22/03/2007, 00.00
VATICANO
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Papa: i medici non disprezzino mai un’esistenza umana, per quanto menomata

Ricevendo il Pontificio consiglio per la pastorale della salute, Benedetto XVI afferma che dalla dignità umana discende il diritto di tutti gli uomini ad essere curati per la loro intera esistenza. A questo principio i sanitari cristiani aggiungano la “carità” mostrata da Gesù.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Medici e infermieri “non disprezzeranno mai un’esistenza umana, per quanto menomata, e sapranno sempre incoraggiare tentativi di cura” per tutti gli uomini e per “l’intera esistenza” umana. Anzi, per Benedetto XVI, “la stima e la fiducia nei confronti del personale sanitario sono proporzionati alla certezza che tali difensori di ufficio della vita” seguiranno tale principio.

C’è un nuovo no all’eutanasia nel discorso che il Papa ha rivolto oggi ai partecipanti alla sessione plenaria del Pontificio consiglio per la pastorale della salute, ricevuti in Vaticano. Ma ci sono anche  particolari sottolineature sul “diritto fondamentale” che ogni essere umano ha di essere curato e sul fatto che il cristiano che opera in campo sanitario deve unire ai principi etici della sua professione quella “carità” che Gesù ha mostrato nei confronti di chi è sofferente.

“La sequela di Cristo, che i Vangeli ci presentano quale ‘medico’ divino” è, nelle parole di Benedetto XVI, “la prospettiva biblica che valorizza il principio etico naturale del dovere della cura del malato, in base al quale ogni esistenza umana va difesa secondo le particolari difficoltà in cui si trova e secondo le nostre possibilità concrete di aiuto”.

Questa prospettiva etica, basata sulla dignità della persona umana e sui diritti e doveri fondamentali ad essa connessi, “viene confermata e potenziata dal comandamento dell'amore, centro del messaggio cristiano. Gli operatori sanitari cristiani, pertanto, sanno bene che vi è un legame strettissimo e indissolubile tra la qualità del loro servizio professionale e la virtù della carità alla quale Cristo li chiama: è proprio nel compiere bene il loro lavoro che essi portano alle persone la testimonianza dell'amore di Dio. La carità come compito della Chiesa, che – ha detto ancora il Papa - ho fatto oggetto di riflessione nella mia Enciclica Deus caritas est, trova un'attuazione particolarmente significativa nella cura dei malati. Lo attesta la storia della Chiesa, con innumerevoli testimonianze di uomini e donne che, in forma sia individuale che associata, hanno operato in questo campo”.

Riferendosi infine all’esortazione apostolica post-sinodale da poco pubblicata, che tratta in modo ampio e articolato dell’Eucaristia quale “Sacramento della carità” “è proprio dall’Eucaristia – ha concluso Benedetto XVI - che la pastorale della salute può continuamente attingere la forza per soccorrere efficacemente l’uomo e promuoverlo secondo la dignità che gli è propria”.

 

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