un futuro di pace, occorre dare spazio alla donna”.

“Attualmente, invece, è per me fonte di grande preoccupazione la diffusione in più luoghi di un clima di cattiveria e rabbia, nel quale attecchiscono perversi eccessi di odio. Penso in particolare alla recrudescenza barbara, in vari Paesi, di attacchi antisemiti”. E la storia insegna che forme di antisemitismo, all’inizio appena sottese, possono condurre alla tragedia della Shoah, in cui “due terzi degli ebrei europei sono stati annientati”.

Dato poi un cristiano non può essere antisemita, il dialogo interreligioso è  fondamentale. “Nella lotta contro l’odio e l’antisemitismo, uno strumento importante è il dialogo interreligioso, volto a promuovere l’impegno per la pace, il rispetto reciproco, la tutela della vita, la libertà religiosa, la salvaguardia del creato. Ebrei e cristiani, inoltre, condividono un ricco patrimonio spirituale, che permette di fare tante buone cose insieme. In un tempo in cui l’Occidente è esposto a un secolarismo spersonalizzante, sta ai credenti cercare di collaborare per rendere più visibile l’amore divino per l’umanità. E per attuare gesti concreti di vicinanza, contrastando la crescita dell’indifferenza”.

“In un tempo in cui l’Occidente è esposto a un secolarismo spersonalizzante, sta ai credenti cercarsi e collaborare per rendere più visibile l’amore divino per l’umanità. E per attuare gesti concreti di vicinanza, contrastando la crescita dell’indifferenza. Nella Genesi Caino, dopo aver ucciso Abele, dice: «Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9). Prima dell’omicidio che toglie la vita, c’è l’indifferenza che cancella la verità: sì, Caino, eri proprio tu il custode di tuo fratello! Tu, come tutti noi, per volere di Dio. In un mondo dove la distanza tra i molti che hanno poco e i pochi che hanno molto aumenta ogni giorno, siamo chiamati a prenderci cura dei fratelli più indifesi: dei poveri, dei deboli, degli ammalati, dei bambini, degli anziani”.

“Nel servizio all’umanità, così come nel nostro dialogo, attendono di essere coinvolti in maniera più intensa i giovani, desiderosi di sognare e aperti alla scoperta di nuovi ideali. Vorrei perciò sottolineare l’importanza della formazione delle future generazioni nel dialogo ebraico-cristiano. L’impegno comune nel campo dell’educazione dei giovani è inoltre uno strumento efficace per contrastare la violenza e aprire nuove vie di pace con tutti”.

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