24/03/2006, 00.00
VATICANO
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Papa: ai nuovi cardinali, siate "servi" della "caritas" di Gesù

Nel suo primo concistoro, Benedetto XVI ha parlato ai 15 nuovi componenti del "senato" della Chiesa di come va intesa l'autorità.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il "servizio" alla Chiesa ed ai fedeli, perché essa sia veramente in tutto il mondo "caritas" ed in esso il ruolo di collaboratori del successore di Pietro. Sono i due "caratteri" del divenire membro del collegio cardinalizio, "senato della Chiesa", che Benedetto XVI ha messo in evidenza nelle parole che ha detto per il Concistoro ordinario pubblico, nel corso del quale ha "creato" 15 nuovi cardinali.

Collegio cardinalizio quasi al completo, in piazza San Pietro, centinaia di vescovi, corpo diplomatico accreditato in Vaticano e quasi trentamila persone per il primo concistoro di Benedetto XVI, celebrato in una giornata di nuvole, con il vento che ha costretto cardinali e vescovi a mantenersi gli zucchetti. Per tutti i nuovi porporati, il credo, il giuramento di fedeltà, l'assegnazione del "titolo" (ossia della parrocchia o diaconia che lo rendono parte del clero romano) e l'imposizione della berretta da parte del Papa. Con oggi, i componenti del collegio sono 193, 120 dei quali non ancora ottantenni, che potrebbero cioè partecipare ad un eventuale conclave.

Ai nuovi cardinali, Benedetto XVI ha parlato del senso dell'essere "servo dei servi di Dio", come vera essenza dell'autorità e del prestigio dei quali, da oggi, essi godono. "Gesù – ha detto in proposito - spiegando ai dodici Apostoli che la loro autorità avrebbe dovuto essere esercitata in modo ben diverso da quello dei "capi delle nazioni", riassume tale modalità nello stile del servizio: 'Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore; e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti' (Mc 10,43-44). La totale e generosa disponibilità nel servire gli altri è il segno distintivo di chi nella Chiesa è posto in autorità, perché così è stato per il Figlio dell'uomo, il quale non venne 'per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti' (Mc 10, 45)". "Il primo 'Servo dei servi di Dio' è dunque Gesù. Dietro di Lui, e uniti a Lui, gli Apostoli; e tra questi, in modo speciale, Pietro, al quale il Signore ha affidato la responsabilità di guidare il suo gregge. Compito del Papa è di farsi per primo servitore di tutti".

Rivolgendosi direttamente ai nuovi cardinali, "vorrei – ha detto - riassumere il senso di questa vostra nuova chiamata nella parola che ho posto al centro della mia prima Enciclica: caritas. Essa ben si associa anche al colore dell'abito cardinalizio. La porpora che indossate sia sempre espressione della caritas Christi, stimolandovi ad un amore appassionato per Cristo, per la sua Chiesa e per l'umanità. Avete ora un ulteriore motivo per cercare di rivivere gli stessi sentimenti che spinsero il Figlio di Dio fatto uomo a versare il suo sangue in espiazione dei peccati dell'intera umanità. Conto su di voi, venerati Fratelli, conto sull'intero Collegio di cui entrate a far parte, per annunciare al mondo che "Deus caritas est", e per farlo anzitutto mediante la testimonianza di sincera comunione tra i cristiani: "Da questo – disse Gesù – tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,35). Conto su di voi, cari Fratelli Cardinali, per far sì che il principio della carità possa irradiarsi e riesca a vivificare la Chiesa in ogni grado della sua gerarchia, in ogni Comunità e Istituto religioso, in ogni iniziativa spirituale, apostolica e di animazione sociale. Conto su di voi affinché il comune sforzo di fissare lo sguardo sul Cuore aperto di Cristo renda più sicuro e spedito il cammino verso la piena unità dei cristiani. Conto su di voi perché, grazie all'attenta valorizzazione dei piccoli e dei poveri, la Chiesa offra al mondo in modo incisivo l'annuncio e la sfida della civiltà dell'amore. Tutto questo mi piace vedere simboleggiato nella porpora di cui siete insigniti. Che essa sia veramente simbolo dell'ardente amore cristiano che traspare dalla vostra esistenza". (FP)

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