03/06/2012, 00.00
VATICANO -ITALIA
Invia ad un amico

Papa: Famiglia, lavoro, festa, tre doni di Dio per costruire società dal volto umano, in un mondo dominato dalla tecnica

di Bernardo Cervellera
Benedetto XVI celebra la messa a conclusione del VII Incontro mondiale delle famiglie. Uomo e donna, fatti "a immagine di Dio" sono fecondi nel generare i figli, ma anche nel trasformare il mondo col lavoro, domina non domina il profitto, e nella festa che è incontro, condivisione, rapporto con la natura e celebrazione con Dio. Il prossimo Incontro delle Famiglie a Filadelfia (Usa).

Bresso (AsiaNews) - La famiglia, il lavoro, la festa sono "tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio" fra "i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa". Tale armonia "è importante per costruire società dal volto umano", dove prevalga "la logica dell'essere rispetto a quella dell'avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere". Benedetto XVI ha sintetizzato così il messaggio del VII Incontro mondiale delle famiglie, che si conclude oggi con la messa nella spianata del campo volo di Bresso (Parco Nord). La spianata - definita dall'arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, "un tempio a cielo aperto" - raccoglie almeno 400 mila fedeli, insieme a centinaia di vescovi e sacerdoti, oltre ai 6mila rappresentanti che hanno partecipato all'Incontro dal 30 maggio fino ad oggi. Il raduno, a cura del Pontificio consiglio per la famiglia, aveva come tema proprio "La famiglia: il lavoro e la festa".

Nella sua omelia, il papa ha messo in luce anzitutto l'identità della famiglia, che è immagine di Dio, della Trinità: "Ci è affidato il compito di edificare comunità ecclesiali che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere la bellezza della Trinità e di evangelizzare non solo con la parola, ma direi per «irradiazione», con la forza dell'amore vissuto. Chiamata ad essere immagine del Dio Unico in Tre Persone non è solo la Chiesa, ma anche la famiglia, fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna".

Questa identità della famiglia ha conseguenze feconde per sé e per la società: "Cari sposi - continua il pontefice -  nel vivere il matrimonio voi non vi donate qualche cosa o qualche attività, ma la vita intera. E il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, perché desiderate e realizzate il bene l'uno dell'altro, sperimentando la gioia del ricevere e del dare. E' fecondo poi nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell'educazione attenta e sapiente. E' fecondo infine per la società, perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione. Cari sposi, abbiate cura dei vostri figli e, in un mondo dominato dalla tecnica, trasmettete loro, con serenità e fiducia, le ragioni del vivere, la forza della fede, prospettando loro mete alte e sostenendoli nelle fragilità".

Essere famiglie significa anche "mantenere un costante rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell'altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile".

Benedetto XVI non dimentica nemmeno divorziati e separati, quei "fedeli che, pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione". "Sappiate  - aggiunge - che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza".

L'essere dell'uomo e della donna "a immagine di Dio" significa collaborare con Dio per "trasformare il mondo, attraverso il lavoro, la scienza e la tecnica". "Noi vediamo - dice il papa - che, nelle moderne teorie economiche, prevale spesso una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato. Il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano, però, che non è la logica unilaterale dell'utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società più giusta, perché porta con sé concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell'ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie. Anzi, la mentalità utilitaristica tende ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale".

Allo stesso modo "l'uomo, in quanto immagine di Dio, è chiamato anche al riposo e alla festa".

"Per noi cristiani - spiega Benedetto XVI -  il giorno di festa è la Domenica, giorno del Signore, Pasqua settimanale. E' il giorno della Chiesa, assemblea convocata dal Signore attorno alla mensa della Parola e del Sacrificio Eucaristico, come stiamo facendo noi oggi, per nutrirci di Lui, entrare nel suo amore e vivere del suo amore. E' il giorno dell'uomo e dei suoi valori: convivialità, amicizia, solidarietà, cultura, contatto con la natura, gioco, sport. E' il giorno della famiglia, nel quale vivere assieme il senso della festa, dell'incontro, della condivisione, anche nella partecipazione alla Santa Messa. Care famiglie, pur nei ritmi serrati della nostra epoca, non perdete il senso del giorno del Signore! E' come l'oasi in cui fermarsi per assaporare la gioia dell'incontro e dissetare la nostra sete di Dio".

E conclude: "Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. Armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa, è importante per costruire società dal volto umano. In questo privilegiate sempre la logica dell'essere rispetto a quella dell'avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere".

Alla fine della messa, prima della preghiera dell'Angelus, Benedetto XVI ha ringraziato tutti gli organizzatori dell'Incontro di Milano ed ha annunciato che il prossimo Incontro mondiale delle famiglie si terrà a Filadelfia (Usa). "Sono lieto di annunciare - ha detto - che il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie avrà luogo nel 2015, a Filadelfia, negli Stati Uniti d'America. Saluto l'Arcivescovo di Filadelfia, Mons. Charles Chaput, e lo ringrazio fin d'ora per la disponibilità offerta".

E nei saluti in italiano ha concluso: "Care famiglie milanesi, lombarde, italiane e del mondo intero! Vi saluto tutte con affetto e vi ringrazio per la vostra partecipazione. Vi incoraggio ad essere sempre solidali con le famiglie che vivono maggiori difficoltà, penso alla crisi economica e sociale, penso al recente terremoto in Emilia. La Vergine Maria vi accompagni sempre e vi sostenga!".

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Uccidere la famiglia “normale”: il suicidio dei politici e della società
04/06/2012
Il papa alla Festa delle Famiglie al Parco Nord di Bresso
03/06/2012
Card. Antonelli: La famiglia "normale" per il futuro del mondo, fuori della crisi
01/06/2012
Il papa saluta Milano, "crocevia di popoli e culture"
01/06/2012
Papa: cresca nei cristiani la coscienza di essere tutti missionari
05/05/2007


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”