17/03/2021, 10.34
VATICANO
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Papa: lo Spirito Santo ci rende possibile incontrare Gesù

“Anche io mi inginocchio sulle strade del Myanmar e dico: cessi la violenza! Anche io stendo le mie braccia e dico: prevalga il dialogo!”. “Il sangue non risolve niente. Prevalga il dialogo”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Lo Spirito Santo “ci ‘ricorda’ Gesù e lo rende presente a noi, perché non si riduca a personaggio del passato”, ci dà la possibilità di incontrarlo e di rivolgerci a Dio chiamandolo ‘Abbà’, Padre. La preghiera come relazione con lo Spirito Santo è stato il tema del quale papa Francesco ha parlato all’udienza generale di oggi, concludendo con tale argomento il ciclo di catechesi sulla preghiera.

E a conclusione dell’incontro, Francesco è tornato a rivolgere “ancora una volta e con tanta tristezza” il pensiero al Myanmar. “Ancora una volta, e con tanta tristezza – le sue parole - sento l’urgenza di evocare la drammatica situazione in Myanmar, dove tante persone, soprattutto giovani, stanno perdendo la vita per offrire speranza al loro Paese”. “Anche io – ha aggiunto - mi inginocchio sulle strade del Myanmar e dico: cessi la violenza! Anche io stendo le mie braccia e dico: prevalga il dialogo!”. “Il sangue non risolve niente. Prevalga il dialogo”.

In precedenza, nel discorso per l’udienza, svoltasi ancora in streaming dalla biblioteca del Palazzo apostolico, Francesco aveva detto che lo Spirito Santo “è il Dono” che Gesù ha promesso di inviarci. “Non è uno dei tanti doni, ma il Dono fondamentale”.

“Senza lo Spirito – ha aggiunto - non c’è relazione con Cristo e con il Padre. Perché lo Spirito apre il nostro cuore alla presenza di Dio e lo attira in quel ‘vortice’ di amore che è il cuore stesso di Dio. Noi non siamo solo ospiti e pellegrini nel cammino su questa terra, siamo anche ospiti e pellegrini nel mistero della Trinità. Siamo come Abramo, che un giorno, accogliendo nella propria tenda tre viandanti, incontrò Dio. Se possiamo in verità invocare Dio chiamandolo ‘Abbà - Papà’, è perché in noi abita lo Spirito Santo; è Lui che ci trasforma nel profondo e ci fa sperimentare la gioia commovente di essere amati da Dio come veri figli”.

Lo Spirito Santo, dunque, ci rende presente Gesù. “Nello Spirito tutto è vivificato: ai cristiani di ogni tempo e luogo è aperta la possibilità incontrare Cristo. Non solo di ricordarlo come personaggio storico. Lui non è distante, è con noi: ancora educa i suoi discepoli trasformando il loro cuore, come fece con Pietro, con Paolo, con Maria di Magdala”. E “il primo compito dei cristiani” è mantenere vivo il “fuoco, che Gesù ha portato sulla terra (cfr Lc 12,49), cioè l’Amore di Dio, lo Spirito Santo”.

“Senza il fuoco dello Spirito le profezie si spengono, la tristezza soppianta la gioia, l’abitudine sostituisce l’amore, il servizio si trasforma in schiavitù. Viene in mente l’immagine della lampada accesa accanto al tabernacolo, dove si conserva l’Eucaristia. Anche quando la chiesa si svuota e scende la sera, anche quando la chiesa è chiusa, quella lampada rimane accesa, continua ad ardere: non la vede nessuno, eppure arde davanti al Signore. Così lo Spirito nel nostro cuore”.

“Tante volte – ha detto ancora - succede che noi non preghiamo, non abbiamo voglia di pregare o non sappiamo o tante volte preghiamo come pappagalli con la bocca ma il cuore è lontano. Questo è il momento di dire allo Spirito: ‘Vieni, vieni Spirito Santo, riscalda il mio cuore. Vieni e insegnami a pregare, insegnami a guardare il padre, a guardare il Figlio. Insegnami com’è la strada della fede. Insegnami come amare e soprattutto insegnami ad avere un atteggiamento di speranza’. Chiamare lo Spirito continuamente perché sia presente nelle nostre vite”.

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