23/06/2017, 13.46
VATICANO
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Papa: la vocazione del cristiano è “sempre avanti”, meglio “zoppicare” che star fermi

 

Francesco ricevendo i partecipanti alla 75ma Convention del ‘Serra International’ sottolinea l’importanza di “uscire” evitando la tentazione di preservare se stessi invece di “iniziare a vivere la festa dell’incontro con il Signore e percorrere le strade sulle quali Egli ci invia”. “Essere amici dei sacerdoti, sostenendo la loro vocazione e accompagnando il loro ministero: questo è il grande dono con il quale voi arricchite la Chiesa!”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Sempre avanti!” è “una parola-chiave della vocazione cristiana”, è la risposta alla chiamata a iniziare il “santo viaggio”. Una “vocazione a uscire da se stesso” che non si concilia con la tentazione di preservare se stessi invece di “iniziare a vivere la festa dell’incontro con il Signore e percorrere le strade sulle quali Egli ci invia”. Della missione del cristiano papa Francescp è tornato a parlare oggi nel discorso che ha rivolto ai partecipanti alla 75ma Convention del ‘Serra International’ sul tema: ‘Siempre adelante. Il coraggio della vocazione’, che è in corso a Roma, dal 22 al 25 giugno.

Francesco, che ha lodato il principio del “Serra International” di voler essere “amici dei sacerdoti”, ha sottolineato l’importanza dell’uscire da sé per seguire la strada indicata da Dio. “È meglio – ha detto - procedere zoppicando, talvolta cadendo ma confidando sempre nella misericordia di Dio, che essere dei ‘cristiani da museo’, che temono i cambiamenti e che, ricevuto un carisma o una vocazione, invece di porsi al servizio dell’eterna novità del Vangelo, difendono sé stessi e i propri ruoli”. Un rischio, nelle parole del Papa, che corrono anche le strutture ecclesiastiche.

“Essere amici dei sacerdoti, sostenendo la loro vocazione e accompagnando il loro ministero: questo è il grande dono con il quale voi arricchite la Chiesa! Un serrano è anzitutto questo: un ‘amico speciale’ che il Signore ha messo accanto ad alcuni seminaristi e ad alcuni preti”. E se al giorno d’oggi la parola amico “è diventata un po’ logora”, quando “è Gesù a usarla, essa indica una verità scomoda: c’è vera amicizia solo quando l’incontro mi coinvolge nella vita dell’altro fino al dono di me stesso. Infatti, Gesù dice ai suoi discepoli: «Non vi chiamo più servi […]; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Gv 15,15). In questo modo, Egli instaura un rapporto nuovo tra l’uomo e Dio, che supera la legge e si fonda su un amore confidente. Nello stesso tempo, Gesù libera l’amicizia dal sentimentalismo e ce la consegna come un impegno di responsabilità, che coinvolge la vita: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13). Dunque, si è amici solo se l’incontro non rimane esterno o formale ma diventa condivisione del destino dell’altro, compassione, coinvolgimento che conduce fino a donarsi per l’altro”.

Parlando poi del tema scelto per il convegno “Siempre adelante! Sempre avanti! Condivido con voi – ha detto il Papa - che si tratta di una parola-chiave della vocazione cristiana. Infatti, la vita del discepolo missionario è segnata dal ritmo che le viene impresso dalla chiamata; la voce del Signore lo invita ad abbandonare il suolo delle proprie sicurezze e a iniziare il ‘santo viaggio’ verso la terra promessa dell’incontro con Lui e con i fratelli. La vocazione è l’invito a uscire da sé stessi per iniziare a vivere la festa dell’incontro con il Signore e percorrere le strade sulle quali Egli ci invia. Ora, non può camminare chi non si mette in discussione. Non avanza verso la mèta chi ha paura di perdere sé stesso secondo il Vangelo (cfr Mt 16,25-26). Nessuna nave solcherebbe le acque se avesse timore di lasciare la sicurezza del porto. Allo stesso modo, nessun cristiano può entrare nell’esperienza trasformante dell’amore di Dio se non è disposto a mettere in discussione sé stesso, ma resta legato ai propri progetti e alle proprie acquisizioni consolidate. Anche le strutture pastorali possono cadere in questa tentazione di preservare sé stesse invece di adattarsi al servizio del Vangelo. Il cristiano, invece, camminando nei solchi della vita quotidiana senza timore, sa di poter scoprire le sorprendenti iniziative di Dio quando ha il coraggio di osare, quando non permette alla paura di prevalere sulla creatività, quando non si irrigidisce di fronte alla novità e sa abbracciare le sfide che lo Spirito gli pone, anche quando esse gli chiedono di cambiare rotta e di uscire dagli schemi”.

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