25/03/2016, 22.35
VATICANO
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Papa: ancora oggi vediamo la Croce nel male presente del mondo, ma anche nel bene che tanti scelgono

Francesco conclude la Via Crucis con una preghiera che ricorda i cristiani “uccisi, bruciati vivi, sgozzati e decapitati”, i corrotti, gli anziani abbandonati e i migranti morti in mare, ma anche i volti delle suore e dei consacrati che abbandonano tutto per aiutare gli altri e i volontari che soccorrono  generosamente i bisognosi e i percossi.

 

Roma (AsiaNews) – Papa Francesco ha concluso la Via Crucis con una preghiera alla croce di Cristo “simbolo dell’amore divino e dell’ingiustizia umana” che vediamo ancora oggi nei tanti mali del mondo – dai cristiani “uccisi, bruciati vivi, sgozzati e decapitati” ai corrotti, dagli anziani abbandonati ai migranti morti in mare – ma anche “vessillo della vittoria” nei volti delle suore e dei consacrati che abbandonano tutto per aiutare gli altri o nei volontari che soccorrono  generosamente i bisognosi e i percossi.

“O Croce di Cristo – la preghiera del Papa - simbolo dell’amore divino e dell’ingiustizia umana, icona del sacrificio supremo per amore e dell’egoismo estremo per stoltezza, strumento di morte e via di risurrezione, segno dell’obbedienza ed emblema del tradimento, patibolo della persecuzione e vessillo della vittoria.

O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo eretta nelle nostre sorelle e nei nostri fratelli uccisi, bruciati vivi, sgozzati e decapitati con le spade barbariche e con il silenzio vigliacco.

O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei volti dei bambini, delle donne e delle persone, sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e spesso non trovano che la morte e tanti Pilati con le mani lavate.

O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei dottori della lettera e non dello spirito, della morte e non della vita, che invece di insegnare la misericordia e la vita, minacciano la punizione e la morte e condannano il giusto.

O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei ministri infedeli che invece di spogliarsi delle proprie vane ambizioni spogliano perfino gli innocenti della propria dignità.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei cuori impietriti di coloro che giudicano comodamente gli altri, cuori pronti a condannarli perfino alla lapidazione, senza mai accorgersi dei propri peccati e colpe.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei fondamentalismi e nel terrorismo dei seguaci di qualche religione che profanano il nome di Dio e lo utilizzano per giustificare le loro inaudite violenze.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi in coloro che vogliono toglierti dai luoghi pubblici ed escluderti dalla vita pubblica, nel nome di qualche paganità laicista o addirittura in nome dell’uguaglianza che tu stesso ci hai insegnato.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei potenti e nei venditori di armi che alimentano la fornace delle guerre con il sangue innocente dei fratelli e danno ai loro figli da mangiare il pane insanguinato.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei traditori che per trenta denari consegnano alla morte chiunque.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei ladroni e nei corrotti che invece di salvaguardare il bene comune e l’etica si vendono nel misero mercato dell’immoralità.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi negli stolti che costruiscono depositi per conservare tesori che periscono, lasciando Lazzaro morire di fame alle loro porte.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei distruttori della nostra “casa comune” che con egoismo rovinano il futuro delle prossime generazioni.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi negli anziani abbandonati dai propri famigliari, nei disabili e nei bambini denutriti e scartati dalla nostra egoista e ipocrita società.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nel nostro Mediterraneo e nel mar Egeo divenuti un insaziabile cimitero, immagine della nostra coscienza insensibile e narcotizzata.

O Croce di Cristo, immagine dell’amore senza fine e via della Risurrezione, ti vediamo ancora oggi nelle persone buone e giuste che fanno il bene senza cercare gli applausi o l’ammirazione degli altri.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei ministri fedeli e umili che illuminano il buio della nostra vita come candele che si consumano gratuitamente per illuminare la vita degli ultimi.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei volti delle suore e dei consacrati - i buoni samaritani - che abbandonano tutto per bendare, nel silenzio evangelico, le ferite delle povertà e dell’ingiustizia.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei misericordiosi che trovano nella misericordia l’espressione massima della giustizia e della fede.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nelle persone semplici che vivono gioiosamente la loro fede nella quotidianità e nell’osservanza filiale dei comandamenti.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei pentiti che sanno, dalla profondità della miseria dei loro peccati, gridare: Signore ricordati di me nel Tuo regno!

