03/06/2017, 11.35
VATICANO
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Papa: L’ottobre 2019, tempo straordinario dedicato alla missione ad gentes

La proposta, suggerita da Propaganda Fide, cade nell’occasione dei 100 anni dalla Maximum Illud di Benedetto XV sull’attività missionaria universale della Chiesa. Il papa suggerisce anche di utilizzare la Evangelii nuntiandi di Paolo VI, “magna carta dell’impegno missionario post-conciliare”. Preoccupazione che le Pontificie opere missionarie non siano soltanto “un’organizzazione che raccoglie e distribuisce, a nome del Papa, aiuti economici per le Chiese più bisognose”.

Città del Vaticano (AsiaNews) –  Il mese di ottobre 2019 sarà “un tempo straordinario di preghiera e riflessione sulla missio ad gentes”. Lo ha deciso papa Francesco, ascoltando un suggerimento della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e delle Pontificie opere missionarie, oggi ricevute in udienza nella sala Clementina in Vaticano.

L’occasione è quella di “rinnovare l’ardore e la passione, motore spirituale dell’attività apostolica di innumerevoli santi e martiri missionari”, in coincidenza con il centenario della Maximum Illud, la Lettera apostolica di Benedetto XV sull’attività missionaria della Chiesa. Nella Maximum Illud (del 30 novembre 1919), il papa di allora traccia le linee della missione della Chiesa, sempre più indipendente dal passato colonialista, impegnata nella localizzazione del clero e dell’episcopato, impegnata nella missione universale.

“In questo importantissimo documento del suo Magistero sulla missione – ha detto Francesco -  il Papa ricorda quanto sia necessaria, all’efficacia dell’apostolato, la santità della vita; raccomanda, pertanto, una sempre più forte unione con Cristo e un coinvolgimento più convinto e gioioso nella sua divina passione di annunciare il Vangelo a tutti, amando e usando misericordia verso tutti. Ciò risulta più che mai essenziale per la missione anche oggi. Uomini e donne “insigni per zelo e santità” sono sempre più necessari alla Chiesa e alla missione. “Chi predica Dio, sia uomo di Dio”, esortava Benedetto XV (cfr Lett. ap. Maximum illud, 30 novembre 1919: AAS XI [1919], 449)”.

Francesco è preoccupato che le Pontificie Opere missionarie – citate da Benedetto XV nella sua Lettera – si riducano “a un’organizzazione che raccoglie e distribuisce, a nome del Papa, aiuti economici per le Chiese più bisognose”.

Il pontefice si augura invece che si viva “la missione come opportunità permanente di annunciare Cristo, di farlo incontrare testimoniando e rendendo gli altri partecipi del nostro incontro personale con Lui. Auspico che la vostra assistenza spirituale e materiale alle Chiese le renda sempre più fondate sul Vangelo e sul coinvolgimento battesimale di tutti i fedeli, laici e chierici, nell’unica missione della Chiesa: renda l’amore di Dio prossimo ad ogni uomo, specialmente ai più bisognosi della sua misericordia. II Mese straordinario di preghiera e riflessione sulla missione come prima evangelizzazione servirà a questo rinnovamento della fede ecclesiale, affinché al suo cuore stia e operi sempre la Pasqua di Gesù Cristo, unico Salvatore, Signore e Sposo della sua Chiesa”.

Per “essere sempre più Chiesa in missione” Francesco suggerisce anche di utilizzare la Lettera apostolica Evangelii nuntiandi, del beato Paolo VI, vera “magna carta dell’impegno missionario post-conciliare”.

“Nello spirito dell’insegnamento del beato Paolo VI, desidero che la celebrazione dei 100 anni della Maximum illud, nel mese di ottobre 2019, sia un tempo propizio affinché la preghiera, la testimonianza di tanti santi e martiri della missione, la riflessione biblica e teologica, la catechesi e la carità missionaria contribuiscano ad evangelizzare anzitutto la Chiesa, così che essa, ritrovata la freschezza e l’ardore del primo amore per il Signore crocifisso e risorto, possa evangelizzare il mondo con credibilità ed efficacia evangelica”.

“Vi benedico tutti – ha concluso - in questo giorno antecedente la solennità della Pentecoste. Chiedo alla Vergine Maria, Regina degli Apostoli e Madre della Chiesa, di spronarci sempre con la testimonianza della sua fede e con la rassicurante garanzia della sua materna intercessione. I beati apostoli Pietro e Paolo, i santi martiri Carlo Lwanga e compagni, il beato Paolo Manna non smettano mai di pregare Dio per tutti noi, suoi missionari”.

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