16/06/2016, 13.02
VATICANO
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Papa: anche seminare allegria e bellezza “in un mondo a volte cupo e triste” è misericordia

Il “grazie” di Francesco ai partecipanti al Giubileo dello Spettacolo viaggiante: “voi siete artigiani del bello” e “non sapete il bene che fate”. La carezza a un cucciolo di tigre.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Anche seminare allegria e bellezza “in un mondo a volt cupo e triste” è misericordia. E’ il motivo del “grazie” che papa Francesco ha più volte ripetuto a migliaia di cicrecensi, fieranti e artisti di strada, ricevuti nell’aula Paolo VI per il Giubileo dello Spettacolo viaggiante.

Una udienza segnata dall’esibizione di acrobati, contorsionisti, clown e un pulcinella che ha raccontato, a modo suo, la storia del martirio di san Gennaro. E che ha visto  Francesco accarezzare un cucciolo – già piuttosto cresciuto – di tigre. “avete fatto paura al Papa”, ha commentato più tardi.

Nel saluto loro rivolto Francesco ha insistito sul fatto che portare il sorriso è “seminare il bene”. “Voi – ha detto loro - fate grandi cose: voi siete ‘artigiani’ della festa, della meraviglia, del bello: con queste qualità arricchite la società di tutto il mondo, anche con l’ambizione di alimentare sentimenti di speranza e di fiducia. Lo fate mediante esibizioni che hanno la capacità di elevare l’animo, di mostrare l’audacia di esercizi particolarmente impegnativi, di affascinare con la meraviglia del bello e di proporre occasioni di sano divertimento. La festa e la letizia sono segni distintivi della vostra identità, delle vostre professioni e della vostra vita, e nel Giubileo della Misericordia non poteva mancare questo appuntamento. Voi avete una speciale risorsa: con i vostri continui spostamenti, potete portare a tutti l’amore di Dio, il suo abbraccio e la sua misericordia. Potete essere comunità cristiana itinerante, testimoni di Cristo che è sempre in cammino per incontrare anche i più lontani”.

“Mi congratulo con voi perché, in questo Anno Santo, avete aperto i vostri spettacoli ai più bisognosi, ai poveri e ai senza tetto, ai carcerati, ai ragazzi disagiati. Anche questa è misericordia: seminare bellezza e allegria in un mondo a volte cupo e triste. Grazie, grazie.

Lo spettacolo viaggiante e popolare è la forma più antica di intrattenimento; è alla portata di tutti e rivolto a tutti, piccoli e grandi, in particolare alle famiglie; diffonde la cultura dell’incontro e la socialità nel divertimento. I vostri spazi di lavoro possono diventare luoghi di aggregazione e di fraternità. Perciò vi incoraggio ad essere sempre accoglienti verso i piccoli e i bisognosi; ad offrire parole e gesti di consolazione a chi è chiuso in sé stesso, ricordando le parole di san Paolo: «Chi fa opere di misericordia, le compia con gioia» (Rm 12,8). Come disse san Giovanni Paolo II, voi potete «far nascere il sorriso di un bambino e illuminare per un istante lo sguardo disperato di una persona sola, e, attraverso lo spettacolo e la festa, rendere gli uomini più vicini gli uni agli altri» (VI Incontro Internazionale della Pastorale per i Circensi e i Fieranti, 16 dicembre 1993: Insegnamenti XVI, 2 [1993], 1486). Anche potete spaventare il papa nel carezzare quel cucciolo”.

“So bene che, per i ritmi della vostra vita e del vostro lavoro, è difficile per voi far parte di una comunità parrocchiale in modo stabile. Perciò vi invito ad avere cura della vostra fede. Cogliete ogni occasione per accostarvi ai sacramenti. Trasmettete ai vostri figli l’amore per Dio e per il prossimo, il cammino della bellezza. E raccomando alle Chiese particolari e alle parrocchie di essere attente alle necessità vostre e di tutta la gente in mobilità. Come sapete, la Chiesa si preoccupa dei problemi che accompagnano la vostra vita itinerante, e vuole aiutarvi ad eliminare i pregiudizi che a volte vi tengono un po’ ai margini. Possiate sempre svolgere il vostro lavoro con amore e con cura, fiduciosi che Dio vi accompagna con la sua provvidenza, generosi nelle opere di carità, disponibili ad offrire le risorse e il genio delle vostre arti e delle vostre professioni. E voi non potete immaginare il bene che voi fate, il bene che si semina. Voi fate questo e grazie, grazie”.

 

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