24/03/2016, 18.35
VATICANO
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Papa: i gesti contano più delle parole e lava i piedi ai profughi

Francesco celebra la Messa “in coena Domini” in un Centro per richiedenti asilo. “Anche oggi qui ci sono due gesti: questo, tutti noi, insieme, musulmani, indi, cattolici, copti, evangelici, fratelli, figli dello stesso Dio, che vogliamo vivere in pace”. “Tre giorni fa un gesto di guerra, di distruzione, in una città dell’Europa, da gente che non vuole vivere in pace”. Ma dietro quel gesto “ci sono i fabbricatori, i trafficanti delle armi che vogliono il sangue non la pace”.

 

Roma (AsiaNews) – I gesti contano più delle parole, ci sono quelli di chi dimostra accoglienza e fratellanza e quelli di chi, come a Bruxelles, compie “un gesto di guerra, di distruzione”, “gente che non vuole vivere in pace”. Sono le parole, interamente a braccio, che papa Francesco ha pronunciato prima di compiere la “lavanda dei piedi” per spiegare il significato di quel gesto che rievoca, nella messa “in coena Domini”, quanto fece Gesù nell’Ultima cena.

Ad ascoltarlo i 900 profughi raccolti nel Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Castelnuovo di Porto, vicino Roma, dove Francesco ha celebrato il rito che ricorda anche l’istituzione dell’Eucaristia. A 11 di loro - quattro nigeriani cattolici, tre donne eritree cristiano-copte, tre musulmani (un siriano, un pakistano e un maliano), un giovane indiano di religione indù – oltre che a una operatrice italiana cattolica della cooperativa sociale Auxilium, che gestisce il Centro, il Papa ha lavato i piedi, confermando una scelta per gli “scartati” che nel 2013 lo ha portato in un carcere minorile, nel 2014 in un ospizio per disabili e nel 2015 in una prigione.

“I gesti - ha detto dunque Francesco - parlano più delle immagini e delle parole, i gesti, in questa parola di Dio che abbiamo letto ci sono dei gesti: Gesù che serve, che lava i piedi, lui che era il capo lava i piedi agli altri, ai suoi. Secondo gesto, Giuda che va dai nemici di Gesù, quelli che non vogliono la pace con Gesù a prendere il denaro con il quale lo ha tradito, le 30 monete. I gesti, anche oggi qui ci sono due gesti: questo, tutti noi, insieme, musulmani, indi, cattolici, copti, evangelici, fratelli, figli dello stesso Dio, che vogliamo vivere in pace, integrati, un gesto. Tre giorni fa un gesto di guerra, di distruzione, in una città dell’Europa, da gente che non vuole vivere in pace, ma dietro di quel gesto come dietro di Giuda c’erano altri, dietro Giuda c’erano quelli che hanno dato il denaro perché Gesù fosse consegnato, dietro quel gesto ci sono i fabbricatori, i trafficanti delle armi che vogliono il sangue non la pace, la guerra non la fratellanza, due gesti, lo stesso Gesù lava i piedi e Giuda vende Gesù per denaro, noi tutti insieme diverse religioni, di diverse culture ma figli dello stesso padre, fratelli, e quelli che comprano le armi per distruggere”.

“Oggi, in questo momento quando io farò lo stesso gesto di Gesù di lavare i piedi a voi, tutti noi stiamo facendo il gesto della fratellanza e tutti noi diciamo ’siamo diversi, siamo differenti, abbiamo differenti culture e religioni, ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace, e questo é il gesto che io faccio con voi, ognuno di noi
ha una storia, addosso, ognuno di voi ne ha una storia addosso, tante croci, tanti dolori ma anche ha un cuore aperto che vuole la fratellanza, ognuno nella sua lingua religiosa prega il Signore perché questa fratellanza si contagi nel mondo perché non ci siano le trenta monete per uccidere il fratello, perché sempre ci sia la fratellanza e la bontà. Così sia”.

 

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