09/09/2020, 11.14
VATICANO
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Papa: c’è chi usa il virus per cercare vantaggi economici o politici

Il bene comune “dovere di giustizia che ricade su ogni cittadino. E per i cristiani è anche una missione”. “Purtroppo, la politica spesso non gode di buona fama, e sappiamo il perché. Questo non vuol dire che i politici tutti siano cattivi”. “Studenti e insegnanti, che in questi giorni siete tornati a scuola, siate i veri artefici del futuro”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Dalla pandemia, è tornato ad ammonire papa Francesco, possiamo uscirne migliori se cerchiamo tutti insieme il bene comune, ma “purtroppo assistiamo all’emergere di interessi di parte. Per esempio, c’è chi vorrebbe appropriarsi di possibili soluzioni, come nel caso dei vaccini. Alcuni approfittano della situazione per fomentare divisioni: per cercare vantaggi economici o politici, generando o aumentando conflitti. Altri semplicemente non si interessano della sofferenza altrui” e del bene comune.

Il bene comune “dovere di giustizia che ricade su ogni cittadino. E per i cristiani è anche una missione” è stato il tema del quale ha parlato papa Francesco all’udienza generale di oggi, tenuta anche oggi nel Cortile di San Damaso. Percorrendolo, Francesco si è lungamente fermato a salutare le 500 persone presenti – tutte con la mascherina – assiepate lungo le transenne. Ha benedetto rosari e altri oggetti portati dai fedeli, ha firmato libri e disegni, ha scherzato con un gruppo di suore africane, invitate a intonare un canto. E prima di iniziare il suo discorso, ha invitato i presenti a non stare assiepati, ma “non ammucchiatevi, state sulle sedie, così evitiamo il contagio”.

Nel suo discorso, continuando il ciclo di catechesi sul tema: “Guarire il mondo”, Francesco ha parlato di “Amore e bene comune”.

“La crisi che stiamo vivendo a causa della pandemia colpisce tutti; possiamo uscirne migliori se cerchiamo tutti insieme il bene comune. Altrimenti ne usciremo peggiori”.  “La risposta cristiana alla pandemia e alle conseguenti crisi socio-economiche – ha detto - si basa sull’amore, anzitutto l’amore di Dio che sempre ci precede (cfr 1 Gv 4,19)”. “Amo non solo chi mi ama: la mia famiglia, i miei amici, il mio gruppo, ma anche quelli che non mi amano, che non mi conoscono, o che sono stranieri, e anche quelli che mi fanno soffrire o che considero nemici (cfr Mt 5,44). Questa è la saggezza cristiana. Il punto più alto della santità è amare i nemici. E non è facile”.

L’amore, dunque, “comprende i rapporti civici e politici”, “incluso il rapporto con la natura (Enc. Laudato si’ [LS], 231). Poiché siamo esseri sociali e politici, una delle più alte espressioni di amore è proprio quella sociale e politica, decisiva per lo sviluppo umano e per affrontare ogni tipo di crisi (ibid., 231)”.

“La salute, oltre che individuale, è anche un bene pubblico. Una società sana è quella che si prende cura della salute di tutti. Un virus che non conosce barriere, frontiere o distinzioni culturali e politiche deve essere affrontato con un amore senza barriere, frontiere o distinzioni. Questo amore può generare strutture sociali che ci incoraggiano a condividere piuttosto che a competere, che ci permettono di includere i più vulnerabili e non di scartarli, e che ci aiutano ad esprimere il meglio della nostra natura umana e non il peggio. Il vero amore non conosce la cultura dello scarto”.

“Al contrario, se le soluzioni alla pandemia portano l’impronta dell’egoismo, sia esso di persone, imprese o nazioni, forse possiamo uscire dal coronavirus, ma certamente non dalla crisi umana e sociale che il virus ha evidenziato e accentuato. Quindi, attenzione a non costruire sulla sabbia (cfr Mt 7,21-27)! Per costruire una società sana, inclusiva, giusta e pacifica, dobbiamo farlo sopra la roccia del bene comune. E questo è compito di tutti noi, non solo di qualche specialista. San Tommaso d’Aquino diceva che la promozione del bene comune è un dovere di giustizia che ricade su ogni cittadino”.

“Purtroppo, la politica spesso non gode di buona fama, e sappiamo il perché. Questo non vuol dire che i politici tutti siano cattivi. Ma non bisogna rassegnarsi a questa visione negativa, bensì reagire dimostrando con i fatti che è possibile, anzi, doverosa una buona politica, quella che mette al centro la persona umana e il bene comune. Se leggete la storia dell’umanità troverete tanti politici santi.  È possibile nella misura in cui ogni cittadino e, in modo particolare, chi assume impegni e incarichi sociali e politici, radica il proprio agire nei principi etici e lo anima con l’amore sociale e politico. I cristiani, in modo particolare i fedeli laici, sono chiamati a dare buona testimonianza di questo e possono farlo grazie alla virtù della carità, coltivandone l’intrinseca dimensione sociale. È dunque tempo di accrescere il nostro amore sociale, contribuendo tutti, a partire dalla nostra piccolezza. Il bene comune richiede la partecipazione di tutti. Se ognuno ci mette del suo, e se nessuno viene lasciato fuori, potremo rigenerare relazioni buone a livello comunitario, nazionale, internazionale e anche in armonia con l’ambiente (cfr LS, 236). Così nei nostri gesti, anche quelli più umili, si renderà visibile qualcosa dell’immagine di Dio che portiamo in noi, perché Dio è Trinità d’Amore”.

Al termine dell’incontro, Francesco ha parlato anche di studenti e insegnanti, esortando a pregare – nella Giornata internazionale per la tutela dell’educazione dagli attacchi – “per gli studenti che vengono privati del diritto all’educazione e causa di guerre e terrorismo”. Di qui l’appello alla comunità internazionale a “proteggere i giovani studenti, affinché non venga meno lo sforzo per garantire ad essi ambienti sicuri per la formazione, soprattutto in una situazione di emergenza sanitaria”. E, nel saluto ai fedeli di lingua araba, ha esortato: “In una società sempre più sconvolta da grandi sfide che interpellano l’uomo contemporaneo, voi studenti e insegnanti, che in questi giorni siete tornati a scuola, siate i veri artefici del futuro”.

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