12/02/2006, 00.00
VATICANO
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Papa: Cristo è colui che guarisce dalla malattia, metafora della condizione umana

All'Angelus Benedetto XVI parla della Giornata del malato, ricorda i 75 anni della Radio vaticana ed augura che le Olimpiadi si svolgano nel segno dei valori della lealtà, della gioia e della fraternità.

Città del Vaticano (AsiaNews) - La malattia "è un tratto tipico della condizione umana, al punto che può diventarne una realistica metafora" e "Cristo è il vero 'medico' dell'umanità, che il Padre celeste ha mandato nel mondo per guarire l'uomo, segnato nel corpo e nello spirito dal peccato e dalle sue conseguenze": nel gesto che tante volte compì, di stendere la mano e guarire "manifesta perfettamente la volontà di Dio di risanare la sua creatura decaduta". Sono state dedicatre alla Giornata del malato, celebrata ieri, nella memoria liturgica della Vergine di Lourdes, le parole che Benedetto XVI ha rivolto oggi alle trentamila persone presenti in piazza San Pietro per la recita dell'Angelus.

Dopo la recita della preghiera mariana, il Papa ha ricordato che proprio oggi ricorre il 75° anniversario dell'inaugurazione della Radio Vaticana. "Con lo strumento della radio, e poi della televisione – ha aggiunto - il messaggio del Vangelo e le parole dei Papi hanno potuto raggiungere più rapidamente e facilmente tutte le genti". Benedetto XVI ha infine rivolto un pensiero a quanti partecipano alle Olimpiadi invernali augurando "che questa bella competizione sportiva si svolga all'insegna dei valori olimpici della lealtà, della gioia e della fraternità, recando così un contributo alla pace tra i popoli".

Per illustrare il significato della Giornata del malato, il Papa ha ricordato che "proprio in queste domeniche il Vangelo di Marco ci presenta Gesù che, all'inizio del suo ministero pubblico, si dedica completamente alla predicazione e alla guarigione dei malati nei villaggi della Galilea. Gli innumerevoli segni prodigiosi che egli compie sugli infermi confermano la 'buona notizia' del Regno di Dio. Quest'oggi il brano evangelico racconta la guarigione di un lebbroso ed esprime con grande efficacia l'intensità del rapporto tra Dio e l'uomo, riassunta in uno stupendo dialogo: 'Se vuoi, puoi guarirmi!', dice il lebbroso. 'Lo voglio, guarisci!', gli risponde Gesù, toccandolo con la mano e liberandolo dalla lebbra (Mc 1,40-42). Vediamo qui come concentrata tutta la storia della salvezza: quel gesto di Gesù, che stende la mano e tocca il corpo piagato della persona che lo invoca, manifesta perfettamente la volontà di Dio di risanare la sua creatura decaduta, restituendole la vita "in abbondanza" (Gv 10,10), la vita eterna, piena, felice. Cristo è 'la mano' di Dio tesa all'umanità, perché possa uscire dalle sabbie mobili della malattia e della morte, rialzarsi in piedi sulla salda roccia dell'amore divino (cfr Sal 39,2-3)".

"Vorrei oggi affidare a Maria "Salus infirmorum" – ha proseguito - tutti i malati, specialmente quelli che, in ogni parte del mondo, oltre alla mancanza della salute, soffrono anche la solitudine, la miseria e l'emarginazione. Un particolare pensiero rivolgo anche a coloro che negli ospedali e in ogni altro centro di cura accudiscono i malati e si adoperano per la loro guarigione. La Vergine Santa aiuti ciascuno a trovare conforto nel corpo e nello spirito, grazie a una adeguata assistenza sanitaria e alla carità fraterna che sa farsi attenzione concreta e solidale". E, nel saluto in polacco, ha chiesto che "l'amore premuroso accresca le forze di coloro che portano aiuto ai malati".

 

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