13/06/2015, 00.00
VATICANO
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Papa: gli scout cattolici, “parte preziosa” della Chiesa che offre “un contributo importante” nell’educazione dei giovani

Almeno 100mila scout all’incontro con Francesco. Il “metodo scout, basato sui grandi valori umani, sul contatto con la natura, sulla religiosità e la fede in Dio; un metodo che educa alla libertà nella responsabilità”. “Questo mi raccomando, capacità di dialogo, fare ponti, non fate muri, fate ponti. Ma questo può avvenire solo a una condizione: che i singoli gruppi non perdano il contatto con la parrocchia del luogo, dove hanno la loro sede, ma che in molti casi non frequentano”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Gli scout cattolici sono “una parte preziosa” della Chiesa, offrono “un contributo importante alle famiglie” nell’educazione dei giovani e possono portare “un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società”, per cui debbono integrarsi “nella pastorale della Chiesa particolare, stabilendo rapporti di stima e collaborazione ad ogni livello” con vescovi, parroci e gli altri sacerdoti. Una piazza san Pietro trasformata in una marea blu ha ascoltato oggi consigli e raccomandazioni che il Papa ha rivolto all’Agesci, l’associazione degli scout cattolici italiani.

Tra gli almeno 100mila scout presenti, che hanno riempito anche piazza Pio XII e l’inizio di via della Conciliazione, Francesco è lungamente passato con la jeep bianca, coloratasi, lungo il passaggio, per le decine di “fazzolettoni” colorati lanciati dai ragazzi e spesso presi al volo dal Papa.

“Vi dirò una cosa – ha detto loro il Papa - ma non vantatevi: voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia. Forse i più piccoli tra voi non se ne rendono bene conto, ma i più grandi spero di sì! In particolare, voi offrite un contributo importante alle famiglie per la loro missione educativa verso i fanciulli, i ragazzi e i giovani. I genitori ve li affidano perché sono convinti della bontà e saggezza del metodo scout, basato sui grandi valori umani, sul contatto con la natura, sulla religiosità e la fede in Dio; un metodo che educa alla libertà nella responsabilità. Questa fiducia delle famiglie non va delusa! E anche quella della Chiesa: vi auguro di sentirvi sempre parte della grande Comunità cristiana”.

Ricordando poi la “Carta del coraggio” elaborata l’anno scorso dall’Agesci, Francesco ha affermato che “questa ‘Carta’ esprime le vostre convinzioni e aspirazioni, e contiene una forte domanda di educazione e di ascolto rivolta alle vostre comunità capi, alle parrocchie e alla Chiesa nel suo insieme. Questa domanda investe anche l’ambito della spiritualità e della fede, che sono fondamentali per la crescita equilibrata e completa della persona umana. Quando una volta qualcuno chiese al vostro fondatore, Lord Baden Powell, ‘che cosa c’entra la religione [con lo scoutismo]?’, egli rispose che «la religione non ha bisogno di ‘entrarci’, perché è già dentro! Non c’è un lato religioso del Movimento scout… L’insieme di esso è basato sulla religione, cioè sulla presa di coscienza di Dio e sul suo Servizio» (Discorso ad una conferenza di Commissari scout/guide, 2 luglio 1926, in L’educazione non finisce mai, Roma 1997, p. 43)”.

“Nel panorama delle associazioni scout a livello mondiale, l’AGESCI è tra quelle che investono di più nel campo della spiritualità e dell’educazione alla fede. Ma c’è ancora tanto da lavorare, perché tutte le comunità-capi ne comprendano l’importanza e ne traggano le conseguenze. So che fate dei momenti formativi per i capi sull’accostamento alla Bibbia, anche con metodi nuovi, mettendo al centro la narrazione della vita vissuta a confronto con il Messaggio del Vangelo. Mi congratulo con voi per queste buone iniziative, e mi auguro che non si tratti di momenti sporadici, ma che si inseriscano in un progetto di formazione continua e capillare, che penetri fino in fondo nel tessuto associativo, rendendolo permeabile al Vangelo e facilitando il cambiamento di vita”.

“C’è una cosa che mi sta particolarmente a cuore per quanto riguarda le associazioni cattoliche, e vorrei parlarne anche a voi. Associazioni come la vostra sono una ricchezza della Chiesa che lo Spirito Santo suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori. Sono certo che l’AGESCI può apportare nella Chiesa un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società. E questo mi raccomando, capacità di dialogo, fare ponti, non fate muri, fate ponti. Ma questo può avvenire solo a una condizione: che i singoli gruppi non perdano il contatto con la parrocchia del luogo, dove hanno la loro sede, ma che in molti casi non frequentano, perché, pur svolgendo là il loro servizio, provengono da altre zone. Siete chiamati a trovare il modo di integrarvi nella pastorale della Chiesa particolare, stabilendo rapporti di stima e collaborazione ad ogni livello con i vostri vescovi, con i parroci e gli altri sacerdoti, con gli educatori e i membri delle altre associazioni ecclesiali presenti in parrocchia e nello stesso territorio, e non accontentarvi di una presenza ‘decorativa’ alla domenica o nelle grandi circostanze. Ci sono, nell’AGESCI, molti gruppi che già sono pienamente integrati nella loro realtà diocesana e parrocchiale, che sanno fare tesoro dell’offerta formativa proposta dalla comunità parrocchiale ai ragazzi, ai giovanissimi, ai giovani, agli adulti, frequentando, insieme con gli altri loro coetanei, i gruppi di catechesi e formazione cristiana. Fanno questo senza rinunciare a ciò che è specifico dell’educazione scout. E il risultato è una personalità più ricca e più completa. Si voi siete d’accordo? Allora andiamo avanti così!”. “Buon cammino a tutti voi!”.

 

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