03/07/2017, 13.20
VATICANO
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Papa: alla Fao, la fame non è solo un fenomeno naturale, ma frutto di egoismi e guerre

In un suo messaggio Francesco richiama la comunità internazionale al dovere della solidarietà. La malnutrizione “risultante di una più complessa condizione di sottosviluppo, causata dall’inerzia di molti e dall’egoismo di pochi”. “Tutti siamo consapevoli che non basta l’intenzione di assicurare a tutti il pane quotidiano, ma è necessario riconoscere che tutti ne hanno diritto e ne debbono quindi usufruire”.

Roma (AsiaNews) – Forte richiamo di papa Francesco alla comunità internazionale a scegliere la via della corresponsabilità e quindi della solidarietà di fronte a una realtà mondiale che vede ancora presenti fame, malnutrizione e mancanza di sicurezza. In un messaggio inviato alla Fao per la odierna Sessione inaugurale della 40ma Conferenza generale dell’agenzia dell’Onu, il Papa scrive infatti che la fame non è solo un fenomeno naturale o strutturale di determinate aree geografiche, “ma piuttosto la risultante di una più complessa condizione di sottosviluppo, causata dall’inerzia di molti e dall’egoismo di pochi. Le guerre, il terrorismo, gli spostamenti forzati di persone che sempre più impediscono o almeno condizionano fortemente le stesse attività di cooperazione, non sono delle fatalità, ma piuttosto il risultato di scelte precise”.

Nel documento, letto dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, Francesco scrive che la Santa Sede “segue con molta attenzione l’attività internazionale e vuole concorrere a orientarla per favorire non un semplice progresso o teorici obiettivi di sviluppo, ma una effettiva eliminazione della fame e della malnutrizione. Tutti siamo consapevoli che non basta l’intenzione di assicurare a tutti il pane quotidiano, ma è necessario riconoscere che tutti ne hanno diritto e ne debbono quindi usufruire. Se i continui obiettivi proposti restano ancora lontani, dipende molto dalla mancanza di una cultura della solidarietà che non riesce a farsi strada nelle attività internazionali, che rimangono spesso legate solo al pragmatismo delle statistiche o al desiderio di un’efficienza priva dell’idea di condivisione”.

Ogni Paese, osserva il Papa, dà impulso alla sua agricoltura per aumentare il proprio livello di nutrizione. Ma, stante il “dovere dell’intera famiglia umana di venire concretamente in soccorso di quanti sono nel bisogno”, quando un Paese “non è in grado di dare risposte adeguate perché non lo permette il suo grado di sviluppo, le sue condizioni di povertà, i cambiamenti climatici o le situazioni di insicurezza, è necessario che la FAO e le altre Istituzioni intergovernative siano messe in grado di intervenire specificamente per intraprendere un’adeguata azione solidale. A partire dalla consapevolezza che i beni affidatici dal Creatore sono per tutti, occorre urgentemente che la solidarietà sia il criterio ispiratore di ogni forma di cooperazione nelle relazioni internazionali”.

“Uno sguardo sulla situazione del mondo non fornisce immagini confortanti. Non possiamo, tuttavia, rimanere solo preoccupati e forse rassegnati. Questo momento di evidente difficoltà ci deve rendere anche più consapevoli che la fame e la malnutrizione non sono soltanto fenomeni naturali o strutturali di determinate aree geografiche, ma sono piuttosto la risultante di una più complessa condizione di sottosviluppo, causata dall’inerzia di molti e dall’egoismo di pochi. Le guerre, il terrorismo, gli spostamenti forzati di persone che sempre più impediscono o almeno condizionano fortemente le stesse attività di cooperazione, non sono delle fatalità, ma piuttosto il risultato di scelte precise. Si tratta di un meccanismo complesso che colpisce anzitutto le categorie più vulnerabili, non solo escluse dai processi produttivi, ma spesso costrette a lasciare le loro terre alla ricerca di rifugio e speranza di vita. Come pure sono determinati da decisioni assunte in piena libertà e coscienza i dati relativi agli aiuti verso i Paesi poveri, che appaiono sempre più ridotti, nonostante gli appelli che si susseguono di fronte alle situazioni di crisi sempre più distruttive che si manifestano in diverse aree del pianeta”.

“Dobbiamo prendere coscienza che in questi casi la libertà di scelta di ognuno va coniugata con la solidarietà verso tutti, in relazione ai bisogni, attuando in buona fede gli impegni assunti o annunciati”. In proposito il Papa ha annunciato che darà un contributo al programma della FAO per fornire sementi alle famiglie rurali che vivono in aree dove si sono sommati gli effetti dei conflitti e della siccità. “Questo gesto si aggiunge al lavoro che la Chiesa porta avanti secondo la propria vocazione di stare al fianco dei poveri della terra e di accompagnare il fattivo impegno di tutti in loro favore. Questo impegno ci viene oggi richiesto dall’Agenda per lo sviluppo 2030, quando ribadisce il concetto di sicurezza alimentare come obiettivo non più rinviabile. Ma solo uno sforzo di autentica solidarietà sarà capace di eliminare il numero delle persone malnutrite e prive del necessario per vivere. È una sfida molto grande per la FAO e per tutte le Istituzioni della Comunità internazionale. Una sfida in cui anche la Chiesa si sente impegnata in prima fila. Auspico pertanto che le sessioni di questa Conferenza possano dare un nuovo impulso all’attività dell’Organizzazione e fornire quegli strumenti desiderati e attesi da milioni di nostri fratelli che vedono nell’azione della FAO non solo un apporto tecnico per aumentare le risorse e per distribuire i frutti della produzione, ma anche il segno concreto, spesso unico, di una fraternità che permette loro di avere fiducia nel futuro”.

A conclusione del suo intervento, il card. Parolin ha reso noto che papa Francesco si recherà in visita alla Fao il prossimo 16 ottobre, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione chiamata quest’anno a riflettere sul tema “Cambiar el futuro de la migración”.

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