25/04/2021, 12.30
VATICANO
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Papa: Gesù vuole che tutti possano ricevere l’amore del Padre e avere la vita

Al Regina Caeli, papa Francesco ricorda i 130 migranti annegati nel Mediterraneo in un naufragio e l’inerzia di coloro che non hanno portato alcun aiuto. Beatificati 10 martiri uccisi in Guatemala durante la dittatura militare di Rios Montt. La Chiesa “è chiamata a portare avanti questa missione universale di Cristo” anche fra coloro che “non frequentano la nostra comunità”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Gesù vuole che tutti possano ricevere l’amore del Padre e avere la vita”: lo ha sottolineato oggi papa Francesco nel suo commento al vangelo di oggi (4° domenica di Pasqua, B, Giovanni 10, 11-18), che presenta la figura del Buon Pastore. Il pontefice ha parlato di “ansia universale” di Gesù, e della Chiesa che “è chiamata a portare avanti questa missione universale di Cristo” anche fra coloro che “non frequentano la nostra comunità”.

In mattinata Francesco aveva celebrato una messa in san Pietro per l’ordinazione di 9 sacerdoti. Parlando poi ai fedeli nella piazza, prima del Regina Caeli, egli ha definito Gesù “come il vero pastore, che difende, conosce e ama le sue pecore”.

Gesù, ha spiegato, “ci difende e ci salva in tante situazioni difficili, pericolose, mediante la luce della sua parola e la forza della sua presenza, che sperimentiamo specialmente nei Sacramenti”.

Egli “conosce le sue pecore e le pecore conoscono Lui (v. 14) … Per Lui non siamo ‘massa’, ‘moltitudine’, no. Siamo persone uniche, ciascuno con la propria storia, ciascuno con il proprio valore, sia in quanto creatura sia in quanto redento da Cristo. Ognuno di noi può dire: Gesù mi conosce! È vero, è così: Lui ci conosce come nessun altro. Solo Lui sa che cosa c’è nel nostro cuore, le intenzioni, i sentimenti più nascosti”.

Infine, Gesù “ama le sue pecore… L’amore per le sue pecore, cioè per ognuno di noi, lo porta a morire sulla croce, perché questa è la volontà del Padre, che nessuno vada perduto… Gesù vuole che tutti possano ricevere l’amore del Padre e avere la vita.

La Chiesa è chiamata a portare avanti questa missione universale di Cristo. Oltre a quanti frequentano le nostre comunità, ci sono tante persone che lo fanno solo in casi particolari oppure mai. Ma non per questo non sono figli di Dio, che il Padre affida a Cristo Buon Pastore. Per tutti e per ciascuno Gesù ha dato la vita. E a tutti e ciascuno noi cristiani dobbiamo testimoniare il suo amore, con atteggiamento umile e fraterno”.

Dopo la preghiera mariana del tempo di Pasqua, Francesco ha ricordato la beatificazione di 10 martiri (tre sacerdoti Missionari del Sacro Cuore e 7 laici) che si è svolta in Guatemala due giorni fa. Il sacrificio dei cosiddetti “martiri del quiché” è avvenuto negli anni ’80 del secolo scorso, durante la dittatura militare di Rios Montt. Quindi ha pregato per le vittime dell’eruzione di un vulcano a St Vincent e Granadine e quelle di un ospedale del Covid a Baghdad.

Dopo una breve pausa egli ha ricordato il naufragio di un barcone gonfiabile nel Mediterraneo, che ha causato la morte di 130 migranti. L’Onu, i Paesi europei, la Libia, si accusano e si scusano a vicenda per non aver portato alcun soccorso. “Sono esseri umani – ha detto il pontefice - sono persone; per giorni hanno invocato aiuto; un aiuto che non è arrivato. Interroghiamoci tutti su questa ennesima tragedia. È il momento della vergogna. Preghiamo per questi fratelli e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi. Preghiamo anche per coloro che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte. Preghiamo in silenzio per loro”.

Infine, ricordando l’ordinazione dei nuovi sacerdoti poche ore prima, egli ha chiesto ai fedeli di pregare “il Signore affinché moltiplichi i nuovi operai che possano lavorare nella vigna del Signore”.

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