06/11/2018, 11.25
VATICANO
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Papa: attenzione a non rifiutare troppe volte l’invito di Gesù

“Chi rifiuta Gesù, Gesù aspetta, dà una seconda opportunità, forse una terza, una quarta, una quinta … Ma alla fine rifiuta Lui”. “E questo del rifiuto ci deve far pensare a noi, alle volte che Gesù ci chiama; ci chiama a fare festa con Lui, a essere vicino a Lui, cambiare vita”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Gesù è misericordioso, ma è giusto e di fronte a un rifiuto offre una seconda opportunità, “forse una terza, una quarta, una quinta … Ma alla fine rifiuta Lui”. L’ha detto papa Francesco all’omelia della messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, prendendo spunto dal brano del Vangelo (Lc 14,15-24) nel quale si racconta del pranzo offerto da un capo dei farisei, nel corso del quale  uno dei commensali, esclama: “Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!”.

E’ il brano del doppio rifiuto, ha commentato il Papa. E Gesù, che era presente al banchetto, allora racconta la storia di un uomo che diede una grande cena e fece molti inviti. I suoi servi dicono agli invitati: “Venite, è pronto! Ma tutti cominciamo a scusarsi per non andare. Chi perché ha comprato un campo, chi cinque paia di buoi, chi perché si è appena sposato. “E sempre scuse. Si scusano. Scusarsi è la parola educata per non dire: “Rifiuto”. Rifiutano, ma educatamente”. Allora il padrone manda i servi in strada a chiamare i poveri, i malati, gli zoppi, i ciechi e loro arrivano alla festa. “E il brano del Vangelo – ha aggiunto Francesco - finisce con il secondo rifiuto, ma questo dalla bocca di Gesù”. (…). “Chi rifiuta Gesù, Gesù aspetta, dà una seconda opportunità, forse una terza, una quarta, una quinta … Ma alla fine rifiuta Lui”. “E questo del rifiuto ci deve far pensare a noi, alle volte che Gesù ci chiama; ci chiama a fare festa con Lui, a essere vicino a Lui, cambiare vita. Pensate che cerca i suoi amici più intimi e loro rifiutano! Poi cerca gli ammalati … e vanno; forse qualcuno rifiuta. Quante volte noi sentiamo la chiamata di Gesù per andare da Lui, per fare un’opera di carità, per pregare, per incontrarlo e noi diciamo: ‘Ma, scusa Signore, sono indaffarato, non ho tempo. Sì, domani, non posso … ‘. E Gesù rimane lì”.

Chiediamoci, l’invito del Papa, quante volte anche noi chiediamo a Gesù di scusarci quando Lui “ci chiama a incontrarci, a parlare, a fare una bella chiacchera”. Anche noi rifiutiamo l’invito di Gesù. “Ognuno di noi pensi: nella mia vita, quante volte ho sentito l’ispirazione dello Spirito Santo a fare un’opera di carità, a incontrare Gesù in quell’opera di carità, di andare a pregare, di cambiare vita in questo, in questo che non va bene? E sempre ho trovato un motivo per scusarmi, per rifiutare”.

Alla fine, ha detto ancora Francesco, ad entrare nel Regno di Dio sarà chi non rifiuta Gesù o chi non è rifiutato da Lui. E facendosi interprete di chi pensa che tanto Gesù è buono e alla fine perdona tutto, il Papa ha obiettato: “Sì, è buono, è misericordioso. E’ misericordioso, ma è giusto. E se tu chiudi la porta del tuo cuore da dentro, Lui non può aprirla, perché è molto rispettoso del nostro cuore. Rifiutare Gesù è chiudere la porta da dentro e Lui non può entrare. E nessuno di noi, nel momento che rifiuta Gesù, pensa a questo: ‘Io chiudo la porta a Gesù da dentro’”.

Ma c’è un altro elemento, chi paga il banchetto? E’ Gesù! L’apostolo Paolo nella prima Lettura, “ci fa vedere la fattura di questa festa” parlando di Gesù che “svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo e umiliando se stesso fino a morire in croce. Con la sua vita – ha concluso Francesco - Gesù ha pagato la festa. E io dico: ‘Non posso’ (...) Ci dia il Signore la grazia di capire questo mistero di durezza di cuore, di ostinazione, di rifiuto e la grazia di piangere”.

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