24/02/2020, 11.47
VATICANO
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Papa: Quaresima, tempo di preghiera e condivisione

Nel suo messaggio per la Quaresima, Francesco esorta a non perdere l’offerta di dialogo che Dio continua a offrirci. L’incontro di Assisi per “contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La Quaresima è tempo di preghiera e anche di carità, richiamo a alla condivisione dei propri beni con i più bisognosi, “come forma di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo”. Una prospettiva per la quale “possiamo e dobbiamo spingerci anche oltre, considerando le dimensioni strutturali dell’economia”. E’ il motivo per il quale papa Francesco ha convocato ad Assisi, dal 26 al 28 marzo, “giovani economisti, imprenditori e changemakers, con l’obiettivo di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale”. Lo ricorda Francesco nel suo Messaggio per la Quaresima 2020, reso pubblico oggi.

Il documento, intitolato “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2Cor 5,20) è un invito a “ritornare continuamente, con la mente e con il cuore” al Mistero della morte e risurrezione di Gesù, cardine della vita cristiana personale e comunitaria, che “non cessa di crescere in noi nella misura in cui ci lasciamo coinvolgere dal suo dinamismo spirituale e aderiamo ad esso con risposta libera e generosa”.

“La gioia del cristiano scaturisce dall’ascolto e dall’accoglienza della Buona Notizia della morte e risurrezione di Gesù: il kerygma. Esso riassume il Mistero di un amore «così reale, così vero, così concreto, che ci offre una relazione piena di dialogo sincero e fecondo» (Esort. ap. Christus vivit, 117). Chi crede in questo annuncio respinge la menzogna secondo cui la nostra vita sarebbe originata da noi stessi, mentre in realtà essa nasce dall’amore di Dio Padre, dalla sua volontà di dare la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10). Se invece si presta ascolto alla voce suadente del ‘padre della menzogna’ (cfr Gv 8,45) si rischia di sprofondare nel baratro del nonsenso, sperimentando l’inferno già qui sulla terra, come testimoniano purtroppo molti eventi drammatici dell’esperienza umana personale e collettiva”.

“È salutare – scrive ancora Francesco - contemplare più a fondo il Mistero pasquale, grazie al quale ci è stata donata la misericordia di Dio. L’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un ‘faccia a faccia’ col Signore crocifisso e risorto «che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Un dialogo cuore a cuore, da amico ad amico. Ecco perché la preghiera è tanto importante nel tempo quaresimale. Prima che essere un dovere, essa esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene. Il cristiano, infatti, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato. La preghiera potrà assumere forme diverse, ma ciò che veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a Lui e alla sua volontà”.

Nella sua volontà di “dialogare” con noi, “il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra conversione”. E’ una opportunità da non dare per scontata  e che “dovrebbe suscitare in noi un senso di riconoscenza e scuoterci dal nostro torpore. Malgrado la presenza, talvolta anche drammatica, del male nella nostra vita, come in quella della Chiesa e del mondo, questo spazio offerto al cambiamento di rotta esprime la tenace volontà di Dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi”.

“Il dialogo che Dio vuole stabilire con ogni uomo, mediante il Mistero pasquale del suo Figlio, non è come quello attribuito agli abitanti di Atene, i quali «non avevano passatempo più gradito che parlare o ascoltare le ultime novità» (At 17,21). Questo tipo di chiacchiericcio, dettato da vuota e superficiale curiosità, caratterizza la mondanità di tutti i tempi, e ai nostri giorni può insinuarsi anche in un uso fuorviante dei mezzi di comunicazione”.

“Mettere il Mistero pasquale al centro della vita significa sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le sue forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria. Anche oggi è importante richiamare gli uomini e le donne di buona volontà alla condivisione dei propri beni con i più bisognosi attraverso l’elemosina, come forma di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo. La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo”.

“Possiamo e dobbiamo spingerci anche oltre, considerando le dimensioni strutturali dell’economia”. Di qui l’iniziativa di Francesco per questa Quaresima “con l’obiettivo di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale. Come ha più volte ripetuto il magistero della Chiesa, la politica è una forma eminente di carità (cfr Pio XI, Discorso alla FUCI, 18 dicembre 1927). Altrettanto lo sarà l’occuparsi dell’economia con questo stesso spirito evangelico, che è lo spirito delle Beatitudini”.

“Invoco l’intercessione di Maria Santissima sulla prossima Quaresima, affinché accogliamo l’appello a lasciarci riconciliare con Dio, fissiamo lo sguardo del cuore sul Mistero pasquale e ci convertiamo a un dialogo aperto e sincero con Dio. In questo modo potremo diventare ciò che Cristo dice dei suoi discepoli: sale della terra e luce del mondo (cfr Mt 5,13-14)”.

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