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora nei beati e nei santi che sanno attraversare il buio della notte della fede senza perdere la fiducia in te e senza pretendere di capire il Tuo silenzio misterioso.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nelle famiglie che vivono con fedeltà e fecondità la loro vocazione matrimoniale.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei volontari che soccorrono  generosamente i bisognosi e i percossi.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei perseguitati per la loro fede che nella sofferenza continuano a dare testimonianza autentica a Gesù e al Vangelo.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei sognatori che vivono con il cuore dei bambini e che lavorano ogni giorno per rendere il mondo un posto migliore, più umano e più giusto.

In te Santa Croce vediamo Dio che ama fino alla fine, e vediamo l’odio che spadroneggia e acceca i cuori e le menti di coloro che preferiscono le tenebre alla luce.

O Croce di Cristo, Arca di Noè che salvò l’umanità dal diluvio del peccato, salvaci dal male e dal maligno! O Trono di Davide e sigillo dell’Alleanza divina ed eterna, svegliaci dalle seduzioni della vanità! O grido di amore, suscita in noi il desiderio di Dio, del bene e della luce.

O Croce di Cristo, insegnaci che l’alba del sole è più forte dell’oscurità della notte. O Croce di Cristo, insegnaci che l’apparente vittoria del male si dissipa davanti alla tomba vuota e di fronte alla certezza della Risurrezione e dell’amore di Dio che nulla può sconfiggere od oscurare o indebolire. Amen!”

Nel corso del rito, svoltosi come da tradizione al Colosseo, nelle meditazioni e nella preghiere si sono ricordati gli ebrei morti nei campi di sterminio, i cristiani uccisi in odio alla fede, i bambini che vengono schiavizzati sul lavoro, i profughi in fuga da guerre e dittatori, le donne oggetto di sfruttamento e di violenza e anche i corpi di uomini e donne, di bambini e anziani, di malati e disabili non rispettati nella loro dignità

Scritte dal  cardinale di Perugia, Gualtiero Bassetti e intitolate  “Dio è misericordia” esse mostrano il percorso di Gesù verso il Golgota come l’estremo dono misericordioso di Dio per gli uomini. Una risposta alle paure dell’uomo di oggi, un monito per chi cerca “verità a buon mercato”, che servono i propri interessi, mentre Gesù mostra che “il cristiano accetta lo scherno e le umiliazioni che derivano dall’amore della verità”. Una chiamata alla fede e alla speranza di fronte alle tante paure che ci sono nella nostra vita. “Abbiamo paura del diverso, dello straniero, del migrante. Abbiamo timore del futuro, degl’imprevisti, della miseria. Quanta paura nelle nostre famiglie, negli ambienti di lavoro, nelle nostre città... E forse abbiamo paura anche di Dio: quella paura del giudizio divino che nasce dalla poca fede, dalla non conoscenza del suo cuore, dal dubbio sulla sua misericordia”

Le tante sofferenze umane sono ricordate in più occasioni. Alla III stazione “Ti preghiamo, Signore, per tutte quelle situazioni di sofferenza che sembrano non avere senso, per gli ebrei morti nei campi di sterminio, per i cristiani uccisi in odio alla fede, per le vittime di ogni persecuzione, per i bambini che vengono schiavizzati sul lavoro, per gli innocenti che muoiono nelle guerre”. Alla IV si ricordano “tutte le donne oggetto di sfruttamento e di violenza”. Alla X “i corpi di uomini e donne, di bambini e anziani, di malati e disabili non rispettati nella loro dignità”.

E nella III stazione, quando Gesù cade la prima volta sotto la croce “Gesù dona senso alla sofferenza degli uomini. La sofferenza per l’uomo è a volte un assurdo, incomprensibile alla mente, presagio di morte. Ci sono situazioni di sofferenza che sembrano negare l’amore di Dio. Dov’è Dio nei campi di sterminio? Dov’è Dio nelle miniere e nelle fabbriche dove lavorano come schiavi i bambini? Dov’è Dio nelle carrette del mare che affondano nel Mediterraneo? Gesù cade sotto il peso della croce, ma non ne rimane schiacciato. Ecco, Cristo è lì. Scarto tra gli scarti. Ultimo con gli ultimi. Naufrago tra i naufraghi. Dio si fa carico di tutto questo. Un Dio che per amore rinuncia a mostrare la sua onnipotenza. Ma anche così, proprio così, caduto a terra come un chicco di grano, Dio è fedele a sé stesso: fedele nell’amore".

 

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