01/05/2013, 00.00
VATICANO
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Papa: il mese di maggio contro il “lavoro schiavo” e per la solidarietà

All’udienza generale nel giorno di san Giuseppe lavoratore, e Festa dei lavoratori, Francesco invita il mondo a prendere “un’azione decisa” contro la tratta degli esseri umani e contro il lavoro che non dà dignità, ma reprime l’uomo. L’invito a “mantenere la speranza, soprattutto per i giovani, perché alla fine del tunnel c’è sempre una luce”. L'invito a tutte le famiglie a pregare il Rosario durante il mese di maggio.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Il mondo intero intraprenda "un'azione decisa" contro la tratta degli esseri umani e contro il "lavoro schiavo", il lavoro che de-umanizza e toglie dignità ai lavoratori. È l'accorato appello lanciato da papa Francesco durante l'udienza di oggi, festa di san Giuseppe lavoratore e dei lavoratori in tutto il mondo.

Il pontefice dedica la sua catechesi alla figura di Giuseppe, ma riflette anche sul lavoro nel mondo di oggi e alla sua crisi, alla disoccupazione troppe volte provocata da una "concezione economicista della società, che cerca il profitto egoista al di fuori dei parametri della giustizia sociale". Alle decine di migliaia di persone presenti in piazza San Pietro, il Papa ricorda però che "c'è una luce alla fine di ogni tunnel" e sottolinea l'importanza della preghiera e della contemplazione, dell'amicizia con Gesù.

Dopo il consueto segno della croce e il saluto liturgico, l'udienza generale inizia con un brano del Vangelo secondo Matteo, che narra l'insegnamento di Gesù nella sinagoga di Nazareth e lo stupore dei presenti, che si chiedono se quell'uomo sapiente non sia "il figlio del falegname". Per il Papa "con la presenza di Giuseppe, il padre regale che lo custodisce e gli insegna il lavoro, Gesù nasce e cresce in una famiglia: impara dal padre, condividendo con lui l'impegno, la fatica e la soddisfazione, anche nelle difficoltà di tutti i giorni".

Questo, prosegue Francesco, "ci richiama la dignità e l'importanza del lavoro. La Genesi narra che Dio creò l'uomo e la donna affidando loro il compito di riempire la terra. Che non significa sfruttare la terra, ma significa custodire tutti i beni della creazione, e in questo modo partecipare all'opera della creazione".

Il lavoro, sottolinea con forza il Papa, "è un elemento fondamentale per la dignità di una persona. Il lavoro, per usare un'immagine, ci unge di dignità, ci riempie di dignità, ci rende simili a Dio che ha lavorato, lavora e agisce sempre. Dà la capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria nazione".

Subito dopo, l'appello: "Penso alle difficoltà che in vari Paesi incontra oggi il mondo del lavoro e dell'impresa. Penso a quanti - e non solo giovani - sono disoccupati. Molte volte a causa di una concezione economicista della società, che cerca il profitto egoista al di fuori dei parametri della giustizia sociale".

Desidero rivolgere a tutti, prosegue ancora, "l'invito alla solidarietà, e ai responsabili della cosa pubblica l'incoraggiamento a fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all'occupazione. Questo significa preoccuparsi per la dignità della persona, ma soprattutto vorrei dire di non perdere la speranza. Anche san Giuseppe ha avuto momenti difficili, ma non ha mai perso la fiducia e ha saputo superarli nella certezza che Dio non ci abbandona".

Le parole del Papa sono rivolte "in modo particolare" ai giovani: "Impegnatevi nel vostro dovere quotidiano: nel lavoro, nello studio, nei rapporti di amicizia, nell'aiuto verso gli altri. Il vostro avvenire dipende anche da come sapete vivere questi preziosi anni della vita. Non abbiate paura dell'impegno, del sacrificio e non guardate con paura al futuro: mantenete viva la speranza, c'è sempre una luce all'orizzonte".

Ma nonostante questa luce, Francesco dice: "Aggiungo una parola su un'altra particolare situazione di lavoro che mi preoccupa. Mi riferisco a quello che potremmo definire come il "lavoro schiavo", il lavoro che schiavizza. Quante persone in tutto il mondo sono vittime di questo tipo di schiavitù, in cui la persona è schiava del lavoro mentre deve essere il lavoro a offrire un servizio alle persone, perché abbiano dignità. Chiedo ai fratelli e sorelle nella fede e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, una decisa scelta contro la tratta delle persone, all'interno della quale figura il lavoro schiavo".

Per rispondere a questa emergenza, Gesù e la testimonianza della Sua famiglia sono l'aiuto che serve all'uomo: "Nel silenzio dell'agire quotidiano, san Giuseppe e la Vergine Maria hanno un solo centro comune di attenzione: Gesù. Essi accompagnano e custodiscono con impegno e tenerezza la crescita del figlio di Dio, fatto uomo per noi, riflettendo su tutto ciò che accadeva. Nei Vangeli, san Luca sottolinea due volte l'atteggiamento di Maria, che è anche quello di san Giuseppe: custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore".

Per ascoltare il Signore, prosegue il Papa, "bisogna imparare a contemplarLo, a percepire la Sua presenza costante nella nostra vita. Bisogna fermarsi a dialogare con Lui, darGli spazio con la preghiera. Ognuno di noi, anche voi ragazzi e ragazzi così numerosi questa mattina, dovrebbe chiedersi: "Quale spazio do al Signore? Mi fermo a dialogare con Lui?". Fin da quando eravamo piccoli i nostri genitori ci hanno abituati a iniziare e terminare la giornata con una preghiera, per educarci a sentire che l'amicizia e l'amore di Dio ci accompagnano".

"Ricordiamoci di più del Signore nelle nostre giornate - riprende - in questo mese di maggio vorrei richiamare all'importanza e alla bellezza della preghiera del santo Rosario: recitando l'Ave Maria siamo condotti a contemplare i misteri di Gesù, a riflettere cioè sui momenti centrali della Sua vita, perché come per Maria e san Giuseppe Egli sia il senso dei nostri pensieri, delle nostre attenzioni, delle nostre azioni".

Sarebbe bello, conclude Francesco, "se soprattutto in questo mese di maggio si recitasse insieme in famiglia, con gli amici, in parrocchia, il santo Rosario o qualche preghiera a Gesù e alla Vergine Maria. La preghiera fatta insieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l'amicizia. Impariamo a pregare di più in famiglia e come famiglia. Cari fratelli e sorelle, chiediamo a san Giuseppe e alla Vergine Maria che ci insegnino a essere più fedeli nei nostri impegni quotidiani. A vivere la nostra fede nell'azione di ogni giorno e a dare più spazio al Signore nella nostra vita, a fermarci per contemplare il Suo volto. Grazie".

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