03/06/2007, 00.00
VATICANO
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Papa: Ammiriamo la gloria della Trinità, che si riflette nella vita dei santi

Sotto una pioggia scrosciante, Benedetto XVI ha canonizzato 4 nuovi santi: Giorgio Preca; Simone da Lipnica; Karel van Sint Andries Houben; Marie-Eugénie Milleret. Tutti loro sono stati “testimoni del Vangelo” e segno della “varietà e bellezza” della Sapienza di Dio.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Protagonista è stata anzitutto la pioggia che non ha mai smesso di battere sull’oceano di ombrelli, malati, ministranti, vescovi, radunati stamane in piazza san Pietro per la canonizzazione di 4 nuovi santi. Tutti gli spostamenti, letture, processioni – meno i riti attorno all’altare del papa – son stati intralciati dagli ombrelli multicolori che si aprivano e chiudevano, che passavano di mano in mano, che riparavano il capo, ma bagnavano le spalle e le vesti dei cardinali e dei 40 mila fedeli.

Ma il protagonista più profondo – ha detto il papa - è stata “la gloria di Dio, che si riflette nella vita dei santi”. Benedetto XVI ha voluto infatti unire la solennità della Trinità – in cui “volgiamo…lo sguardo verso i ‘cieli aperti’… nelle profondità del mistero di Dio, Uno nella sostanza e Trino nelle persone – alla cerimonia di canonizzazione di 4 beati da Malta, Polonia, Olanda, Francia. Si tratta di Giorgio Preca (1880-1962), presbitero, fondatore della Societas Doctrinæ Christianæ primo santo maltese; Szymon z Lipnicy (1435 ca.-1482), presbitero, dell’Ordine dei Frati Minori, grande predicatore e morto di peste in Polonia, dopo aver curato molti malati; Karel van Sint Andries Houben (1821-1893), presbitero passionista, nato in Olanda e vissuto in Irlanda,  detto “il taumaturgo” di Dublino; Marie-Eugénie de Jésus Milleret (1817-1898), fondatrice dell’Istituto delle Suore dell’Assunzione.Tutti loro hanno vissuto in periodi di grandi sconvolgimenti sociali e di scristianizzazione; tutti loro hanno lavorato come missionari, tanto che la loro opera si è subito diffusa non solo nella loro patria, ma anche all’estero. Il papa li ha definiti “testimoni esemplari del Vangelo”.

Alla cerimonia hanno partecipato cardinali di diverse parti del mondo, e anche i presidenti d’Irlanda, di Malta, di Polonia  e delle Filippine: il miracolo che ha garantito la canonizzazione di sr Marie Eugenie è infatti avvenuto nelle Filippine.

Nella sua omelia, Benedetto XVI, ha sottolineato che “La Sapienza di Dio si manifesta nel cosmo, nella varietà e bellezza dei suoi elementi, ma i suoi capolavori, dove appare molto di più questa varietà e bellezza, sono i santi”. Più precisamente – ha spiegato il pontefice, prendendo spunto dalle letture della messa – “ogni singolo santo partecipa della ricchezza di Cristo ripresa dal Padre e comunicata a tempo opportuno. È sempre la stessa santità di Gesù, è sempre Lui, il ‘Santo’, che lo Spirito plasma nelle ‘anime sante’, formando amici di Gesù e testimoni della sua santità”.

Il papa ha poi passato in rassegna le personalità e l’opera dei 4 nuovi santi.

P. Giorgio Preca, è stato “un amico di Gesù e testimone della santità che viene da Lui…, nato a La Valletta nell’isola di Malta. Fu un sacerdote tutto dedito all’evangelizzazione: con la predicazione, con gli scritti, con la guida spirituale e l’amministrazione dei Sacramenti e prima di tutto con l’esempio della sua vita. L’espressione del Vangelo di Giovanni ‘Verbum caro factum est’ orientò sempre la sua anima e la sua azione, e così il Signore ha potuto servirsi di lui per dar vita ad un’opera benemerita, la ‘Società della Dottrina Cristiana’, che mira ad assicurare alle parrocchie il servizio qualificato di catechisti ben preparati e generosi. Anima profondamente sacerdotale e mistica, egli si effondeva in slanci d’amore verso Dio, verso Gesù, la Vergine Maria e i Santi. Amava ripetere: ‘Signore Dio, quanto ti sono obbligato! Grazie, Signore Dio, e perdonami, Signore Dio!’. San Giorgio Preca aiuti la Chiesa ad essere sempre, a Malta e nel mondo, l’eco fedele della voce del Cristo, Verbo incarnato”.

