13/05/2020, 11.22
VATICANO
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Papa: chiediamo a Maria la pace del mondo, la fine della pandemia, la nostra conversione

Domani la giornata di preghiera, digiuno e opere di carità proposta dall'Alto comitato della fratellanza umana. “Invito e incoraggio tutti a unirsi a questo evento: uniamoci come fratelli nel chiedere al Signore di salvare l'umanità dalla pandemia, di illuminare gli scienziati e di guarire i malati".

Città del Vaticano (AsiaNews) – La preghiera “è uno slancio, è un’invocazione che va oltre noi stessi”, “la voce di un ‘io’ che brancola, che procede a tentoni, in cerca di un ‘Tu’”. Con essa il cristiano “entra in relazione con il Dio dal volto tenerissimo, che non vuole incutere alcuna paura agli uomini”, al quale si può “chiedere tutto, spiegare tutto, raccontare tutto”. E’ “la preghiera del cristiano” tema della seconda catechesi per l’udienza generale dedicata da papa Francesco alla preghiera e svoltasi nella Biblioteca privata. Preghiera che nel giorno della memoria liturgica della Madonna di Fatima il Papa ha raccomandato di rivolgere a Maria, chiedendole “la pace per il mondo, la fine della pandemia, lo spirito di penitenza e la nostra conversione”.

“La preghiera – ha detto - è uno slancio, è un’invocazione che va oltre noi stessi: qualcosa che nasce nell’intimo della nostra persona e si protende, perché avverte la nostalgia di un incontro. Dobbiamo sottolineare questo”. “La preghiera è la voce di un ‘io’ che brancola, che procede a tentoni, in cerca di un ‘Tu’. L’incontro tra io e tu no si può fare con le calcolatrici, è un incontro umano.  La preghiera del cristiano nasce invece da una rivelazione: il ‘Tu’ non è rimasto avvolto nel mistero, ma è entrato in relazione con noi. Il cristianesimo è la religione che celebra continuamente la ‘manifestazione’ di Dio, la sua epifania”.

“La preghiera del cristiano entra in relazione con il Dio dal volto tenerissimo, che non vuole incutere alcuna paura agli uomini. Questa è la prima caratteristica della preghiera cristiana. Se gli uomini erano da sempre abituati ad avvicinarsi a Dio un po’ intimiditi, un po’ spaventati da questo mistero affascinante e tremendo, se si erano abituati a venerarlo con un atteggiamento servile, simile a quello di un suddito che non vuole mancare di rispetto al suo signore, i cristiani si rivolgono invece a Lui osando chiamarlo in modo confidente con il nome di ‘Padre’, anzi Gesù usa l’altra parola: ‘papà’.. Il cristianesimo ha bandito dal legame con Dio ogni rapporto ‘feudale’. Nel patrimonio della nostra fede non sono presenti espressioni quali ‘sudditanza’, ‘schiavitù’ o ‘vassallaggio’; bensì parole come ‘alleanza’, ‘amicizia’, ‘comunione’, ‘vicinanza’”.

 “Dio è alleato fedele: se gli uomini smettono di amare, Lui però continua a voler bene, anche se l’amore lo conduce al Calvario. E’ sempre vicino alla porta del nostro cuore, aspetta che gli apriamo. Qualche volta bussa, ma lo fa con pazienza, senza forzare, con tanto amore”. Quella di Dio "è la pazienza di un papà, di uno che ci ama tanto. Anche, io direi, è la pazienza di un papà e di una mamma, tutto insieme". 

Nel saluti ai fedeli di lingua araba, infine, Francesco ha ricordato che la preghiera "è il modo per comunicare e ascoltare Dio" e che per questo ha accolto l'invito dell'Alto Comitato della Fratellanza umana di dedicare la giornata di domani alla preghiera, al digiuno e alle opere di carità. “Invito e incoraggio tutti – ha concluso - a unirsi a questo evento: uniamoci come fratelli nel chiedere al Signore di salvare l'umanità dalla pandemia, di illuminare gli scienziati e di guarire i malati".

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