20/02/2016, 11.44
VATICANO
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Papa: Impegniamoci per rispondere con l’amore all’amore di Dio

Nell’udienza giubilare, Francesco sottolinea l’importanza dell’impegno: “Il Signore si è impegnato per noi, ha creato il mondo, e nonostante i nostri attentati per rovinarlo – e sono tanti -, Egli si impegna a mantenerlo vivo. Ma il suo impegno più grande è stato quello di donarci Gesù”. Attraverso le opere di misericordia “continuiamo a portare a chi soffre la carezza del Padre”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Che cos’è un impegno? Cosa significa impegnarsi? Lo ha chiesto oggi papa Francesco ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per l’udienza straordinaria “giubilare”, un appuntamento mensile che accompagnerà tutto l’Anno Santo. Impegnarsi, ha spiegato, “significa prendersi una responsabilità. Dio stesso si è impegnato per noi, mantenendo il mondo nonostante i nostri attentati per distruggerlo e donandoci Gesù”.  

Nell’anno giubilare, dice Francesco, “siamo invitati a conoscere di più il Signore e a vivere con coerenza la fede, con uno stile di vita che esprima la misericordia del Padre. È un impegno che siamo chiamati ad assumere per offrire a quanti incontriamo il segno concreto della vicinanza di Dio. La mia vita, il mio atteggiamento, il modo di andare per la vita deve essere proprio un segno concreto del fatto che Dio è vicino a noi. Piccoli gesti di amore, di tenerezza, di cura, che fanno pensare che il Signore è con noi, è vicino a noi. E così si apre la porta della misericordia”.

A questo serve un impegno: “Vuol dire che mi assumo una responsabilità, un compito verso qualcuno; e significa anche lo stile, l’atteggiamento di fedeltà e di dedizione, di attenzione particolare con cui porto avanti questo compito”. Impegnarsi, insomma, vuol dire mettere la nostra buona volontà e le nostre forze per migliorare la vita: “Anche Dio si è impegnato con noi. Il suo primo impegno è stato quello di creare il mondo, e nonostante i nostri attentati per rovinarlo – e sono tanti -, Egli si impegna a mantenerlo vivo. Ma il suo impegno più grande è stato quello di donarci Gesù. Questo è il grande impegno di Dio!”.

Nel dono di Gesù, come spiegano i Vangeli, “Dio si è impegnato in maniera completa per restituire speranza ai poveri, a quanti erano privi di dignità, agli stranieri, agli ammalati, ai prigionieri, e ai peccatori che accoglieva con bontà. In tutto questo, Gesù era espressione vivente della misericordia del Padre”. Al punto da accogliere con bontà anche i peccatori: “Se noi pensiamo in modo umano, il peccatore sarebbe un nemico di Gesù, un nemico di Dio, ma Lui si avvicinava a loro con bontà, li amava e cambiava loro il cuore. Tutti noi siamo peccatori: tutti! Tutti abbiamo davanti a Dio qualche colpa. Ma non dobbiamo avere sfiducia: Lui si avvicina proprio per darci il conforto, la misericordia, il perdono”.

A fronte di questo amore misericordioso “anche noi possiamo e dobbiamo corrispondere al suo amore con il nostro impegno. E questo soprattutto nelle situazioni di maggiore bisogno, dove c’è più sete di speranza. Penso – per esempio - al nostro impegno con le persone abbandonate, con quanti portano handicap molto pesanti, con i malati più gravi, con i moribondi, con quanti non sono in grado di esprimere riconoscenza… In tutte queste realtà noi portiamo la misericordia di Dio attraverso un impegno di vita, che è testimonianza della nostra fede in Cristo. Dobbiamo sempre portare quella carezza di Dio - perché Dio ci ha accarezzati con la sua misericordia - portarla agli altri, a quelli che hanno bisogno, a quelli che hanno una sofferenza nel cuore o sono tristi: avvicinarsi con quella carezza di Dio, che è la stessa che Lui ha dato a noi”.

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