23/05/2007, 00.00
VATICANO
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Papa: i cristiani si facciano discepoli e missionari di Gesù

All’udienza generale Benedetto XVI ha rievocato il viaggio compiuto in Brasile. “Recuperare ovunque lo spirito della primitiva comunità cristiana, assidua nella catechesi, nella vita sacramentale e nella carità operosa”, “presentare senza riduzione o confusione il deposito della fede”, pure nella costante preoccupazione di promuovere lo sviluppo sociale specialmente nella formazione dei laici chiamati ad assumersi responsabilità nel campo sociale e della politica.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Una evangelizzazione “nuova nel suo ardore, nei suoi metodi e nella sua espressione”: l’indicazione a proseguire sulla strada indicata da Giovanni Paolo II al Consiglio episcopale latinoamericano nel 1983 è stato l’obiettivo che Benedetto XVI si è posto nel viaggi che lo ha visto in Brasile dal 9 al 14 di questo mese. L’ha evidenziato lo stesso papa Ratzinger che ha parlato della visita appena compiuta ai 40mila fedeli presenti in piazza San Pietro per l’udienza generale. Una strada che, nelle parole del Papa, va seguita nella prospettiva “teologica e sociale” dell’amore che dona, come indica la Deus caritas est.

Centrale, nel viaggio, è stata l’inaugurazione della V conferenza generale dell’episcopato latinoamericano. Di tale momento, il Papa, oggi come allora, ha sottolineato il tema “discepoli e missionari di Gesù Cristo”. “Il binomio – ha detto - corrisponde a quello del Vangelo di Marco a proposito della chiamata degli apostoli”. La parola discepoli, ha aggiunto, “richiama la dimensione formativa, della sequela, della comunione e dell’amicizia con Gesù”, ponendosi in “ascolto obbediente dei suoi insegnamenti”, mentre “il termine missione esprime il frutto della discepolanza”, ossia la condivisione della testimonianza e dell’esperienza vissuta. Si tratta di “recuperare ovunque lo spirito della primitiva comunità cristiana, assidua nella catechesi, nella vita sacramentale e nella carità operosa”, di “presentare senza riduzione o confusione il deposito della fede”, pure nella costante preoccupazione di promuovere lo sviluppo sociale specialmente nella formazione dei laici chiamati ad assumersi responsabilità nel campo sociale e della politica.

Nel suo discorso, Benedetto XVI ha rievocato le varie tappe del viaggio, nel corso del quale ha detto di aver voluto riprendere il tema del rapporto tra fede e cultura, che nel continente latinoamericano si è fatto storia, vissuto ed arte. Ma, ha aggiunto, “il ricordo del passato glorioso non può ignorare le ombre che accompagnarono l’opera di evangelizzazione. Non è possibile ignorare le sofferenze e le ingiustizie imposte dai conquistatori alle popolazioni indigene”, gia condannate, ha ricordato, anche da teologi come Bartolomeo de Las Casas. Il Vangelo è diventato cosi nel continente “l’elemento portante di una sintesi dinamica che esprime comunque l’identità” di quei popoli. Ed ancora oggi, nel mondo globalizzato “l’identità cattolica si presenta ancora come la più adeguata, purché animata da una seria formazione spirituale e dai principi della dottrina sociale della Chiesa” e di fronte ai problemi sociali ed economici, la Chiesa per contribuire a trovare le soluzioni “deve mobilitare tutte le forze a sua disposizione cercando convergenze con altre forze sane”. Il Brasile, infatti, è anche un Paese che può offrire al mondo la testimonianza di un nuovo modello di sviluppo” e “la cultura cristiana può animarvi una 'riconciliazione' tra gli uomini e il creato, a partire dal recupero della dignità personale nella relazione con Dio Padre”.

Un ultimo ricordo è andato all’incontro di San Paolo con i giovani, che oggi ha definito “speranza non solo per il futuro ma anche per il presente della Chiesa e della società”. Ricordando quell’incontro ha ripetuto che anche oggi la Chiesa ripropone i comandamenti, come vero cammino di educazione della liberta al bene personale e sociale e soprattutto il primo, quello dell’amore, perché senza l’amore anche i comandamenti non possono dare il senso pieno della vita e dare la piena felicità. “Ho invitato i giovani ad essere apostoli dei loro coetanei e per questo curare sempre la formazione umana e spirituale” e “ad avere stima del matrimonio”. In sintesi, ha concluso “li ho incoraggiati a mettere a frutto la grande ricchezza della loro gioventù”.

Foto: Credit CPP

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