18/12/2008, 00.00
VATICANO-KAZAKHSTAN
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Papa: Astana ricordi che la libertà religiosa comporta il non interferire nella fede

Benedetto XVI loda le iniziative di un Paese a contatto con realtà geopolitiche così diverse per favorire il dialogo interculturale. Tutti gli Stati debbono evitare la tentazione di lasciare nell’indefinito le questioni in materia politica e religiosa.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il Papa loda le iniziative del governo del Kazakhstan per favorire il dialogo tra culture e religioni, il che apre “grandi prospettive” per un Paese posto tra Europa, Russia, Cina e numerose nazioni musulmane, ma rammenta che lo Stato, per rispettare davvero la libertà religiosa, deve evitare di “interferire” in materia di fede e nella coscienza di cittadini. E’ intorno a questi concetti che Benedetto XVI si è rivolto al nuovo ambasciatore kazako presso la Santa Sede, Amanzhol Zhankuliyev, ricevuto per la presentazione delle lettere credenziali.
 
I diversi popoli che vivono ai confini del Kazakhstan, così come le differenti tradizioini culturali esistenti all’interno del Paese sono, per il Papa, “un dono di Dio, che conviene gestire bene. Questo dono offre grandi possibilità ed apre prospettive che possono interessare l’avvenire dell’uomo e contribuire all’affermazione della sua dignità”. Benedetto XVI ha incoraggiato le iniziative del presidente Nazarbayev per “fare della vostra terra un luogo di incontro e di dialogo, una sorta di laboratorio nel quale si cerca di vivere una coabitazione rispettosa della diversità culturale e religiosa, uno spazio che potrebbe dimostrare agli altri popoli e nazioni che agli uomini è possibile vivere degnamente in pace, nel rispetto delle convinzioni e delle particolarità di ognuno”.
 
Nel suo discorso, il Papa non ha fatto alcun diretto riferimento alla nuova legge sulla libertà religiosa - ritenuta restrittiva - approvata a novembre dal Parlamento kazako, nonostante l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ne avesse chiesto una revisione, ma, rilevando “la competenza dello Stato a garantire la piena libertà religiosa”, ha sottolineato che “ad esso spetta anche di imparare a rispettare le religioni, evitando di interferire in matria di fede e nella coscienza dei cittadini”. “Per ogni Stato – ha aggiunto – è grande la tentazione di lasciare nell’imprecisione le definizioni dei settori politici e religiosi, rischiando così di non riconoscere ciò che non è di sua competenza. Ogni Stato è dunque chiamato ad essere vigilante per scongiurare gli effetti negativi dell’interferenza nel settore religioso e della sua abusiva utilizzazione, così come il rispetto della sfera religiosa individuale che non chiede che di esprimersi seplicemente e liberamente, senza intralci. Sono molti – ha aggiunto ancora – coloro che guardano con attenzione il Kazakhstan e il suo nuovo modo di gestire il rapporto tra religioni e Stato, per trarne lezione. E’ un’occasione offerta al vostro Paese, che dovrebbe coglierla al meglio e non perderla”.
 
Riferendosi, infine, alla comunità cattolica kazaka, Benedetto XVI ne ha lodato la “fedeltà” pur attraverso “numerose vicissitudini storiche”. “I cattolici kazaki – ha proseguito – desiderano vivere sinceramente la loro fede e poterla continuare a praticare serenamente, per il loro perfezoinamento spirtuale, certo, ma anche per l’arricchimento spirtuale del vostro Paese, attraverso il loro apporto. La comunità catolica contribuisce, con la sua preseza, la sua preghiera e la sua opera, alla stabilità ed alla concordia religiosa della nobile società kazaka”. I loro “diritti e doveri”, peraltro sono “garantiti”, ha concluso il Papa, dall’accordo esistente tra la Santa Sede ed il Kazakhstan.
 
FOTO: Credit CPP
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