17/11/2017, 10.45
VATICANO
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Papa: fa bene pensare ogni giorno al momento nel quale ‘il Signore mi chiamerà’

Per alcuni questa chiamata sarà improvvisa, per altri dopo una lunga malattia, non lo sappiamo. Ma “la chiamata ci sarà!” E sarà una sorpresa, ma poi ci sarà l’altra sorpresa del Signore: la vita eterna. Per questo “la Chiesa in questi giorni ci dice: fermati un po’, fermati per pensare alla morte”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Fa bene pensare ogni giorno al momento, non prevedibile, nel quale “il Signore mi chiamerà”. E sarà una sorpresa, ma poi ci sarà l’altra sorpresa del Signore: la vita eterna. L’ha detto papa Francesco nell’omelia della messa che ha celebrato stamattina a Casa santa Marta, commentando il brano del Vangelo (Lc 17,26-37) che racconta la vita normale degli uomini e delle donne prima del diluvio universale e nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, prendevano moglie e marito…, ma poi arriva, come folgore, il giorno della manifestazione del Figlio dell’uomo.

La Chiesa, che è madre, ha detto il Papa, vuole che ognuno di noi pensi alla propria morte. Tutti siamo abituati alla normalità della vita, ma un giorno ci sarà la chiamata di Gesù che ci dirà: “Vieni!”.  Per alcuni questa chiamata sarà improvvisa, per altri dopo una lunga malattia, non lo sappiamo. Ma “la chiamata ci sarà!” E sarà una sorpresa, ma poi ci sarà l’altra sorpresa del Signore: la vita eterna. Per questo “la Chiesa in questi giorni ci dice: fermati un po’, fermati per pensare alla morte”. Francesco ha descritto ciò che di solito avviene: anche la partecipazione alle veglie funebri o andare al cimitero, diventa un fatto sociale, si va, si parla con le altre persone, in alcuni casi anche si mangia e si beve: è “una riunione in più, per non pensare”.

“E oggi la Chiesa, oggi il Signore, con quella bontà che ha, dice a ognuno di  noi: ‘Fermati, fermati, non tutti i giorni saranno così. Non abituarti come questo fosse l’eternità. Ci sarà un giorno che tu sarai tolto, l’altro rimarrà, tu sarai tolto, tu sarai tolta’. E’ andare col Signore, pensare che la nostra vita avrà fine. E questo fa bene”. Questo fa bene, ha spiegato il Papa, di fronte all’inizio di una nuova giornata di lavoro, ad esempio, possiamo pensare: “Oggi forse sarà l’ultimo giorno, non so, ma farò bene il lavoro”. E così nei rapporti in famiglia o quando andiamo dal medico.

“Pensare alla morte non è una fantasia brutta, è una realtà. Se è brutta o non brutta dipende da me, come io la penso, ma che ci sarà, ci sarà. E lì sarà l’incontro col Signore, questo sarà il bello della morte, sarà l’incontro col Signore, sarà Lui a venire incontro, sarà Lui a dire: ‘Vieni, vieni, benedetto da mio Padre, vieni con me’”. E alla chiamata del Signore non ci sarà più il tempo per sistemare le nostre cose.  "L’altro giorno – ha raccontato Francesco - ho trovato un sacerdote,  65enne più o meno, e aveva qualcosa non buona, non si sentiva bene… E’ andato dal dottore e ha detto: ‘Ma guardi - dopo la visita - lei ha questo, questa è una cosa brutta, ma forse stiamo in tempo di fermarla, faremo questo, se non si ferma faremo quest’altra e se non si ferma incominceremo a camminare e io la accompagnerò fino alla fine’. Bravo quel medico”.

Così anche noi, ha concluso  il Papa, accompagniamoci in questa strada, facciamo tutto, ma sempre guardando là, al giorno in cui “il Signore verrà a prendermi per andare da Lui”.

 

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