Papa: dialogo con l'Isis, "difficile, puoi dire quasi impossibile, ma la porta è sempre aperta"
Città del Vaticano (AsiaNews) -. Forse non si può avere un dialogo con l'Isis, "è difficile, puoi dire quasi impossibile, ma la porta è sempre aperta", "io non do mai per perso nulla", Papa Francesco ha risposto così alla domanda postagli da uno dei giornalisti che lo hanno accompagnato nel breve, ma intenso viaggio a Strasburgo. Quello sull'aereo che volava verso Roma è stato un dialogo che ha toccato, oltre al terrorismo, altri temi, come la trasversalità, della quale il Papa aveva parlato al Consiglio d'Europa e la dolorosa vicenda dei tre sacerdoti arrestati in Spagna per pedofilia.
Alla domanda sulla minaccia del terrorismo e di quella della schiavitù delle quali il Papa ha parlato a Strasburgo, e sulla possibilità di dialogo, Francesco ha risposto: "Io non do mai per perso nulla. Forse non si può avere un dialogo...Ma non chiudo mai una porta. È difficile, puoi dire quasi impossibile, ma la porta è sempre aperta, no? Lei ha usato due volte la parola minaccia. È vero, il terrorismo è una delle tante cose che ci minacciano. Ma la schiavitù è una realtà inserita nel tessuto sociale di oggi. Il lavoro schiavo, la tratta delle persone, il commercio dei bambini...È un dramma, non chiudiamo gli occhi su questo! La schiavitù oggi è una realtà, lo sfruttamento delle persone... C'è la minaccia di questi terroristi...ma c'è anche un'altra minaccia, il terrorismo di Stato, quando le cose salgono salgono salgono, e ogni Stato, per suo conto, si sente in diritto di massacrare i terroristi, e con i terroristi cadono tanti che sono innocenti...E questo è una anarchia di alto livello che è molto pericolosa. Con il terrorismo si deve lottare, ma ripeto quello che ho detto: quando si deve fermare l'aggressore ingiusto, si deve fare con il consenso internazionale. Nessun Paese ha il diritto per conto suo di fermare un aggressore ingiusto".
"Il tema della trasversalità - ha risposto a un'altra domanda - è importante. Io ho visto nei dialoghi con i giovani politici, di differenti partiti e nazioni, qui e in Vaticano, che loro parlano con una musica diversa, tendente alla trasversalità. È un valore, loro non hanno paura di uscire dalla propria appartenenza, senza negarla, ma uscire per dialogare, e sono coraggiosi, e credo che questo dobbiamo imitarlo, e anche il dialogo intergenerazionale. Uscire per trovare persone e dialogare: ecco di cosa ha bisogno oggi l'Europa".
Quanto alla vicenda dei sacerdoti arrestati a Granada, "ho ricevuto direttamente la notizia indirizzata a me. Così ho chiamato la persona e gli ho detto: 'Tu domani vai dal vescovo'. E ho scritto al vescovo. Ho scritto di raccogliere la denuncia e cominciare subito a lavorarci. Ho sentito un grandissimo dolore. Ma la verità è la verità e non dobbiamo nasconderla".
11/04/2019 12:40