23/04/2017, 12.44
VATICANO
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Papa: La misericordia è una forma di conoscenza, apre la porta della mente e del cuore

Nella Domenica della Divina Misericordia, inaugurata da san Giovanni Paolo II, Francesco ribadisce l’importanza dell’esperienza della misericordia, “la forma concreta con cui diamo visibilità alla risurrezione di Gesù”. Il significato della domenica “in Albis”. I ringraziamenti per gli auguri pasquali.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La misericordia è “una vera forma di conoscenza del mistero che viviamo”.  È quanto ha detto oggi papa Francesco nella domenica della Divina Misericordia, o seconda di Pasqua, prima della recita del Regina caeli con i pellegrini in piazza san Pietro. Il pontefice ha ricordato che è stato san Giovanni Paolo II – “per un’ispirazione dello Spirito Santo” - a stabilire che questa domenica sia una speciale celebrazione della Divina Misericordia, in cui si ricorda l’apparizione di Gesù ai discepoli dopo la sua resurrezione, donando loro il potere della riconciliazione (cfr Gv 20,19-31). Papa Francesco ha ripreso l’importanza di questo tema nella vita della Chiesa e del mondo indicendo il Giubileo della Misericordia, terminato lo scorso fine novembre.

 “Scrive san Giovanni – ha detto - che Gesù, dopo aver salutato i suoi discepoli, disse loro: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Detto questo, fece il gesto di soffiare verso di loro e aggiunse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (vv. 21-23). Ecco il senso della misericordia che si presenta nel giorno della risurrezione di Gesù come perdono dei peccati. Gesù Risorto ha trasmesso alla sua Chiesa, come primo compito, la sua stessa missione di portare a tutti l’annuncio concreto del perdono. Questo segno visibile della sua misericordia porta con sé la pace del cuore e la gioia dell’incontro rinnovato con il Signore.

 “Sappiamo – ha continuato il pontefice - che si conosce attraverso tante forme: i sensi, l’intuizione, la ragione e altre ancora. Bene, si può conoscere anche attraverso l’esperienza della misericordia! Essa apre la porta della mente per comprendere meglio il mistero di Dio e della nostra esistenza personale. Fa capire che la violenza, il rancore, la vendetta non hanno alcun senso, e la prima vittima è chi vive di questi sentimenti, perché si priva della propria dignità. La misericordia apre anche la porta del cuore e permette di esprimere la vicinanza soprattutto con quanti sono soli ed emarginati, perché li fa sentire fratelli e figli di un solo Padre”.

“Essa favorisce il riconoscimento di quanti hanno bisogno di consolazione e fa trovare parole adeguate per dare conforto. La misericordia riscalda il cuore e lo rende sensibile alle necessità dei fratelli con la condivisione e partecipazione. La misericordia, insomma, impegna tutti ad essere strumenti di giustizia, di riconciliazione e di pace. Non dimentichiamo mai che la misericordia è la chiave di volta nella vita di fede, e la forma concreta con cui diamo visibilità alla risurrezione di Gesù”.

In precedenza, Francesco aveva spiegato il motivo per cui questa domenica si chiama “in Albis”.

“L’espressione intendeva richiamare il rito che compivano quanti avevano ricevuto il battesimo nella Veglia di Pasqua. A ciascuno di loro veniva consegnata una veste bianca – ‘alba’ – per indicare la nuova dignità dei figli di Dio. Ancora oggi ai neonati si offre una piccola veste simbolica, mentre gli adulti ne indossano una vera e propria. Quella veste bianca, nel passato, veniva indossata per una settimana, fino alla domenica in albis [deponenda], quando veniva deposta, e i neofiti iniziavano la loro nuova vita in Cristo e nella Chiesa.

Dopo la preghiera mariana del tempo di Pasqua, il papa ha ringraziato “tutti coloro che in questo periodo mi hanno inviato messaggi di auguri per la Pasqua. Li ricambio di cuore invocando per ciascuno e per ogni famiglia la grazia del Signore Risorto”.

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