15/10/2019, 12.35
VATICANO
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Papa: accusare noi stessi per liberarci dall’ipocrisia, linguaggio del diavolo

“Noi dobbiamo imparare ad accusarci: ‘Io ho fatto questo, io la penso così, cattivamente… Io ho invidia, io vorrei distruggere quello…’, quello che è dentro, nostro, e dircelo, davanti a Dio. Questo è un esercizio spirituale che non è comune, non è abituale, ma cerchiamo di farlo”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Imparare ad accusare se stessi davanti a Dio per “guarire” dall’ipocrisia, che è “il linguaggio” del diavolo. E’ il monito rivolto oggi da papa Francesco nell’omelia della messa celebrata a Casa santa Marta, nella quale ha commentato il brano del Vangelo (Lc 11,37-41) nel quale Gesù, invitato a pranzo da un fariseo, viene criticato dal padrone di casa perché, prima di mettersi a tavola, non aveva fatto le abluzioni rituali.

“C’è – ha detto Francesco - un atteggiamento che il Signore non tollera: l’ipocrisia. E’ questo che succede oggi nel Vangelo. Invitano Gesù a pranzo, ma per giudicarlo, non per fare amicizia”. L’ipocrisia “è proprio apparire di un modo ed essere di un altro”. E’ pensare di nascosto diversamente da come appare.

Gesù non sopporta l'ipocrisia. E spesso chiama i farisei ipocriti, sepolcri imbiancati. Non è un insulto quello di Gesù, è la verità. “Da fuori tu sei perfetto, anzi inamidato, proprio con la correttezza, ma da dentro sei un’altra cosa”. “L’atteggiamento ipocrita – ha ammonito Francesco - nasce dal grande bugiardo, il diavolo”. Lui è il “grande ipocrita” e gli ipocriti sono i suoi “eredi”. “L’ipocrisia è il linguaggio del diavolo, è il linguaggio del male che entra nel nostro cuore e viene seminato dal diavolo. Non si può convivere con gente ipocrita ma ce ne sono. A Gesù piace smascherare l’ipocrisia. Lui sa che sarà proprio questo atteggiamento ipocrita a portarlo alla morte, perché l’ipocrita non pensa se usa dei mezzi leciti o no, va avanti: la calunnia? ‘Facciamo la calunnia’; il falso testimone? ‘Cerchiamo un falso testimone’”.

Qualcuno, ha proseguito il Papa, potrebbe obiettare “che da noi non esiste l’ipocrisia così”. Ma pensare questo è un errore. “Il linguaggio ipocrita, non dirò che sia normale, ma è comune, è di tutti i giorni. L’apparire di un modo e l’essere in un altro. Nella lotta per il potere, per esempio, le invidie, le gelosie ti fanno apparire un modo di essere e da dentro c’è il veleno per uccidere perché sempre l’ipocrisia uccide, sempre, prima o poi uccide”.

Per guarire da questo atteggiamento, ha affermato Francesco, serve “la verità, davanti a Dio. E’ accusare sé stessi. Noi dobbiamo imparare ad accusarci: ‘Io ho fatto questo, io la penso così, cattivamente… Io ho invidia, io vorrei distruggere quello…’, quello che è dentro, nostro, e dircelo, davanti a Dio. Questo è un esercizio spirituale che non è comune, non è abituale, ma cerchiamo di farlo: accusare noi stessi, vederci nel peccato, nelle ipocrisie nella malvagità che c’è nel nostro cuore. Perché il diavolo semina malvagità e dire al Signore: ‘Ma guarda Signore, come sono!’, e dirlo con umiltà”.

Imparare ad accusare noi stessi è “una cosa forse troppo forte ma è così: un cristiano che non sa accusare sé stesso non è un buon cristiano” e rischia di cadere nell’ipocrisia. E Francesco ha ricordato la preghiera di Pietro quando disse al Signore: allontanati da me perché sono un uomo peccatore. “Che noi impariamo – ha concluso - ad accusarci noi, noi stessi”.

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