18/12/2005, 00.00
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Papa: il silenzio di san Giuseppe contro il "troppo rumore" del mondo

Ricorda la devozione di Giovanni Paolo II alla figura di san Giuseppe. Benedetto XVI era di ritorno dalla sua prima visita pastorale a una parrocchia romana.

Città del Vaticano (AsiaNews) – In un mondo "troppo rumoroso, che non favorisce il raccoglimento e l'ascolto della voce di Dio", i cristiani devono "lasciarsi 'contagiare' dal silenzio di san Giuseppe". All'Angelus di oggi Benedetto XVI ritorna sul modo più vero di prepararsi al Natale. La scorsa settimana ha criticato il troppo consumismo legato alla festa e a suggerito il presepio come mezzo di evangelizzazione e di educazione alla fede in famiglia e nella società. Oggi propone il silenzio, la preghiera, la contemplazione "per accogliere e custodire Gesù nella nostra vita" e lo fa indicando la figura di san Giuseppe, padre putativo di Gesù. Il papa ricorda che Giovanni Paolo II vi era molto devoto e ha dedicato a questo santo l'Esortazione apostolica Redemptoris Custos, "Custode del Redentore". Sulla figura di san Giuseppe si è fatto spesso ironia fra i non cristiani; fra i cattolici si esalta solo la sua funzione "legale" – per rendere Gesù 'figlio di Davide' – e di sostegno economico della sacra Famiglia. Benedetto XVI sottolinea un'altra funzione, anche teologica e umana di questo santo: "Non si esagera – ha detto il papa - se si pensa che proprio dal "padre" Giuseppe Gesù abbia appreso – sul piano umano – quella robusta interiorità che è presupposto dell'autentica giustizia, la "giustizia superiore", che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli".

Il papa era di ritorno dalla sua prima visita pastorale a una parrocchia di Roma, Santa Maria Consolatrice a Casal Bertone, dove in passato è stato cardinale titolare (1977- 1993).

Ecco le parole del Papa prima della preghiera mariana:

 

Cari fratelli e sorelle!

In questi ultimi giorni dell'Avvento la liturgia ci invita a contemplare in modo speciale la Vergine Maria e san Giuseppe, che hanno vissuto con intensità unica il tempo dell'attesa e della preparazione della nascita di Gesù. Desidero quest'oggi rivolgere lo sguardo alla figura di san Giuseppe. Nell'odierna pagina evangelica san Luca presenta la Vergine Maria come "sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe" (Lc 1,27). E' però l'evangelista Matteo a dare maggior risalto al padre putativo di Gesù, sottolineando che, per suo tramite, il Bambino risultava legalmente inserito nella discendenza davidica e realizzava così le Scritture, nelle quali il Messia era profetizzato come "figlio di Davide". Ma il ruolo di Giuseppe non può certo ridursi a questo aspetto legale. Egli è modello dell'uomo "giusto" (Mt 1,19), che in perfetta sintonia con la sua sposa accoglie il Figlio di Dio fatto uomo e veglia sulla sua crescita umana. Per questo, nei giorni che precedono il Natale, è quanto mai opportuno stabilire una sorta di colloquio spirituale con san Giuseppe, perché egli ci aiuti a vivere in pienezza questo grande mistero della fede.

L'amato Papa Giovanni Paolo II, che era molto devoto di san Giuseppe, ci ha lasciato una mirabile meditazione a lui dedicata nell'Esortazione apostolica Redemptoris Custos, "Custode del Redentore". Tra i molti aspetti che pone in luce, un accento particolare dedica al silenzio di san Giuseppe. Il suo è un silenzio permeato di contemplazione del mistero di Dio, in atteggiamento di totale disponibilità ai voleri divini. In altre parole, il silenzio di san Giuseppe non manifesta un vuoto interiore, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione. Un silenzio grazie al quale Giuseppe, all'unisono con Maria, custodisce la Parola di Dio, conosciuta attraverso le Sacre Scritture, confrontandola continuamente con gli avvenimenti della vita di Gesù; un silenzio intessuto di preghiera costante, preghiera di benedizione del Signore, di adorazione della sua santa volontà e di affidamento senza riserve alla sua provvidenza. Non si esagera se si pensa che proprio dal "padre" Giuseppe Gesù abbia appreso – sul piano umano – quella robusta interiorità che è presupposto dell'autentica giustizia, la "giustizia superiore", che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli (cfr Mt 5,20).

Lasciamoci "contagiare" dal silenzio di san Giuseppe! Ne abbiamo tanto bisogno, in un mondo spesso troppo rumoroso, che non favorisce il raccoglimento e l'ascolto della voce di Dio. In questo tempo di preparazione al Natale coltiviamo il raccoglimento interiore, per accogliere e custodire Gesù nella nostra vita.

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