Il polacco Simone da Lipnica, “seguace della spiritualità di San Francesco d’Assisi, è vissuto in epoca lontana, ma proprio oggi è proposto alla Chiesa come modello attuale di un cristiano che – animato dallo spirito del Vangelo – è pronto a dedicare la vita per i fratelli. Così, colmo della misericordia che attingeva dall’Eucaristia, non esitò a portare l’aiuto ai malati colpiti dalla peste, contraendo tale morbo che condusse alla morte anche lui. Oggi in modo particolare affidiamo alla sua protezione coloro che soffrono a causa della povertà, della malattia, della solitudine e dell’ingiustizia sociale. Tramite la sua intercessione chiediamo per noi la grazia dell’amore perseverante ed attivo, per Cristo e per i fratelli”.

Il papa ha poi presentato la figura del passionista Karel van Sint Andries Houben, “totalmente dedicato alla cura delle anime. Durnte i suoi molti anni di ministero sacerdotale in Gran Bretagna e Irlanda, la gente andava da lui per cercare i suoi saggi consigli, la sua cura compassionevole e il suo tocco capace di guarire. Nei malati e nei sofferenti egli ha riconosciuto il volto del Cristo crocifisso, al quale è stato devoto per tutta la vita. Egli ha bevuto profondamente dai fiumi di acqua viva sgorgati dal costato del Trafitto, e col potere dello Spirito egli ha testimoniato l’amore del Padre al mondo. Ai funerali di questo amatissimo sacerdote, conosciuto col nome affettuoso di p. Carlo del Monte Argus, il suo superiore, commosso, ha detto: ‘La gente lo ha già dichiarato santo’”.

Di Marie-Eugénie Milleret il pontefice ha sottolineato il su legame on l’eucarestia. Da piccola, la santa aveva ricevuto la Prima comunione, ma la sua famiglia era seguace di Voltaire e non le ha dato alcun insegnamento religioso. Solo verso i 15 anni Marie Eugenie scopre la fede in modo più completo. “ Il Cristo, presente nel più profondo del suo cuore – ha ricordato Benedetto XVI - lavorava in lei lasciandole il tempo di camminare al suo ritmo, di proseguire la sua ricerca interiore che l’avrebbe condotta a donarsi con totalità al Signore nella vita religiosa, in risposta alle esigenze del suo tempo. Ella ha capito l’importanza di trasmettere alle generazioni più giovani, alle ragazze in particolare, una formazione intellettuale, morale e spirituale, che le avrebbe rese adulte capaci di rendersi responsabili della vita delle loro famiglie, e di portare il loro contributo alla Chiesae alla società. Per tutta la vita ella ha trovato la forza per la sua missione in una vita di preghiera, mettendo insieme senza interruzione contemplazione e azione.

Possa l’esempio di santa Marie-Eugénie invitare gli uomini e le donne di oggi a trasmettere ai giovani i valori che li aiutino a divenire adulti forti e testimoni gioiosi del Resuscitato. Che i giovani non abbiano paura di accogliere questi valori morali e spirituali, di viverli nella pazienza e nella fedeltà. È così che essi costruiranno la loro personalità e prepareranno il loro avvenire”.

 “Lasciamoci attrarre – ha concluso il pontefice - dai loro esempi, lasciamoci guidare dai loro insegnamenti, perché tutta la nostra esistenza diventi, come la loro, un cantico di lode a gloria della Santissima Trinità. Ci ottenga questa grazia Maria, la Regina dei Santi, e l’intercessione di questi quattro nuovi ‘Fratelli maggiori’ che oggi con gioia veneriamo. Amen”.

Alla fine della celebrazione Benedetto XVI ha salutato i presenti in diverse lingue e li ha ringraziati per la loro “pazienza” per essere stati sotto l’acqua per tutto il tempo. “Ma l’acqua – ha detto il papa  co un sorriso – è un bene prezioso e per questo dobbiamo ringraziare anche per l’acqua”. I fedeli non hanno mancato di esprimere entusiasmo con grida e applausi, sventolando bandiere, cappelli e ombrelli inzuppati.

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