16/06/2021, 10.29
VATICANO
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Papa: Gesù ha pregato per me, per ognuno di noi, e continua a farlo

La preghiera sacerdotale di Gesù è stato il tema dell’ultima catechesi per l’udienza generale dedicata alla preghiera. “Anche nella più dolorosa delle nostre sofferenze, non siamo mai soli”. “Questa mi sembra la cosa più bella da ricordare, concludendo questo ciclo di catechesi dedicate al tema della preghiera”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Gesù ha pregato per ognuno di noi e continua a farlo. “La preghiera sacerdotale di Gesù” è stato l’argomento del quale papa Francesco ha parlato all’udienza generale di oggi, l’ultima dedicata al lungo ciclo di catechesi sulla preghiera. Anche oggi l’incontro si è tenuto nel Cortile di San Damaso e anche oggi, per quasi mezz’ora Francesco è passato tra i presenti, tra i quali un rumoroso gruppo di suore salesiane, due spose in abito bianco, numerosi sacerdoti e seminaristi. Ha benedetto rosari, immagini e alcune statuette, ha firmato una infinità di libri, pergamene e fotografie, scambiato battute, inossato zucchetti, posato per qualche selfie. Ha anche ricevuto la sciarpa di un tifoso svizzero. E dietro ai presenti uno striscione raffigurante il Papa che benedice. 

Nel suo discorso, Francesco ha sottolineato che “la preghiera di Gesù è intensa, è unica e diviene il modello della preghiera”. “I Vangeli – ha sottolineato - testimoniano come la preghiera di Gesù si sia fatta ancora più intensa e fitta nell’ora della sua passione e morte. In effetti, questi avvenimenti culminanti costituiscono il nucleo centrale della predicazione cristiana: quelle ultime ore vissute da Gesù a Gerusalemme sono il cuore del Vangelo non solo perché a questa narrazione gli Evangelisti riservano, in proporzione, uno spazio maggiore, ma anche perché l’evento della morte e risurrezione – come un lampo – getta luce su tutto il resto della vicenda di Gesù”.

“Egli non è stato un filantropo che si è preso cura delle sofferenze e delle malattie umane: è stato ed è molto di più. In Lui non c’è solamente la bontà, c’è di più: c’è la salvezza, e non una salvezza episodica - quella che mi salva da una malattia o da un momento di sconforto - ma la salvezza totale, quella messianica, quella che fa sperare nella vittoria definitiva della vita sulla morte”.

“Nei giorni della sua ultima Pasqua, troviamo dunque Gesù pienamente immerso nella preghiera. Egli prega in maniera drammatica nell’orto del Getsemani, assalito da un’angoscia mortale. Eppure Gesù, proprio in quel momento, si rivolge a Dio chiamandolo ‘Abbà’, Papà (cfr Mc 14,36). Questa parola aramaica – la lingua di Gesù – esprime intimità e fiducia. Proprio mentre sente le tenebre addensarsi intorno a Sé, Gesù le attraversa con quella piccola parola: Abbà! Gesù prega anche sulla croce, oscuramente avvolto dal silenzio di Dio. Eppure sulle sue labbra affiora ancora una volta la parola ‘Padre’. È la preghiera più ardita, perché sulla croce Gesù è l’intercessore assoluto: prega per gli altri, per tutti, anche per coloro che lo condannano, senza che nessuno, tranne un povero malfattore, si schieri dalla sua parte. Tutti erano contro di lui o indifferenti”.

“Gesù ha pregato per tutti: ha già pregato per me”, ha proseguito Francesco, a braccio: “Ognuno può dire: ‘Gesù sulla croce ha pregato per me’”. “Gesù prega per tutti noi, come se volesse dire a ciascuno: ‘Ho pregato per te, nell’Ultima Cena e sul legno della Croce’”. “Anche nella più dolorosa delle nostre sofferenze, non siamo mai soli”. “Questa – ha sottolineato - mi sembra la cosa più bella da ricordare, concludendo questo ciclo di catechesi dedicate al tema della preghiera”: “La grazia che noi non solamente preghiamo, ma che, per così dire, siamo stati ‘pregati’, siamo già accolti nel dialogo di Gesù con il Padre, nella comunione dello Spirito Santo”. “Ognuno di noi può mettere questo nel cuore”: “non dimenticarlo, anche nei momenti più brutti. Siamo già accolti, siamo stati voluti in Cristo Gesù, e anche nell’ora della passione, morte e risurrezione tutto è stato offerto per noi”. “Con la preghiera, e anche con la vita – ha concluso – non ci resta che avere coraggio e speranza, e con questo coraggio e speranza sentire forte la preghiera di Gesù per andare avanti. Che nostra vita sia dare gioia a Dio nella consapevolezza che Gesù prega per me”.

“La preghiera – ha affermato poi nel saluto ai polacchi - è una necessità vitale, perché è il respiro dell’anima; tutto nella vita è il frutto di essa. Com’è la preghiera cosi è la vita: lo stato della nostra anima e le nostre opere. Il colloquio personale e intimo con Cristo vi aiuti ad essere sempre vicini a Dio, a trovare la risposta ad ogni vostra domanda e ai problemi che vi assillano”.

A conclusione dell’incontro, nel saluto ai fedeli italiani, Francesco ha augurato “che il periodo estivo possa essere tempo di serenità e una bella occasione per contemplare Dio nel capolavoro del Suo creato”.

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