26/12/2020, 12.17
VATICANO
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Papa: Santo Stefano e i testimoni ‘accendono l’alba di Dio nelle notti del mondo’

All’Angelus, papa Francesco prega “per quanti soffrono persecuzioni per il nome di Gesù”. I martiri (= testimoni) “rompono la spirale dell’odio con la mitezza dell’amore”. “Dio guida la storia attraverso il coraggio umile di chi prega, ama e perdona”. “Anche noi possiamo cambiare ogni giorno il male in bene”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Santo Stefano, primo martire, e tutti i testimoni che sono seguiti nel corso della storia “accendono l’alba di Dio nelle notti del mondo”. Così papa Francesco ha introdotto la sua preghiera dell’Angelus nel giorno subito dopo il Natale, in cui la Chiesa celebra il martirio del diacono di Gerusalemme. Stefano, ha spiegato, “è il primo martire, cioè testimone, il primo di una schiera di fratelli e sorelle che continuano a portare luce nelle tenebre: persone che rispondono al male con il bene, che non cedono alla violenza e alla menzogna, ma rompono la spirale dell’odio con la mitezza dell’amore”.

Il testimone – ha spiegato ancora il pontefice – è chi vive “imitando Gesù”, col servizio e fino “alla fine”: Stefano “come Gesù viene catturato, condannato e ucciso fuori della città e, come Gesù, prega e perdona. Mentre viene lapidato dice: «Signore, non imputare loro questo peccato»” (Atti 7,60).

Francesco poi si domanda: “Servono davvero queste testimonianze di bontà, quando nel mondo dilaga la cattiveria? A che cosa serve pregare e perdonare? Solo a dare il buon esempio?”.

Egli ricorda che fra quelli che approvavano la lapidazione di Stefano vi era “«un giovane, chiamato Saulo»” (v. 58).

“Paolo, il più grande missionario della storia… nasce dalla grazia di Dio, ma attraverso il perdono di Stefano. Ecco il seme della sua conversione. È la prova che i gesti d’amore cambiano la storia: anche quelli piccoli, nascosti, quotidiani. Perché Dio guida la storia attraverso il coraggio umile di chi prega, ama e perdona. I tanti santi nascosti, quelli della porta accanto”.

“Il Signore desidera che facciamo della vita un’opera straordinaria attraverso i gesti ordinari di ogni giorno. Lì dove viviamo, in famiglia, al lavoro, ovunque, siamo chiamati a essere testimoni di Gesù, anche solo donando la luce di un sorriso e fuggendo le ombre delle chiacchiere e dei pettegolezzi. E poi, quando vediamo qualcosa che non va, al posto di criticare, sparlare e lamentarci, preghiamo per chi ha sbagliato e per quella situazione difficile. E quando a casa nasce una discussione, anziché cercare di prevalere, proviamo a disinnescare; e a ricominciare ogni volta, perdonando chi ci ha offeso. Piccole cose, che cambiano la storia perché aprono la finestra alla luce di Gesù. Santo Stefano, mentre riceveva le pietre dell’odio, restituiva parole di perdono. Così ha cambiato la storia. Anche noi possiamo cambiare ogni giorno il male in bene, come suggerisce un bel proverbio, che dice: «Fai come la palma: le tirano sassi e lei lascia cadere datteri»”.

“Oggi – ha concluso - preghiamo per quanti soffrono persecuzioni per il nome di Gesù. Sono tanti, purtroppo. Affidiamo alla Vergine Maria questi nostri fratelli e sorelle, che rispondono all’oppressione con la mitezza e, da veri testimoni di Gesù, vincono il male con il bene”.

Dopo la preghiera mariana, Francesco – che ha recitato l’Angelus dalla biblioteca del palazzo apostolico, senza affacciarsi sulla piazza san Pietro - ha ribadito l’importanza di seguire i momenti dell’Angelus online, per aiutare le autorità e la popolazione a “fuggire la pandemia”, senza creare assembramenti in piazza.

Egli ha poi ringraziato ricambiando gli auguri e le preghiere ricevute in questi giorni di festa. E ha consigliato in questi giorni di “contemplare Gesù nel presepe per servirlo nelle persone che ci stanno accanto”.

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